(ANSA) - SYDNEY, 06 APR - Papa Francesco rivendica immunità legale come capo di Stato per respingere una richiesta di risarcimento danni presentata da due uomini aborigeni per la mancanza di protezione da un sacerdote, Michael Glennon, che abusò sessualmente di loro per anni quando erano bambini, tra il 1983 e il 1990.
Lo riferisce oggi il Sydney Morning Herald citando documenti presentati alla Corte Suprema dello stato di Victoria da avvocati rappresentanti il Papa, che indicano l'intenzione di affidarsi alla forma giuridica unica in diritto internazionale, dello Stato della Città del Vaticano. I querelanti considerano responsabili di riflesso (vicariously) l'arcivescovo di Melbourne Peter Comensoli e lo stesso papa Francesco per le presunte manchevolezze dei loro predecessori, che consentirono a Glennon con continuare ad abusare di minori per anni dopo che personalità di livello nella Chiesa, in Australia e a Roma, sapevano che era un pedofilo.
In risposta, i legali per papa Francesco hanno contestato la competenza della corte, sostenendo che come sovrano della Città del Vaticano e della Santa Sede, il Papa è un capo di stato, e sotto la legge australiana è immune da procedimenti davanti a tribunali australiani. Un argomento che rispecchia difese legali che la Chiesa ha impiegato con successo in Europa e in Usa, ma non è stata mai provata in Australia.
La legale dei due uomini, Angela Sdrinidis, sostiene che papa Francesco deve rispondere come responsabile di riflesso per l'inazione a quel tempo del suo predecessore Giovanni Paolo II. "Assistiamo a un ricorso a una difesa legale tecnica per evitare una responsabilità diretta per i reati di preti pedofili", aggiunge.
papa francesco MICHAEL GLENNON