Estratto dell'articolo di Corrado Zunino per “la Repubblica”
[…] Oggi quasi duecento istituti scolastici — 198, esattamente — hanno approvato nel silenzio un nuovo regolamento interno: ogni studente che ne faccia richiesta può cambiare nome e identità sessuale. Il regolamento alias, ecco. […]
Fu pioniere, nel Paese, il Liceo delle arti di Trento e Rovereto (tre plessi), che il 25 giugno 2020 con una delibera di Consiglio istituì l’adozione della procedura «atta a garantire la tutela degli studenti e delle studentesse che abbiano intrapreso il percorso di riattribuzione di genere, prevedendo la possibile attivazione — su istanza del soggetto interessato — di una carriera alias». Il regolamento, all’articolo 1, prevedeva di «garantire ai ragazzi in transizione la possibilità di vivere in un ambiente di studio sereno, attento alla privacy e alla dignità dell’individuo».
[…] Da allora, uno studente può chiedere, e ottenere, un appellativo diverso da quello registrato all’anagrafe, un nuovo nome di battesimo che apparirà sul registro elettronico e in calce a un compito in classe. Il “nome alias”, non avendo una legge nazionale che lo accompagna, non può essere usato — per esempio — per l’esame di Maturità, «ma consente di vivere gli anni della scuola sentendosi riconosciuto per quello che sei», spiega Ilaria Ruzza, responsabile di Sat-Pink, sportello di accoglienza trans del Veneto.
[…] L’unica regione priva di regolamenti alias per studenti, oggi, è la Valle d’Aosta. Nel Lazio, leader con 36 scuole coinvolte, la provincia di Roma conta 28 sedi attive. […] La carriera scolastica alias è figlia delle rivendicazioni degli universitari italiani, che negli ultimi dieci anni hanno portato il percorso all’interno di 39 atenei, ma passa sui corpi e i conflitti aperti da otto studenti e studentesse di scuola.
Ethan, Elias, Gabriella e gli altri hanno scelto di scontrarsi, quasi sempre aiutati dai compagni, con un professore o una preside per veder riconosciuta l’identità reale, per poter andare, per esempio, nel bagno dei maschi. Andrea, due anni fa studente del Liceo Cavour di Roma, a proposito del nome sul registro ricorda: «Ogni volta che facevano l’appello e mi chiamavano Anna era una coltellata».