RIDI, RIDI CHE MAMMA HA FATTO I GNOCCHI! – MELANIA RIZZOLI: “LA DEPRESSIONE INVECCHIA IL CERVELLO E NE ACCELERA IL DECLINO” – I RISULTATI DI UNA RICERCA NEUROLOGICA EVIDENZIANO COME IL BUONUMORE FACCIA BENE ALLA SALUTE – “IL PEGGIORE NEMICO DEL CERVELLO È LO STRESS”

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Melania Rizzoli per Libero Quotidiano

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È scientifico: il buonumore mantiene giovane il cervello e le sue abilità mentali, mentre la depressione lo invecchia e ne accelera il declino cognitivo.

 

Questa la conclusione di una ricerca neurologica che ha esaminato ben 34 lavori già pubblicati sull' argomento, e coinvolto un totale di 71mila persone, a tutte le quali sono stati effettuati esami radiologici sofisticati per studiare le modifiche anatomico-strutturali dell' encefalo nelle diverse fasi di umore dei periodi della loro vita.

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La ricerca è stata svolta nell' University del Sussex e pubblicata sulla rivista Psychological Medicine, ed ha evidenziato una associazione tra i disturbi depressivi e le modifiche strutturali del cervello, il quale, nella depressione a lungo termine rivela il restringimento evidente dei volumi di alcune aree, che si traducono clinicamente con diversi disagi mentali, alcuni dei quali arrivano fino alla demenza vera e propria.

 

Al contrario, nei pazienti di indole positiva, non sono state individuate affatto modifiche della conformazione cerebrale, anzi è stato dimostrato che il buonumore ha effetti anti-aging sul cervello, che si mantiene giovane, impedendo nel tempo la perdita delle proprie capacità mentali, con conservazione della vivacità intellettiva.

 

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In questo lavoro infatti, si è andati ad indagare l' impatto dei sintomi depressivi, e dei disturbi collegati alla depressione, sulle abilità mentali degli individui, ed è stato dimostrato radiologicamente e clinicamente che esse iniziano a declinare già dopo dodici mesi di sofferenza psicologica, per procedere inesorabilmente anno dopo anno.

 

Questo declino cognitivo, chiamato "età-dipendente", appare più rapido tra coloro che soffrono di disturbi depressivi e di depressione maggiore, ed arriva a colpire in maniera più diffusa una persona su cinque già nel primo anno del disagio psichico.

 

NUOVI NEURONI

La riduzione dei volumi cerebrali è spiegata con il rallentamento della crescita di nuovi neuroni nel cervello dei malati depressi, che muoiono senza essere rinnovati o sostituiti, e la maggior parte dei pazienti vengono curati con farmaci a base di serotonina, un neurotrasmettitore il cui aumento induce il buonumore, ma tali rimedi non risultano totalmente efficaci per la neurogenesi, hanno molti effetti collaterali e devono essere assunti in modo continuativo nel tempo.

 

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La buona notizia ed che è stata sintetizzata una nuova molecola che invece agisce direttamente sui neuroni, stimolandone la crescita e che può aprire una nuova strada contro la depressione.

 

Lo studio, condotto dall' italiano Maurizio Fava presso il Massachusetts General Hospital di Boston, è stato pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry, e il nuovo farmaco, chiamato NSI-189 ha già superato i test clinici su un gruppo di pazienti, rivelando prove di efficacia e mostrando effetti antidepressivi già dopo 28 giorni di terapia che perdurano per oltre otto settimane dall' interruzione della stessa, che si assume per bocca, agisce rapidamente, ed ed priva di effetti avversi.

 

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È stato dimostrato infatti, che dietro la depressione si nasconde una diminuzione del processo di rinnovo cellulare chiamato neurogenesi, quello che porta alla nascita di nuovi neuroni, il quale, in caso di stress cronico, si esaurisce e si blocca, e nel tempo provoca la diminuzione dei normali volumi cerebrali, con cronicizzazione degli stati d' ansia patologici.

 

Il nuovo farmaco mostra invece abilità nell' aumentare le sinapsi (connessione tra i neuroni) ed è ancora oggetto di studio per scoprire se sia in grado anche di riportare la massa cerebrale ai suoi volumi fisiologici, e quindi di ringiovanire l' encefalo e le sue infinite attività.

 

MACCHINA PERFETTA

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Il nostro cervello è infatti una macchina perfetta, un sofisticato computer che regola le funzioni di tutti gli organi, che racchiude in sé un prezioso tesoro di esperienze e di memorie che ci rendono le persone che siamo, e le cose che abbiamo vissuto e sperimentato, o per cui abbiamo sofferto o gioito, sono racchiuse nella riserva cognitiva, una sorta di magazzino cerebrale che costituisce le fondamenta della memoria, zeppa di emozioni e di ricordi, la quale più è grande e più viene mantenuta tale, più è alta la protezione contro l' invecchiamento precoce, perché aiuta a sviluppare nuove connessioni cerebrali che rafforzano la nostra materia grigia, proteggendoci dall' insorgere di eventuali malattie psichiche.

 

emoji ridere a crepapelle emoji ridere a crepapelle

L' invecchiare, nel suo senso più intrinseco, non è solo la causa dei cosiddetti lapsus di memoria, anche se è dimostrato che quelli più leggeri sono comunque causati dalle stesse lesioni cerebrali associate ai disturbi dell' Alzheimer e altre demenze.

 

Secondo i ricercatori, negli ultimi quattro-cinque anni di vita di un individuo, la memoria vive un netto e rapido declino, e la perdita di neuroni sembra esserne appunto una delle cause, se non la maggiore.

 

Gli anni precedenti invece mostrano un lento e graduale calo che può considerarsi il risultato del normale e fisiologico invecchiamento cerebrale.

 

Uno dei peggiora nemici per la salute del cervello è dunque proprio lo stress, che ne ostacola il buon funzionamento, che ossida i suoi tessuti con le tossine del cattivo umore e ne favorisce il processo di deterioramento precoce.

 

Per questo è importante il pensare positivo, l' ottimismo, il buonumore e la gratificazione personale, perché se invecchia il cervello, il vero motore della nostra vita intellettiva e fisica, invecchia rapidamente anche tutto l' organismo, con le conseguenze che purtroppo sono sotto gli occhi di tutti.

 

 

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