LA SCUOLA DELLA VERGOGNA - BOTTE E SPUTI A UNA DISABILE IN CLASSE MA LEI RESTA A GUARDARE: PROFESSORESSA SOSPESA PER 20 GIORNI E STIPENDIO DECURTATO DEL 50% - DENUNCIATI I 4 BABY BULLI COINVOLTI

La sanzione nei confronti dell’insegnante di un istituto alberghiero in provincia di Vercelli che non intervenne mentre tre studenti inveivano su una ragazza disabile con botte e sputi e un'altra riprendeva col telefonino la scena - I 4 minorenni coinvolti sono stati tutti sanzionati: due di loro sono stati sospesi fino alla fine dell’anno..

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Giuseppe Orru’ per “la Stampa”

 

SCUOLA BOTTE A UNA DISABILE SCUOLA BOTTE A UNA DISABILE

È stata sospesa per venti giorni l’insegnante che non intervenne mentre tre compagni di classe inveivano su una ragazza disabile con botte e sputi, sotto l’occhio del telefonino. L’episodio è avvenuto a gennaio all’istituto alberghiero «Giulio Pastore» di Varallo Sesia, in provincia di Vercelli.

 

Il filmato, 24 secondi di vergogna, ha iniziato a girare via whatsapp sui telefonini degli studenti e poi su facebook, fino alla segnalazione ai carabinieri della stazione di Varallo Sesia, in provincia di Vercelli, che a marzo sono entrati a scuola e hanno denunciato quattro minorenni.

 

La reazione del ministero dell’Istruzione è stata immediata. È stata subito inviata un’ispettrice nell’istituto alberghiero, uno dei più blasonati del Vercellese, che ha raccolto testimonianze e ascoltato l’insegnante presente in aula in quel momento.

 

L’Ufficio scolastico regionale di Torino ha aperto un procedimento disciplinare che si è concluso con la sospensione e lo stipendio decurtato del 50 per cento a Elena Agliotti di Serravalle Sesia, l’insegnante di inglese che compare più volte nel video finito in rete e a cui la ragazzina disabile si rivolge in lacrime: «Guardi, mi sputano». 
 

Sanzioni rapide

ragazzina disabile ragazzina disabile

Le punizioni sono arrivate in fretta. A partire dalla denuncia alla Procura della Repubblica dei minori dei quattro ragazzi coinvolti, tre che picchiavano e sputavano e una che riprendeva col telefonino, alunni tra i 15 e i 16 anni della classe 1ª A.

 

Poi il consiglio d’istituto che ha sospeso due di loro fino al termine dell’anno scolastico (con bocciatura praticamente certa), strumenti di reinserimento con attività socialmente utili e altri due per due mesi, con la possibilità di seguire percorsi di studio durante il periodo di punizione, per cercare di restare al passo col programma.
 

Adesso la decisione dell’Ufficio scolastico regionale di Torino, che sulla vicenda mantiene il riserbo. «Abbiamo avviato un procedimento disciplinare - dice Gianluca Lombardo, dirigente dell’ufficio legale, contenziosi e disciplinare - che si è concluso con una sanzione a carico dell’insegnante». La professoressa si è potuta difendere con memoriali e nelle occasioni in cui è stata ascoltata dagli ispettori ministeriali. 
 

Le reazioni a scuola

Venti giorni. Un dirigente scolastico può infliggere al massimo dieci giorni di sospensione per un docente, ma per sanzioni più gravi devono intervenire gli uffici del ministero.

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«Non voglio entrare nel merito della sanzione - dice Silvano Gardinale, preside dell’istituto alberghiero di Varallo Sesia -; in questi ultimi giorni di scuola, con le ultime interrogazioni e verifiche, ho dovuto provvedere ad assegnare sei ore in esubero a tre insegnanti, trattandosi di una cattedra da 18 ore. Il reintegro in servizio della docente dovrebbe avvenire a esami di maturità in corso; per fortuna lei non era membro della commissione interna».
 

Resta a guardare la famiglia di Greta, una delle ragazze che nel video si scaglia contro la compagna di classe. Lei, la prima a chiedere pubblicamente scusa, è stata quella che ha pagato più a caro prezzo, con la sospensione fino al termine delle lezioni e una sassaiola mediatica sui social network; poche settimane dopo l’accaduto ha abbandonato la scuola.

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«Stiamo ancora attendendo la fine delle indagini del Tribunale dei minori di Torino. Inoltre aspettiamo di capire se la Procura vorrà accertare, come speriamo, le responsabilità degli insegnanti - dice l’avvocato Alessandra Guarini, che ha subito ipotizzato responsabilità anche della scuola -; se così fosse potremmo ritenerci parte offesa e costituirci parte civile».

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