VINCENZO NIGRO per repubblica.it
Per la prima volta nella storia di Israele un primo ministro in carica, Benjamin Netanyahu, è stato formalmente incriminato per tre atti d’accusa: corruzione, frode e abuso d’ufficio. "Un tentato colpo di Stato contro il primo ministro", ha replicato il premier, respingendo le accuse. "Ho dedicato la mia vita allo Stato. Ho combattuto per questo, sono stato ferito". Ed ha puntato poi il dito verso il sistema giudiziario: "E' il momento di investigare sugli investigatori. Contro di me ci sono state indagini inquinate".
Il procuratore generale israeliano Avichai Mandelblit, che era stato nominato in quell’incarico proprio dal premier Benjamin Netanyahu, ha indagato per mesi Bibi in 3 inchieste separate. Le accuse su cui il pool dei procuratori ha lavorato sono per corruzione, frode e abuso d’ufficio. Nell’inchiesta cosiddetta “1000” Bibi è stato indagato per frode e abuso di ufficio per i doni ricevuti da importanti uomini d'affari. Nel caso “2000” Netanyahu era sotto indagine assieme all’uomo d’affari Arnon Mozes. I due avevano stretto un patto: Mozes è il proprietario del giornale free press “Israel Hayom”, il più diffuso di Israele e Netanyahu in cambio di una copertura favorevole gli aveva offerto modifiche legislative che favorivano la sua azienda.
Il caso 4000 è il più complesso: Netanyahu per anni ha mantenuto il Ministero delle Comunicazioni. In quel modo ha favorito l’azienda telefonica Bezeq, che è anche proprietaria del sito di notizie Walla. I procuratori accusano il premier di essersi fatto corrompere per modificare la legislazione a favore di Bezeq. In questo modo Bezeq ha guadagnato milioni di shekel. Gli avvocati difensori dicono: “una copertura mediatica favorevole non è corruzione”.
Il procuratore stasera inoltrerà la documentazione al presidente della Knesset (il parlamento) Yoel Edelstein. Da quel momento il premier avrà 30 giorni per chiedere di avvalersi della immunità parlamentare, ha concluso la emittente.
L’incriminazione arriva in un momento delicatissimo per la politica israeliana. Nelle ultime ore il Likud aveva deciso di avviare una campagna di mobilitazione popolare a sostegno di Netanyahu. Fra l'altro radunando manifestazioni di protesta non sotto casa (perché è proibito) ma nelle strade attorno all’abitazione del procuratore Mandelblit.
mike pompeo benjamin netanyahu
Già all’inizio del 2019, quindi prima delle elezioni di aprile e poi di quelle di settembre, Mandelblit aveva reso noto che il premier era sotto inchiesta per frode, corruzione ed abuso di ufficio. In ottobre una decina di avvocati in rappresentanza di Netanyahu avevano presentato in dettaglio a Mandelblit le argomentazioni della difesa, chiedendo la chiusura delle inchieste. Ma evidentemente il procuratore è di un altro parere.