Matteo Persivale per il "Corriere della Sera"
BILL GATES JEFFREY EPSTEIN PREMIO NOBEL
Il passatempo preferito di Bill Gates, da bambino, era leggere l' enciclopedia, in sequenza, tutta intera, dalla A in poi.
Nel suo libro del 1995, La strada che porta a domani , parla di come i documenti digitali interattivi abbiano reso le enciclopedie mille volte più semplici da consultare, e fa un esempio. Se cerchiamo una lista dei vincitori dei premi Nobel, spiega Gates, possiamo dividerli per categorie, per anno, eccetera, senza bisogno di leggere tutto l' elenco completo.
Ecco, i premi Nobel. Al liceo Lakeside di Seattle, i compagni dicevano che «Bill il genio» avrebbe sicuramente vinto un Nobel. E il 27 giugno del 2008, ultimo giorno di lavoro a Microsoft, la piccola startup da lui fondata con l' amico Paul Allen nel 1975, si disse da più parti che Gates lasciava la sua azienda per dedicare tutto il suo tempo non alla famiglia come fanno i baby-pensionati, ma per vincere il Nobel per la pace.
Il «computer guy», il tizio dei computer come lo chiamavano sprezzanti ai convegni medici quando lui non sentiva, leggeva da anni libri di chimica, medicina, entomologia. Si convinse che sarebbe possibile eradicare la malaria, una malattia che fa mezzo milione di morti l' anno, specialmente bambini, specialmente nei Paesi in via di sviluppo.
Da quando la fondazione Bill & Melinda Gates ha deciso di cancellare la malaria i casi sono diminuiti del 57%, uno dei grandi successi della storia della scienza. La regina d' Inghilterra l' ha nominato Cavaliere Comandante dell' Impero Britannico, e non può essere chiamato «Sir Bill» solo perché non è cittadino britannico (e suddito della Corona), e Bill ha vinto premi un po' ovunque.
Tranne il Nobel. Eppure - è un segreto di Pulcinella - al di là delle dichiarazioni pubbliche, Gates teneva in preallarme la fondazione, ogni anno, nel giorno della comunicazione del vincitore del Nobel per la pace: doveva sempre esserci qualcuno pronto a rispondere al telefono, nonostante le nove ore di fuso orario tra la Svezia e Seattle.
Ieri, il magazine online Daily Beast spiegava che l' imprudente, incomprensibile, rischiosissima frequentazione di Gates con il miliardario pedofilo Jeffrey Epstein (morto in carcere nel 2019) che ne sta gravemente danneggiando la reputazione e avrebbe provocato il divorzio dalla moglie Melinda, era dovuta al suo desiderio di vincere il Nobel - Epstein, intrallazzone della finanza internazionale con una lunga lista di clienti istituzionali e amici potentissimi, era l' uomo giusto per far presa sull' Accademia?
JAMES STALEY - LAWRENCE SUMMERS - EPSTEIN - BILL GATES - BORIS NIKOLIC
«Eravamo consapevoli del rischio per la reputazione della fondazione e di Bill e Melinda - ha detto un ex dipendente della fondazione al Daily Beast - Bill pensava che Jeffrey sarebbe stato in grado di aiutarlo, che avrebbe conosciuto le persone giuste, che avrebbe trovato il modo per aggiustare le cose in modo da poter ottenere il Premio Nobel per la pace, che è ciò che Bill vuole più di ogni altra cosa nel mondo». E poi la conclusione, sublime understatement: «Penso che alla fine sia rimasto deluso che non abbia funzionato».
Un altro grande intrallazzone della nostra epoca, il petroliere Armand Hammer (1898-1990), messaggero diplomatico top secret tra Washington e Mosca, fece di tutto per vincere il Nobel: dopo la sua morte si scoprì che a forza di pressioni (e elargizioni) arrivò a un solo voto dal premio. Che però quell' anno fu assegnato a un concorrente, il Dalai Lama. Hammer era proprietario del Codice Leicester leonardesco, che ribattezzò Codice Hammer. Dopo la sua morte, gli eredi hanno messo all' asta quel tesoro leonardesco. Dal 1994 è di Bill Gates.
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