C.Ant. per la Verità
Tra decreti Aiuti bis da correggere e decreti Aiuti ter da scrivere daccapo, comprese le grane su Mps, Ita e le attese sulla rete unica, il concetto di «affari correnti», anche grazie all'ok di Sergio Mattarella, è stato un po' rivisto dall'attuale governo. Così, nonostante all'indomani delle dimissioni Mario Draghi abbia scritto a ministeri e dipartimenti di limitare le nuove nomine allo stretto necessario, a qualcuno è scappata la mano.
Ci riferiamo alle ultime nomine nel comparto spazio transitate sotto il controllo del dicastero di Vittorio Colao.
Per non parlare della mossa di Roberto Speranza, raccontata la scorsa settimana su queste colonne da Alessandro Da Rold. Con un blitz, un interpello cui ha partecipato solo un candidato, è stato nominato Stefano Lorusso come nuovo direttore generale della Programmazione del ministero. Lorusso era a scuola con Speranza, i due sono molto amici e le cronache lucane raccontano da anni di come il ministro si sia sempre speso per il vecchio compagno di scuola.
Del resto, Lorusso era prima a capo della segreteria e si occupava anche dell'unità di missione per l'attuazione degli interventi del Pnrr. Ma il posto poteva essere soggetto a spoil system nella prossima legislatura; invece, come direttore generale della Programmazione il problema non si porrà. È chiaro, dunque, che le previsioni di voto spingono molti, soprattutto a sinistra, a immaginare way out con l'idea che il Pd abbia ben poche chance di tornare dalle parti di Palazzo Chigi. Ovviamente, il clima si riflette un po' ovunque.
carmine masiello foto di bacco
Anche dentro le Forze Armate. Così la proposta di una promozione a generale a quattro stelle, grado istituito negli anni Novanta per i capi di Stato maggiore, ha causato una spaccatura tra i vertici. Due giorni fa, come di consuetudine, si è riunito il comitato dei capi. Altro non è che una abbreviazione per indicare la riunione dei capi di stato maggiore. A coordinarla il presidente che oggi è l'ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone, il vertice delle nostre Forze Armate.
A partecipare, come suggerisce il nome stesso del comitato, altri capi di Stato maggiore e alti ufficiali preposti. A godere del possibile avanzamento sarebbe il generale Carmine Masiello, attuale sotto capo, già vice direttore del Dis e prima consigliere militare del premier Paolo Gentiloni.
A margine delle riunione Cavo Dragone, a quanto risulta alla Verità, avrebbe sottoposto l'idea della promozione ottenendo pareri discordanti, per un riconoscimento di cui tra l'altro si discute da diversi mesi. Da quando Francesco Paolo Figliuolo ha cessato l'incarico di Commissario Covid per ricoprire quello di responsabile del Covi, comando operativo del vertice interforze.
Per Masiello ottenere la quarta stella significherebbe essere tra i papabili per le prossime nomine apicali. In fondo con quel grado non sono tanti i generali e da lì la prassi vuole che si peschi. Così il Pd, per via dell'incarico risalente al 2015, desidererebbe chiudere la partita prima del voto. Immaginando che Cavo Dragone agisca motu proprio. Scelta legittima ma inusuale, soprattutto nel momento in cui il governo sta facendo gli scatoloni.
I dissapori sono quindi di natura politica. Anche perché nessuno tra le Forze Armate oserebbe mettere in discussione le capacità militari di Masiello. Quando comandò i parà in Afghanistan ottenne risultati molto positivi tanto che girava la voce che i talebani, sapendo dei suoi uomini in giro, cambiassero strada. Da qui il paradosso. O, forse, il rischio che un militare abile venga tirato per la giacchetta, magari da aree politiche che nemmeno veramente lo contraddistinguono. Certo, il tema è caldo. Fra poco ci sono le elezioni e ci si aspetta un nuovo governo