L’OPA DELLA VERITÀ - L’AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA CHIEDE AL FONDO AMERICANO KKR DI USCIRE ALLO SCOPERTO E DI RIVELARE LE SUE REALI INTENZIONI ENTRO SEI GIORNI - IL CAPO DI TELECOM CONFIDA NEL FATTO CHE GLI AMERICANI NON VOGLIANO IMPEGNARSI TROPPO E SI TIRINO FUORI DALL’OPA. ORA, ENTRO IL 4 APRILE, GLI AMERICANI DOVRANNO FORMULARE UNA PROPOSTA STRUTTURATA, CONFERMANDO IL PREZZO DI 0,505 EURO AD AZIONE O RETTIFICARLO (IL VALORE ATTUALE È 0,347)

-

Condividi questo articolo


Rosario Dimito per “il Messaggero”

 

PIETRO LABRIOLA PIETRO LABRIOLA

Aut aut di Tim a Kkr rispetto alle sue intenzioni di lanciare un'Opa sul gruppo italiano di tlc, chiedendogli di scoprire le carte in sei giorni. Ieri al cda dell'ex monopolista l'ad Pietro Labriola ha dato conto della risposta Tim di due giorni fa alla lettera di Kkr in cui tra l'altro, l'investitore ribadisce l'intenzione di effettuare una due diligence, cioè una indagine meticolosa contabile, gestionale, giuridica e regolamentare più ampia possibile.

 

henry kravis 1 henry kravis 1

Ma nella missiva di replica Tim di fatto provoca il fondo americano a uscire definitivamente allo scoperto, confidando probabilmente nel fatto che l'interlocutore non voglia impegnarsi troppo e si tiri fuori.

 

Il board non avrebbe quindi preso nessuna decisione su Kkr (e neanche su Cvc) che dovrà fare l'offerta entro il 4 aprile in vista del board del 7. Per quella data, in particolare, Kkr dovrà formulare una proposta strutturata trasformandola in binding, con possibilità di fare una due diligence confirmatoria che è di fatto una sorta di impegno a portare a termine l'operazione.

PIETRO LABRIOLA PIETRO LABRIOLA

 

Il fondo Usa dovrà confermare il prezzo proposto il 19 novembre di 0,505 euro o eventualmente rettificarlo. Non solo, Tim chiede a Kkr di svelare le condizioni alle quali eventualmente sarebbe condizionata l'offerta e sulle quali anche il cda dell'ex monopolista si impegnerebbe. Ieri il titolo ha chiuso a 0,34% euro (-0,12%) ancora molto lontano dalla proposta di Kkr.

henry kravis henry kravis

 

I PALETTI

Il consiglio di Tim ha sostanzialmente condiviso l'impostazione della missiva a Kkr che chiede ulteriore conto di alcune risposte ricevute riguardo la capacità finanziaria del fondo di fare fronte a un investimento che si attesta a circa 11 miliardi e al rifinanziamento dei 22,1 miliardi di indebitamento netto a fine 2021.

 

Da parte di Tim quindi si vuol far uscire allo scoperto l'interlocutore sul presupposto che Vivendi e Cdp restano freddi nei confronti di un'iniziativa esterna dagli sviluppi imprevedibili perché cederebbe a un investitore finanziario estero il controllo di un asset strategico per le infrastrutture di tlc su cui il governo può esercitare il golden power.

 

Pietro Labriola DI TIM Pietro Labriola DI TIM

E questo comunque metterebbe in discussione il piano Rete unica su cui il governo è fortemente mobilitato. Ecco perché alcuni consiglieri Tim ieri hanno fortemente sostenuto la posizione espressa da Labriola, autore del piano varato il 2 marzo sullo sdoppiamento del gruppo fra Enterprise ServiceCo e Netco. Nel board si sarebbe discusso anche della proposta non binding di Cvc sulla parte Enterprise ServiceCo ricevuta nei giorni scorsi: anche su questa iniziativa si esprimerà il cda del 7 che attende una proposta più concreta pure dall'investitore istituzionale londinese. r. dim.

PIETRO LABRIOLA 2 PIETRO LABRIOLA 2 kkr kkr luigi gubitosi luigi gubitosi PIETRO LABRIOLA PIETRO LABRIOLA

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

SULLA RAI ELLY NON SI È FATTA INFINOCCHIARE – IL MOTIVO CHE HA SPINTO SCHLEIN ALL’AVENTINO, OLTRE ALLA MANCATA RIFORMA DELLA GOVERNANCE DI VIALE MAZZINI, RIGUARDA LO STATO DELL’ARTE DEL PD – IL DUPLEX BOCCIA-FRANCESCHINI PUNTAVA A PIAZZARE UN PRESIDENTE DI GARANZIA CHIAMATO GIOVANNI MINOLI. UN NOME SU CUI ERA STATO TROVATO UN ACCORDO CON GIORGIA MELONI, GRAZIE AI CONTATTI DEL MARITO DI NUNZIA DE GIROLAMO CON GIAMPAOLO ROSSI – MA LA SEGRETARIA MULTIGENDER SI È RIFIUTATA DI PRENDERSI IN CARICO UN “INAFFIDABILE” COME IL MULTI-TASKING MINOLI – IL PROBLEMA DI ELLY È CHE NON HA NESSUN UOMO DI FIDUCIA IN RAI. PIUTTOSTO CHE INFILARSI IN QUEL LABIRINTO PIENO DI TRAPPOLE, HA PREFERITO CHIAMARSI FUORI – LA MOSSA DI NARDELLA: HA LANCIATO LA SUA CORRENTE PER STOPPARE FRANCESCHINI, CHE PUNTA A PASSARE IL TESTIMONE ALLA MOGLIE, MICHELA DI BIASE...

DAGOREPORT - RICICCIANO LE VOCI SU UNA FUSIONE TRA RENAULT E STELLANTIS. MA QUESTA POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA – E' MACRON CHE SOGNA L'OPERAZIONE PER CREARE UN COLOSSO EUROPEO DELL'AUTOMOTIVE (LO STATO FRANCESE È AZIONISTA DI ENTRAMBI I GRUPPI) E, CON IL GOVERNO DI DESTRA GUIDATO DA BARNIER, A PARIGI NESSUNO OSERA' OPPORSI - E JOHN ELKANN? NON GLI PARE IL VERO: SI LIBEREREBBE DI UNA "ZAVORRA" E POTREBBE VELEGGIARE VERSO NEW YORK O LONDRA, PER FARE QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE (E IN CUI È BRAVISSIMO): INVESTIMENTI E ACQUISIZIONI TRA LUSSO E TECH. TOLTASI DAI COJONI L'EX FIAT, NON AVREBBE PIÙ RAGIONE DI TENERSI “REPUBBLICA” E “STAMPA" E LE FAIDE CON IL COMITATO DI REDAZIONE

È ARRIVATA L’ORA DI PIER SILVIO? SEGNATEVI QUESTA DATA SUL CALENDARIO: APRILE 2025. POTREBBE ESSERE IL MOMENTO DELLA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI JR – “PIER DUDI” POTREBBE APPROFITTARE DI UNA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA PER RIPERCORRERE LE ORME DEL PADRE: METTERE IN PIEDI UNA NUOVA FORZA ITALIA, APERTA A DIRITTI E MINORANZE, EUROPEISTA E ATLANTISTA. A QUEL PUNTO, LE ELEZIONI ANTICIPATE SAREBBERO INEVITABILI – ORMAI È CHIARO CHE IL GOVERNO MELONI NON CADRÀ MAI PER MANO DELL’OPPOSIZIONE, SPOMPA E INETTA, MA SOLO ATTRAVERSO UN’IMPLOSIONE DELL’ALLEANZA DI DESTRA-CENTRO - LA DIFFIDENZA DI MARINA, TERRORIZZATA DALL'IPOTESI CHE IL FRATELLO FINISCA FAGOCITATO DA BATTAGLIE MEDIATICHE E GIUDIZIARIE, COME IL PADRE...