Dalla rubrica delle lettere di “Repubblica”
Caro Merlo, dicono che le armi facili alimentano negli Stati Uniti la violenza politica, ma in Italia dove le armi mai sono state vendute al supermercato, la violenza politica c’è stata, eccome.
E ora diamo lezioni all’America?
Cristina Nespoli — Monza
Risposta di Francesco Merlo
È vero, siamo diventati tutti maestri di non violenza, e impartiamo lezioni all’America, che era e resta il Paese della democrazia, dimenticando i nostri morti politici e la nostra politica di morte. Nel Paese più cattolico d’Europa, un’intera generazione di giovani formatisi nelle scuole cristiane e nelle sezioni del Pci si consegnò allo slogan “mai più senza fucile”.
E, come d’incanto, quegli astratti furori divennero armi: molotov e spranghe, P38 e chiavi inglesi, teste rotte e una raffica al giorno a magistrati, giornalisti, poliziotti, sindacalisti, professori universitari, lotta armata, mitragliette e kalashnikov nel Paese dell’omicidio Moro, mentre le bombe fasciste esplodevano nelle stazioni e nelle piazze.