VIDEO: SHARON STONE SVELENA AL TORINO FILM FESTIVAL
1. SHARON STONE: "DOPO BASIC INSTINCT HO GUADAGNATO 500 MILA DOLLARI, MICHAEL DOUGLAS 14 MILIONI"
Estratto dell’articolo di Letizia Tortello per www.lastampa.it
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[…] Sharon Stone […] Introducendo il western, di cui lei fa la protagonista pistolera, insieme a Gene Hackman, Russell Crowe e Leonardo Di Caprio, l’attrice racconta l’antefatto di una produzione in cui lei, donna, veniva pagata assai meno dei colleghi maschi e doveva dimostrare di lavorare molto di più, di saper recitare e produrre al tempo stesso, per accedere a budget più elevati (comunque non comparabili con quelli degli attori uomini del suo livello).
sharon stone in basic instinct
“Ho chiamato Russell Crowe dall’Australia e mi davano della pazza perché lui aveva fatto solo “Skinheads”, ho voluto DiCaprio che era giovanissimo. Molti anni dopo, loro hanno vinto l’Oscar, io no, e non mi hanno mai invitato a lavorare nei loro film. Io, dopo Basic Instinct ho guadagnato 500 mila dollari, Michael Douglas 14 milioni”, spiega Sharon Stone. Che denuncia come anche Hollywood sia sempre stata sessista, svantaggiando le donne: “Cosa mi hanno detto? Mettiti il cuore in pace, una donna non ne guadagnerà mai nemmeno uno di milione. E non è capace a girare un film”.
2. SHARON STONE: «L'AMERICA? UN PAESE ADOLESCENTE, INGENUO E ARROGANTE»
Estratto dell'articolo di Stefania Ulivi per il "Corriere della Sera"
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Non c’è gusto a Hollywood a essere intelligenti. Sharon Stone lo ha imparato a sue spese nel momento di maggior successo, dopo Casino di Martin Scorsese per cui la diva di Basic Instinct ottenne l’unica candidatura agli Oscar. «Dopo quel film, con cui ho realizzato il mio sogno di lavorare con Robert De Niro e Martin Scorsese, di entrare da outsider in quel gruppo così consolidato, non mi sono stati offerti più ruoli interessanti. Ero all’apice della carriera, ma troppo vecchia per gli standard di Hollywood». E anche troppo combattiva («Per Basic Instinct ho guadagnato 500 mila dollari contro i 14 milioni di Michael Douglas. Per Pronti a morire ho dovuto negoziare per superare il tetto di un milione di dollari, mai concesso prima a nessuna donna»), e intraprendente, pronta a un debutto alla regia osteggiato dagli studios. «Mi sono stufata di sprecare tempo e talento per convincere uomini meno e intelligenti di me. Me ne sono andata, ho messo su famiglia, e continuato a fare la produttrice».
Consapevole che essere brava e molto sveglia (quoziente intellettivo 154, superiore alla media), oltre che bellissima, non sarebbe bastato a cancellare il vizio di partenza. «Non avevo un pene. Possibile che sia ancora un peso avere una vagina? Attenzione, la domanda è ancora d’attualità»
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Temi quanto mai attuali in Usa, dopo l’elezione di Trump. «L’Italia ha conosciuto il fascismo, sa cosa vuol dire. Il mio paese è nella sua fase adolescenziale, un adolescente naif e arrogante. Non so cosa succederà, la democrazia è un esperimento. Rispetto il risultato, è il mio modo di essere patriotica». […]
3. SHARON STONE "INTELLIGENZA E BELLEZZA INSIEME SONO UN PESO MA QUESTO VALE SOLTANTO SE HAI UNA VAGINA"
Estratto dell'articolo di Fulvia Caprara per “la Stampa”
[…] «Quando ho avuto l'aneurisma – dice Sharon Stone dopo una lunga pausa silenziosa – e mi hanno detto che le possibilità di sopravvivere erano dell'1%, ho deciso che avrei dovuto scegliere un obiettivo cui dedicare la mia esistenza. La mia personalità è rimasta uguale a prima, ma ho stabilito che da quel momento in poi mi sarei impegnata con tutto il coraggio e con tutta l'onestà possibile per raggiungerlo».
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Per tutta la sua vita ha dovuto fare i conti con due eccellenze, una grande bellezza e una grande intelligenza. È stato difficile?
«Se avessi avuto un pene non lo sarebbe stato affatto, giusto? La stranezza deriva dal fatto che io abbia una vagina, e questa è una cosa che tutte noi, oggi, dovremmo considerare. Dovremmo chiederci perché mai, se siamo donne, avere intelligenza e bellezza diventi un peso. È una domanda filosofica, per niente irrilevante, è quella su cui dovremmo tutte riflettere».
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[…]
Donald Trump è diventato presidente degli Usa. Come la fa sentire?
«In quanto cittadina americana non me ne andrò certo in giro a parlare male del mio Paese e a sminuirlo. Non so a che cosa andremo incontro, la democrazia è un esperimento e il nostro Paese continuerà a beneficiarne. Il che vuol dire che il mio lavoro non cambia, che continuerò a spendermi per le cause umanitarie in cui credo, i malati, l'infanzia. Non posso dire da adesso se, con il nuovo presidente, sarà più o meno difficile ottenere risultati.
D'altra parte sappiamo molto poco, in realtà, dei candidati. Erano davvero in corsa per la Casa Bianca o erano solo manovrati da altri? Kamala era la scelta migliore? Non abbiamo nessuna idea di chi sarà ora a prendere realmente le decisioni. Il nostro sistema elettorale è molto diverso dal vostro, l'Europa, anche in questo, è differente».
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L'intelligenza artificiale è una minaccia per gli uomini?
«Non credo proprio, anzi, ritengo che ci sia un eccesso di reazione rispetto a questo problema. Noi attori non saremo rimpiazzati dall'AI, l'umanità non sarà cancellata, perché noi pensiamo, il forno a microonde non ci ha certo fatti fuori».
È vero che avrebbe dovuto recitare in C'era una volta in America ma è stata scartata?
«Sì, ho fatto anche diversi provini per il film, lì ho conosciuto Bob De Niro e siamo diventati amici. Non fui presa perché avevo il seno troppo grande, il personaggio doveva averne poco. Nel tempo ho fatto tanti provini con Bob, era ogni volta perfetto, il mio obiettivo era lavorare con Scorsese e con lui. Alla fine in Casino, ci sono riuscita. Sul set ero un'outsider, ci ho messo un bel po' a entrare nel loro gruppo molto collaudato, ma ce l'ho fatta. Quel film per me è stato tutto.
Eppure dopo nessuno mi ha offerto più niente. Ho capito più tardi che era per via dell'età, avevo compiuto 40 anni e, a Hollywood, le donne a quel punto non possono fare più niente. Un altro problema dovuto al fatto di avere una vagina»
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