IL REFERENDUM SULL’EUTANASIA RAGGIUNGE 500MILA FIRME E ALLORA IL VATICANO SCENDE IN CAMPO - MONSIGNOR PAGLIA, PRESIDENTE DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA, LANCIA LA SCOMUNICA: “È UNA FORMA DI EUGENETICA” – OGGI IN ITALIA POSSONO RICORRERE ALL’EUTANASIA SOLO I PAZIENTI PER CUI RISULTI SUFFICIENTE L'INTERRUZIONE DELLE TERAPIE E LA CORTE COSTITUZIONALE HA CHIARITO CHE L'AIUTO AL SUICIDIO NON È PUNIBILE NEL CASO IN CUI…

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Cesare Zapperi per il “Corriere della Sera”

 

Sono passati 37 anni dal deposito della prima proposta di legge sull'eutanasia (a firma di Loris Fortuna), ma il Parlamento non ha mai varato norme che regolamentano il fine vita. Ora c'è un referendum che potrebbe dare la spinta decisiva. Le 500 mila firme necessarie per consentire ai cittadini di esprimersi sono state raccolte. E altre, fino a 750 mila preannunciano i promotori (dall'associazione Coscioni ai Radicali italiani, dalla Sinistra italiana a più Europa assieme ad una miriade di altri soggetti), ne saranno raccolte fino al 30 settembre. 

 

MONSIGNOR VINCENZO PAGLIA MONSIGNOR VINCENZO PAGLIA

Ma siamo già oltre, il confronto su un tema così delicato e divisivo è e sarà fino all'ultimo accesissimo. Lo si è visto bene ieri quando poche ore dopo l'annuncio del raggiungimento del tetto delle firme è scesa in campo la Chiesa cattolica. Da Vatican news monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha tuonato parlando di «nuova forma di eugenetica». «Si sta man mano incuneando - la tesi - nella sensibilità della maggioranza una concezione vitalistica della vita, una concezione giovanilistica e salutistica in base alla quale tutto ciò che non corrisponde ad un certo benessere e ad una certa concezione di salute viene espulso». 

 

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Parole respinte con fermezza da Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Coscioni, sempre in prima linea sul fronte dei diritti civili: «Monsignor Paglia non pare dare alcun valore al diritto fondamentale alla libertà e responsabilità individuale, riconosciuto anche dalla Consulta. Solo operando tale grave rimozione si può arrivare ad equivocare come "salutismo", "eugenetica", o "dover morire" il sacrosanto diritto a rifiutare l'imposizione di scelte altrui sul proprio corpo e sulla propria vita». 

 

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Ma qual è, esattamente, la materia del contendere? Il quesito referendario si pone l'obiettivo di introdurre l'eutanasia legale tramite l'abrogazione parziale dell'art. 579 del Codice penale che punisce l'omicidio del consenziente. «Tecnicamente - spiegano dall'Associazione Coscioni - il quesito lascia intatte le tutele per le persone vulnerabili, i minori di 18 anni, le persone che non sono in grado di intendere e volere, quelle il cui consenso è stato estorto, e potrà introdurre nel nostro Paese il diritto all'aiuto medico alla morte volontaria». 

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Oggi in Italia possono porre fine alle loro sofferenze solo i pazienti per cui risulti sufficiente l'interruzione delle terapie, come previsto dalla Legge 219/2017. La Corte costituzionale ha chiarito che l'aiuto al suicidio (art. 580 del Codice penale) non è punibile nel caso in cui la persona che lo richiede sia tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale. Per tutte le altre persone con patologie irreversibili non esiste possibilità di intervento proprio perché la legge punisce l'omicidio del consenziente. 

 

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I casi specifici sono tanti. Ieri il cantautore sanremese Amedeo Grisi, che da anni combatte con la sclerosi laterale amiotrofica, su Facebook ha scritto: «A noi malati di Sla viene concesso di decidere se andare avanti, facendo una tracheotomia (che regala una vita d'inferno) o sottoporsi all'eutanasia. Io ho scelto la seconda, perché la prima non mi appartiene e perché il desiderio è quello di tornare ad essere libero».

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