C’È UN CLIMA PESANTE ALLA COP 28 – DOPO DIECI GIORNI DI NEGOZIATI, LA CONFERENZA DELL'ONU SULL'EMERGENZA CLIMATICA RISCHIA DI FINIRE CON UN FLOP. NELLA BOZZA DELLA DICHIARAZIONE FINALE NON SI PARLA DI “ELIMINAZIONE” DEI COMBUSTIBILI FOSSILI, MA DI UNA UNA VAGA “RIDUZIONE” – UE E STATI UNITI INSORGONO CONTRO IL PRESIDENTE DI TURNO, L'EMIRATINO AL JABER, CHE SOSTIENE LE INDICAZIONI DEI PAESI PRODUTTORI O ESPORTATORI DI PETROLIO. CON IL SILENZIO (ASSENSO?) DI PECHINO…

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1 – I COMBUSTIBILI FOSSILI? DA «RIDURRE» LA BOZZA DI COP28 SCONTENTA TUTTI

Estratti dell’articolo di Sara Gandolfi per il “Corriere della Sera”

 

cop28 a dubai cop28 a dubai

È cominciata la partita a scacchi alla Conferenza sul clima dell’Onu. Ieri pomeriggio, il presidente di Cop28, l’emiratino Sultan Al Jaber, ha messo sul tavolo del negoziato la sua proposta per il cosiddetto Global Stocktak , destinato a diventare la dichiarazione conclusiva di questo difficile e tesissimo vertice.

 

Una bozza di 21 pagine che, all’apparenza, è riuscita a scontentare tutti — per l’Unione europea è «insufficiente», per l’inviato Usa John Kerry «non mantiene in vita l’obbiettivo di 1,5°» — ma che apre la fase delle trattative finali verso un testo condiviso. I 198 partecipanti, dopo tanti buoni propositi e milioni di dollari promessi, devono decidere quale direzione vogliono prendere per affrontare la crisi climatica. Una cosa è certa: difficilmente la Cop chiuderà i lavori oggi come sperava Al Jaber.

sultan Al Jaber - sultano degli emirati arabi uniti sultan Al Jaber - sultano degli emirati arabi uniti

 

Il testo proposto dall’ospite emiratino non contiene più, come nelle precedenti bozze, un riferimento al «phase out» (eliminazione graduale) dei combustibili fossili. Il linguaggio è assai più sfumato, i tempi allungati. Chiede la «riduzione sia del consumo che della produzione di combustibili fossili in modo giusto, ordinato ed equo, per raggiungere le emissioni zero entro, prima o intorno al 2050, come raccomandato dalla scienza».

 

E include molti dei «desiderata» dei Paesi produttori o esportatori di petrolio, come la menzione della cattura e stoccaggio del carbonio (Ccs), una tecnologia giovane, costosa e poco efficiente, che però permette di continuare a pompare idrocarburi. Si cita il «phase down» (riduzione graduale) del carbone «non abbattuto» tramite tecnologia Ccs, anche se non c’è una definizione globalmente accettata di cosa sia il carbone «abbattuto».

 

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Il commissario Ue per il clima, Wopke Hoekstra ha definito la bozza «deludente e inaccettabile», pur salvando il riferimento alla cattura della CO2. Contrari anche gli Usa: «La sezione relativa alla mitigazione, compresa la questione dei fossili combustibili, deve essere sostanzialmente rafforzata, e la sezione sulla finanza contiene inesattezze che devono essere corrette», ha detto un portavoce del dipartimento di Stato.

 

[…]

AL GORE - COP28 A DUBAI AL GORE - COP28 A DUBAI

 

Nella bozza sono presenti però anche elementi positivi.

L’impegno a triplicare le rinnovabili e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030, che gode del consenso di un’ampia maggioranza. Ma anche il fatto che, per la prima volta in un testo della Cop, si chiede ai Paesi di «tagliare la produzione di combustibili fossili». Non piacerà al “fronte Opec” che vuole boicottare qualsiasi menzione delle energie fossili. Arabia Saudita, Iraq, Iran tacciono ma sono pronte a dare battaglia assieme alla Russia.

 

Anche la Cina per ora fa la Sfinge, ma sarebbe pronta ad accettare l’impegno a sostituire gradualmente le energie fossili con le rinnovabili, con tempi che permettano però ai Paesi in via di sviluppo di proseguire la loro crescita economica. […]

 

2 – IL BLUFF DELLA COP

Estratto dell’articolo di Nicolas Lozito per “la Stampa”

 

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Cop flop. Dopo dieci giorni di negoziati, l'asticella dei progressi è tornata alla base e le speranze sono sprofondate nei fondali del Golfo arabo. Ieri pomeriggio (ore 17 negli Emirati) è arrivata la nuova bozza dell'accordo finale della Conferenza di Dubai, il più importante appuntamento di diplomazia climatica dell'anno. Domani sarebbe previsto il giorno di chiusura, ma c'è ancora troppa distanza tra le parti. E visto che il documento dovrebbe essere approvato all'unanimità, il rischio è che si negozi a oltranza.

 

sultan Al Jaber - sultano degli emirati arabi uniti sultan Al Jaber - sultano degli emirati arabi uniti

Tutto ruota intorno a due parole. Perché nelle ventuno pagine fitte di linguaggi tecnici sono improvvisamente prive dell'espressione più discussa di queste due settimane: phase out. Phase out significa eliminazione graduale e si riferisce ai combustibili fossili: petrolio, gas e carbone la cui combustione genera emissioni di gas serra, quelli che provocano il cambiamento climatico.

 

Secondo le raccomandazioni della comunità scientifica e delle organizzazioni internazionali (l'Onu in cima alla lista), eliminare nei prossimi decenni dalle nostre economie le fonti fossili è l'unico modo per non causare innalzamenti di temperatura pericolosi.

 

GIORGIA MELONI - COP28 GIORGIA MELONI - COP28

[…]  È scomparsa dopo la pressione degli Stati più ricchi di idrocarburi. L'Opec, l'organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, sabato aveva chiesto ai suoi membri di opporsi a qualsiasi accordo che prevedesse la formula dell'eliminazione graduale. Nella bozza di ieri persino le parole "fonti fossili" sono scomparse quasi del tutto: vengono citate solo tre volte in un documento lungo 11.500 parole.

 

Le reazioni Presentando la bozza il presidente della Cop28, Sultan Al Jaber, ha detto: «È arrivato il tempo di decidere. Abbiamo fatto un grande passo in vanti, ma c'è ancora molto da fare. Il mondo ci sta guardando».

 

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Fino a ieri il "Sultano" aveva promesso una Cop28 "storica" – paragonabile alla Cop21 del 2015, quando gli Stati siglarono l'Accordo di Parigi. Ma ora a Dubai l'entusiasmo ha lasciato il posto a stupore, sgomento e addirittura rabbia. I piccoli Stati insulari, minacciati dall'innalzamento degli oceani hanno subito annunciato che «non firmeremo la nostra condanna a morte».

 

[…]  Al Gore, ex vicepresidente Usa ha commentato: «La Cop è ora sull'orlo del completo fallimento. Questa bozza sembra dettata parola per parola dall'Opec. È anche peggio di quanto molti avessero temuto». Una forte opposizione arriva anche dall'Unione europea, che negli scorsi giorni aveva spinto per il phase out. «Non possiamo accettare l'accordo», ha detto il ministro per l'Ambiente irlandese, capo negoziatore per l'Ue: «Ce ne andremo se il testo non cambia».

 

Bisogna per contro sottolineare i molti silenzi dei Paesi in via di sviluppo: non tutti sono pronti a eliminare i combustibili fossili che alimentano la loro crescita.

 

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Il testo presentato ieri come bozza serve anche da bilancio dei progressi fatti dall'Accordo di Parigi (global stocktake, nel gergo tecnico). […] Nella sua parte più inedita illustra una lunga lista di possibili soluzioni per ridurre le emissioni di gas serra. È la prima volta che un testo della Cop mostra strade concrete, anche se le parole scelte non restituiscono del tutto l'emergenza. I Paesi sono invitati a intraprendere «azioni che possono includere, tra l'altro:» e segue un elenco con otto voci che sembra un menù.

 

Possono triplicare le emissioni, raggiungere emissioni zero entro metà secolo, accelerare lo sviluppo di tecnologie di assorbimento di CO?, ridurre le emissioni di altri gas serra come il metano. E poi: «Ridurre sia il consumo che la produzione di combustibili fossili, in modo giusto e ordinato ed equo in modo da raggiungere emissioni nette zero entro, prima o intorno al 2050 in accordo con la scienza». […]

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