Francesca Lai e Federico Genta per “la Stampa”
«Lotterò sempre per i nostri diritti, perché nessuno deve restare indietro». Lo ripeteva spesso Ernesto Mantovanelli, energico presidente dell' Associazione disabili Valle d' Aosta, onlus che aveva fondato 4 anni fa. Affetto da tempo da una grave forma di insufficienza renale, è morto lo scorso 14 gennaio all' ospedale Parini.
Stroncato da una serie di infezioni che inevitabilmente hanno avuto la meglio sul suo fisico, già così provato dalla lunga malattia. Ma è proprio su questa sequenza di complicazioni - tutte corrispondenti ai ricoveri per la dialisi - che ora i famigliari chiedono venga fatta piena luce. Mantovanelli, torinese di 63 anni con un passato da paracadutista della Folgore, ha dedicato gran parte della sua vita al volontariato.
Per lui aiutare le persone meno fortunate era un motivo di orgoglio. Lo scorso settembre viene morsicato da un ragno violino mentre si trova nel reparto di Nefrologia. «La dottoressa ci aveva spiegato che non si trattava del primo caso in cui un paziente veniva punto da un' aracnide tra le stanze dell' ospedale» racconta il figlio, Christian. L'uomo viene curato e dimesso, ma alla fine di ottobre, ancora al Parini, insorge un' altra infezione.
Questa volta da stafilococco. Ancora una volta i dottori riescono a debellare i batteri. Pochi giorni dopo, sempre durante la dialisi, la terza infezione: lo stafilococco da epidermide, che gli procura l' infezione al sangue che lo porterà alla morte il 14 gennaio. I familiari adesso hanno deciso di avviare una causa civile nei confronti del presidio sanitario valdostano.
«Mio padre è morto nel giro di poche ore - dice Christian - La mattina avevo parlato con il fisioterapista e mi aveva detto che la visita era andata bene, che stava migliorando. Poi il pomeriggio ci ha lasciati. Siamo consapevoli del fatto che fosse un paziente a rischio, era dializzato da dieci anni, ma contrarre così tante infezioni in ospedale, fino alla morte, fa riflettere».
Toccherà agli avvocati dello studio legale Arnone di Torino fare luce sulla vicenda: «Abbiamo già costituito un gruppo di lavoro con medici legali e specialisti in infettivologia per fare chiarezza - dice l' avvocato Gino Arnone - In attesa delle cartelle cliniche ci è stato indicato che, sia lo stafilococco sia le infezioni del sangue possono essere connesse all' imperfetta sterilizzazione delle cannule che servono per infondere le terapie al paziente. Un problema che potenzialmente riguarda chiunque si sottoponga ad una flebo. Non è ancora chiaro, invece, se la prima infezione derivante dal morso del ragno violino abbia avuto un ruolo, almeno concausale, sulla morte».
Il direttore sanitario dell' ospedale Parini di Aosta, Pier Eugenio Nebiolo, pur confermando la ricostruzione dei fatti consiglia cautela. «Siamo molto dispiaciuti per quanto accaduto. Purtroppo lo stato immunologico del paziente era già particolarmente compromesso. Certo comprendiamo il dolore dei famigliari e restiamo disponibili per fornire tutti i chiarimenti richiesti».