Andrea Sparaciari per "it.businessinsider.com"
“Prenota subito, è l’ultima camera disponibile”. “Approfitta ora, tra poco questo prezzo non sarà più opzionabile”. O ancora: “Stanza scontatissima”. Per quanti ormai pianificano le proprie vacanze online, sono frasi divenute normali nei vari siti di prenotazione.
Soprattutto su Booking.com, il gigante olandese delle vacanze fai da te nato nel lontano 1996 ad Amsterdam. Peccato che l’Unione Europea abbia scoperto che una buona parte di questi annunci siano falsi. O meglio, “manipolatori”.
Quindi l’ultima camera prenotabile di una struttura non è l’ultima; il prezzo sul punto di scomparire, poi non scompare; la suite scontatissima non lo è affatto, ma solamente quotata secondo il periodo turistico di riferimento.
Una vera e propria azione di mistificazione perpetrata per anni ai danni di milioni di utenti, portata avanti da una delle aziende di ecommerce più grandi del globo, che raggruppa alberghi, bed and breakfast, case vacanze, alloggi ma anche castelli, case sull’albero, tende, igloo, ecc. Il tutto prenotabile dal sito e attraverso le app disponibili in oltre 40 lingue.
Tanto che per la Commissione europea – e per le varie autorità di tutela dei consumatori degli stati membri – ce n’era abbastanza per bastonare la piattaforma. Un’azione durata oltre un anno, che ha portato il 20 dicembre scorso alla firma di un accordo secondo il quale Booking.com si impegna a dire la verità. Il limite deciso per iniziare a proporre offerte reali è il 16 giugno 2020.
Da quella data, infatti, il gigante tecnologico dovrà abbandonare “le tecniche manipolatorie”, modificando le proprie procedure, per:
Rendere chiaro ai consumatori che qualsiasi dichiarazione come “ultima camera disponibile!” si riferisce solo all’offerta sulla piattaforma Booking.com;
Non presentare un’offerta a tempo limitato se lo stesso prezzo sarà ancora disponibile in seguito;
Chiarire come vengono classificati i risultati e se i pagamenti effettuati dall’erogatore del servizio ricettivo a Booking.com hanno influenzato la sua posizione nell’elenco dei risultati;
Garantire che sia chiaro quando un confronto dei prezzi si basa su circostanze diverse (ad es. Date di soggiorno) e non presenta tale confronto come sconto;
Garantire che i confronti dei prezzi presentati come sconti rappresentino risparmi reali, ad esempio fornendo dettagli sul prezzo della tariffa standard preso come riferimento;
Visualizzare il prezzo totale che i consumatori dovranno pagare (compresi tutti gli oneri, le tasse e le tasse inevitabili che possono essere ragionevolmente calcolati in anticipo) in modo chiaro e rilevante;
Mostrare gli alloggi esauriti in una posizione nei risultati adeguata ai criteri di ricerca;
Indicare chiaramente se un alloggio è offerto da un host privato o da un professionista.
Le modifiche alla piattaforma dovranno essere comunque operative al massimo entro luglio 2020, ha stabilito Bruxelles, e le autorità nazionali di protezione dei consumatori dovranno vigilare con attenzione sulla loro attuazione.
“In quanto leader del mercato, è vitale che società come Booking.com si assumano le proprie responsabilità assicurando che non ci siano tecniche manipolatorie dietro i sistemi di prenotazione, come fare pressione sugli utenti oppure presentare in modo sbagliato gli sconti”, ha detto il Commissario europeo alla giustizia e ai consumatori Didier Reynders.
Da parte sua, Booking.com ha dichiarato di “aver collaborato volontariamente con la Commissione per assumere impegni a favore dei consumatori dell’UE. Alla fine Booking crede in una legislazione e standard chiari che si applicano a tutti gli operatori del settore, al fine di creare condizioni di parità e standard coerenti per i consumatori”, ha affermato la società in una nota ufficiale.
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