PUTIN È RIUSCITO DOVE FALLÌ HITLER – NELL’ESTATE DEL 1943, LA WEHRMACHT IN RITIRATA PROVÒ A FAR ESPLODERE LA DIGA DI NOVA KAKHOVA, IN UCRAINA, LA STESSA DISTRUTTA IERI DAI RUSSI. I TEDESCHI RIUSCIRONO A SPEZZARNE SOLO UNA PICCOLA PARTE, SENZA FAR TRACIMARE IL BACINO. COSA CHE INVECE È SUCCESSA, OTTANT’ANNI ESATTI DOPO – DALLO SBARCO IN NORMANDIA A CESARE, FINO A CARL VON CLAUSEWITZ: QUANDO L’ACQUA DIVENTA UN’ARMA - VIDEO: LA GIGANTESCA AREA INONDATA NELLA REGIONE DI KHERSON

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Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

 

sbarco in normandia sbarco in normandia

Uno dopo l'altro, i parà americani si erano lanciati nella notte dai loro aerei. Ognuno aveva addosso armi, munizioni e altri equipaggiamenti per un peso di oltre trenta chili. Ma la pianura verde sotto di loro non era un pascolo della Normandia: i tedeschi avevano allagato tutto. «Quelli che erano saltati giù prima di me sono affogati, così come quelli che l'hanno fatto dopo di me. – ha raccontato John Taylor, della 101ma divisione –. Io sono caduto su un pezzetto di terra in mezzo alla palude».

 

il crollo della diga nova kakhovka sul fiume dnipro il crollo della diga nova kakhovka sul fiume dnipro

Esattamente 79 anni fa, il D-Day è iniziato con questa scoperta: l'acqua era stata trasformata in uno strumento di guerra. Una pratica antichissima, che poche volte era stata impiegata su una scala così grande come nella catastrofe del Dnepr.

 

In Spagna, due secoli prima di Cristo, Quinto Cecilio Metello Macedonico aveva deviato un fiume, scatenando una cascata violenta sull'accampamento dei celtiberi: i feroci avversari di Roma vennero presi dal panico e fuggirono.

 

[…] Cesare invece durante l'assedio di Alesia incanalò un torrente all'interno di uno dei fossati scavati intorno alla roccaforte dei Galli, ottenendo un duplice risultato: privarli di risorse idriche e rinforzare la sua linea fortificata.

 

 

giulio cesare giulio cesare

Non si tratta di episodi isolati, ma di una tattica descritta nei manuali di ogni secolo.

 

 

Gli allagamenti come metodo di difesa sono stati così frequenti da diventare un capitolo dei trattati di strategia, a partire da quello celebre di Carl Von Clausewitz: il generale prussiano era rimasto impressionato dall'abilità olandese nel sfruttare le chiuse per provocare muraglie liquide davanti agli invasori .

 

 

 

CARL VON CLAUSEWITZ CARL VON CLAUSEWITZ

Un sistema che ha funzionato fino al 1940: i nazisti occuparono i ponti con un'incursione dei parà, subito raggiunti da colonne di panzer e grazie alla blitzkrieg misero fine all'inviolabilità dei Paesi sotto il livello del mare. Ma i tecnici del Reich hanno poi replicato la lezione e non soltanto in Normandia: nella pianura pontina stravolsero alcune delle bonifiche mussoliniane per imprigionare nella melma gli Alleati sbarcati ad Anzio.

 

 

putin hitler putin hitler

[…] Ancora più problematico affrontare le dighe in cemento armato, i manufatti più resistenti in assoluto. La Royal Air Force progettò ordigni speciali, che rimbalzavano sulla superficie dei laghi artificiali fino ad esplodere contro le infrastrutture con tre tonnellate di tritolo.

 

L'operazione Chastise ne sbriciolò tre: l'obiettivo erano le centrali idroelettriche della Ruhr ma le inondazioni uccisero 1.600 civili, tra cui centinaia di lavoratori forzati dell'Est. Il motto cinico del reparto incaricato della missione era “Dopo di me il diluvio”.

 

Nell'estate del 1943 invece la Wehrmacht in ritirata tentò di buttare giù la stessa diga sul Dnepr distrutta ieri: riuscì a spezzarne solo un piccolo segmento, senza far tracimare il bacino, poi i tedeschi furono scacciati dalla carica del tenente Boris Suvorov dell'Armata Rossa. Ottant'anni esatti dopo, i nipoti di quei soldati sovietici l'hanno cancellata, sconvolgendo con un'ondata infinita l'intera geografia dell'Ucraina meridionale.

allagamento dopo l attacco alla diga di nova kakhova 3 allagamento dopo l attacco alla diga di nova kakhova 3

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