Matteo Mion per ''Libero Quotidiano''
In Veneto biastemar xe come cantar, ma chi canta prega due volte. Non ce ne voglia l' Altissimo se talvolta il verbo scivola: nulla di personale, solo uno sguaiato intercalare lessicale. Il Sindaco di Saonara in provincia di Padova ha, però, deciso di punire con una sanzione di euro 400 chi bestemmia e il nuovo art. 12 del regolamento di polizia urbana recita "A salvaguardia del decoro, dell' igiene, della pulizia, della sicurezza e dell' immagine urbana è vietato bestemmiare contro le divinità di qualsiasi Credo o religione e proferire turpiloquio nei luoghi pubblici o comunque aperti al pubblico, poiché considerati atti contrari alla pubblica decenza e alla sensibilità di persone terze presenti".
Da avvocato immagino con divertimento la pioggia di ricorsi e le contestazioni sulla sensibilità di terzi e mi domando se i vigili locali conoscano tutte le lingue e le divinità planetarie per sanzionarne le offese. Queste, però, sono quisquilie da azzeccagarbugli e quindi mi limito al Dio nostrano, pur conscio che - come scriveva il greco Senofane 2500 anni fa - "se i buoi disegnassero, rappresenterebbero gli dei a loro forma e somiglianza".
IN QUATTRO LINGUE
Il Comune informerà i cittadini con volantini in quattro lingue (italiano, inglese, romeno e cinese) così chi bestemmia non dovrà più recarsi dal Parroco per farsi prescrivere Atti di Dolore e Ave Maria, bensì immediatamente in tesoreria comunale per compilare il bollettino prestampato con l' espiazione laica di euro 400. Non è ancora chiaro se all' atto del pagamento il bestemmiatore dovrà mettere la crocetta sul Dio oggetto di blasfemia, ma il primo cittadino tiene a sottolineare che «al di là degli aspetti religiosi è un fatto culturale che vale anche per Allah, Buddha o Maometto».
Non vogliamo neanche minimamente dubitare che si tratti di un provvedimento per fare cassa, ma, tenuto conto degli stipendi medi e della possibilità di recidiva, i bestemmiatori o si danno una regolata o dovranno fare un mutuo. Disoccupati e nullatenenti potranno sbizzarrirsi, salva la commutazione della sanzione pecuniaria in lavori socialmente utili quali la pulizia del sagrato della chiesa.
TURPILOQUIO
Scherzi a parte e divagazioni multiculturali a parte, l' iniziativa è lodevole perché il turpiloquio è volgare e fastidioso contro chiunque sia diretto ancor più se invasivo della sfera religiosa altrui.
Nell' applicazione pratica l' iniziativa appare, però, velleitaria al pari di quella che ha vietato lo spritz in spiaggia. Estirpare la cattiva abitudine dei Veneti di bestemmiare tramite delibera comunale è utopia e mi fa tornare alla memoria il cartello all' ingresso dell' azienda vitivinicola di mio nonno: "Vietato bestemmiare". Poi tra un verduzzo e un prosecco la cantilena degli operai inanellava performance blasfeme da far rizzare i capelli al più misericordioso degli Altissimi, ma i bestemmiatori erano tutte degnissime persone "casa e chiesa" come si usa dire da queste parti.
Verrebbe da dire: ma se uno va in chiesa ogni domenica perché poi bestemmia? In realtà l' offesa è diretta al governo, al fisco, al Macron di turno (per fare esempi non a caso) e l' Onnipotente viene "tirato in mezzo" quasi a tutela della razza Piave da simili sfortune. È difficile spiegare il senso di pudore dei Veneti diversamente italiani ai connazionali, ma ce l' hanno molto più con loro stessi incapaci di non essere sgobboni e corretti che con i Santi.
ROCCO SCHIAVONE E LA BESTEMMIA SUI GIORNALE TEDESCO
La dimostrazione è proprio la delibera di Saonara: quale altra comunità in Italia si autosanziona perché bestemmia? Nessuna! È il nostro atavico senso di colpa unito a pudicizia e rigore ai limiti dell' autolesionismo che a Roma e ai romani induce un ghigno compassionevole e beffardo. Mi permetto di suggerire alla politica un metodo statisticamente più sicuro per ridurre le bestemmie dei Veneti: concedere l' autonomia e Amen!