Estratto dell’articolo di F. Ame. per “la Verità”
Gli incarichi agli avvocati della sua corte venivano ricambiati con regalini, vacanze e feste esclusive. Per «l’uso strumentale dell’attività giudiziaria», il magistrato pugliese Pietro Errede, fino a poco tempo fa in servizio al Tribunale di Lecce e ora a Bologna, un avvocato e tre commercialisti sono finiti agli arresti domiciliari.
Un esposto anonimo arrivato in Procura a Potenza, competente a indagare sui magistrati di Lecce, aveva acceso un faro su un presunto giro di incarichi pilotati al Tribunale fallimentare leccese. Il capo della Procura potentina Francesco Curcio ha subito puntato su una ipotizzata interferenza per un’asta giudiziaria. Ed è emerso il sospetto che dietro ci fosse un mercimonio.
Il settore, quello dei fallimenti e delle misure di prevenzione, è molto delicato. E gli investigatori della Guardia di finanza delegati dalla Procura di Potenza a ficcare il naso in quello che si è scoperto essere un suk si sono mossi con una certa accortezza.
Finché non hanno scoperto che due soci di un’azienda finita in amministrazione giudiziaria sarebbero stati costretti a versare denaro per tentare di schivare le azioni giudiziarie. A quel punto hanno cominciato a convocare i testimoni e il coperchio è subito saltato dalla pentolaccia.
[…] Il perno attorno al quale tutto sarebbe ruotato, stando all’accusa, è proprio Errede, in passato pm nel caso del rapimento e omicidio del piccolo Tommaso Onofri e moralista nella vicenda delle nomine al Csm che coinvolse Luca Palamara.
Beccato a pronunciare queste parole con il dipendente di una concessionaria di automobili della quale stava curando una procedura di controllo giudiziario e dove aveva comprato una Mini Cooper: «Io non devo correre dietro a nessuno, che non ti dimenticare quello che sono e quello che rappresento a Lecce, cioè voglio dire, non ci dobbiamo stare a prendere in giro, se devo usare il potere lo uso, male ma lo devo usare con voi, che devo fare?».
L’avvertimento, secondo quanto ha ricostruito la Procura, era legato alla pretesa di restituire la Mini Cooper dopo un anno di utilizzo «alla medesima cifra, paventando presunti difetti alla centralina».
Il «potere» al quale faceva riferimento d’altra parte, hanno ricostruito i finanzieri, poteva esercitarlo come preferiva. Anche tramite le nomine di persone di sua fiducia scelti come coadiutori nelle procedure. Gli indagati sono 10. E tra questi, proprio per delle pressioni sugli amministratori giudiziari dei controlli per favorire la nomina di Antonio Casilli, è finito nei guai Alberto Russi («quest’ultimo convivente del giudice», annota il gip).
In altri casi sceglieva lui direttamente i curatori dei fallimenti. E agli incarichi corrispondevano, secondo l’accusa, dei regalini. Marcello Paglialunga, per esempio, diventa curatore fallimentare in una decina di procedure. Da lui, ha scoperto la Guardia di finanza, avrebbe ricevuto un Ipad 4 poi sostituto con un Iphone 13, una collana tennis di brillanti da 12.000 euro e un incarico legale per Russi con immediato versamento di un anticipo da 2.450 euro.
Una vicenda simile a quella che vede coinvolto Emanuele Liaci, nominato in una ventina di procedure di vendita. Il «prezzo del mercimonio della funzione giudiziaria pagato a Errede da Liaci», annota il gip, sarebbe stata «l’organizzazione e il pagamento di una crociera in Grecia» con tanto di «noleggio di una imbarcazione a vela» per Errede e i suoi cinque ospiti (tra i quali il compagno del giudice e la sorella Maria Grazia). Costo: 3.000 euro. […]
TRIBUNALE FALLIMENTARE DI LECCE - INDAGINI E ARRESTI
Altro incarico, altri regali. Questa volta le vittime sono note, perché finite nella storia dell’affare delle armi che Massimo D’Alema avrebbe tentato di mediare con il governo della Colombia: Paride e Giancarlo Mazzotta (il primo consigliere regionale in Puglia, il secondo ex sindaco di Carmiano).
Ai due, che avevano grane con la società di famiglia Pgh Barone di Mare, il commercialista Massimo Bellantone avrebbe fatto sapere che «per non incorrere in provvedimenti giudiziari più incisivi, bisognava sottostare alle richieste economiche della coppia Errede-Russi, bisognava individuare un commerciante di fiducia che avrebbe dovuto fornire al giudice un raro Rolex Daytona.
[…]
Regalo dopo regalo, il pm di Potenza ha cominciato a costruire i capi d’imputazione (ben 12), con le accuse di concussione, corruzione in atti giudiziari, turbata libertà degli incanti ed estorsione. Il gip di Potenza ha anche ordinato sequestri preventivi «nella forma diretta o per equivalente» a carico degli indagati, pari al «profitto illecito conseguito». Che nel caso di Errede corrisponde a 12.000 euro, più tutte le regalie.
TRIBUNALE FALLIMENTARE DI LECCE