Andrea Marinelli e Guido Olimpio per www.corriere.it
vladimir putin visita un centro di addestramento
La Russia prosegue con la strategia dell’attenzione. Nelle ultime ore ha alternato raid e dichiarazioni ad effetto, vuole comunque mantenere a livello pubblico l’iniziativa. Da qui i riferimenti alla «bomba sporca», i toni sempre minacciosi, le accuse. E sono previste tra il 26 e il 29 esercitazioni lungo la penisola di Kola con la partecipazione delle forze strategiche nucleari, compresi i sottomarini d’attacco. Durante le manovre — annunciate da tempo — è possibile che siano testati dei missili.
Gli osservatori si chiedono quale tipo di provocazione o passo voglia attuare. La diplomazia sostiene che il Cremlino scommette sulla «stanchezza» dell’Occidente dove si muovono forze politiche di varia tendenza poco convinte di un appoggio ad oltranza in favore di Kiev. Perché il costo sale.
vladimir putin visita un centro di addestramento
Martedì Volodymyr Zelensky si è rivolto ai donatori chiedendo un aiuto a coprire il deficit di 38 miliardi di dollari previsto per il prossimo anno. Il presidente ha anche spiegato che un terzo del sistema energetico nazionale è stato distrutto dai bombardamenti. Funzionari governativi hanno sottolineato come gli strike siano studiati per creare danni in profondità, «sanno cosa e come colpire, devono essere consigliati da tecnici»: per riattivare certi impianti serviranno mesi e mesi.
Allarme
vladimir putin visita un centro di addestramento
In Norvegia l’allarme è sempre alto. La polizia ha arrestato un ricercatore nella città artica di Tromsoe: diceva di essere brasiliano ma gli investigatori sospettano che sia una spia russa. Arrivato nel 2021, ha agito sotto falsa identità per raccogliere informazioni riservate. I particolari ricordano la vicenda del finto brasiliano che aveva cercato di installarsi in Olanda usando una storia poco credibile, imparata a memoria. Lo hanno beccato subito e respinto. L’operazione di Tromsoe segue il fermo di altri due russi, un uomo e una donna localizzati a bordo di un’auto vicino ad una caserma nei pressi di Bjerkvik, nel nord del Paese.
Nei giorni scorsi c’erano stati interventi simili da parte degli agenti nei confronti sempre di cittadini russi poi rilasciati. Avevano scattato foto in zone proibite. La vigilanza stretta è legata al contrasto di «osservatori» interessati a infrastrutture sensibili, installazioni militari, siti in una regione strategica per la Nato. Altrettanto elevato il timore di sabotaggi.
In tutta l’Europa occidentale sono state intensificate le indagini per scoprire gli agenti mobilitati da Mosca, con dozzine di espulsioni decise dai governi Ue. Molti agivano sotto la tradizionale copertura diplomatica, una presenza in parallelo a quella degli «illegali», veri infiltrati, addestrati ad agire in clandestinità. Alcuni erano probabilmente legati all’Unità 29155 del Gru, il servizio segreto militare.
Dossier Iran
VLADIMIR PUTIN ALLE ESERCITAZIONI MILITARI VOSTOK
Dal terreno emergono nuovi particolari sui droni iraniani usati dagli invasori. L’intelligence, analizzando componenti di velivoli abbattuti, ha trovato conferme: sul Mohajer 6 sono utilizzati motori di fabbricazione austriaca Rotax, considerati tra i migliori. In teoria si tratta di componenti che non potrebbero essere vendute a Teheran ma sappiamo che esistono molti varchi per aggirare l’embargo. Gli ayatollah, intanto, starebbero per inviare nuovi droni e istruttori.
A questi si aggiungono migliaia di elmetti e giubbotti anti-proiettile. Possibile che l’industria russa non sia in grado di soddisfare la domanda dell’Armata? Non meno sorprendente la linea assunta dalla Repubblica Islamica. Il ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian ha di nuovo smentito che vi sia un’assistenza in favore della Russia ed ha offerto la possibilità di stabilire colloqui con Kiev su questo tema. Messaggio esteso anche all’Unione Europea.
Lo scudo
Gli Stati Uniti stanno considerando di fornire all’Ucraina vecchi sistemi (aggiornati) anti-aerei Hawk per aiutare a fronteggiare le incursioni del nemico. La Spagna lo ha già fatto. Il Pentagono dovrebbe averne molti in deposito, stessa cosa per altri Paesi. Le batterie possono contribuire alla difesa contro cruise, droni e caccia. La resistenza deve estendere il proprio scudo. Questo conflitto, del resto, ha dimostrato che «non si butta» niente.
vladimir putin fucile VLADIMIR PUTIN