SENZA GREEN JOHN NON PASS - JOHN MALKOVICH È STATO RIMBALZATO DALL’HOTEL DANIELI DI VENEZIA: L’ATTORE, IN LAGUNA PER GIRARE LA SERIE TV AMERICANA “RIPLEY”, NON AVEVA IL GREEN PASS ED È STATO RESPINTO ALLA RECEPTION – PARE CHE LUI L’ABBIA PRESA DIPLOMATICAMENTE MENTRE LA PRODUZIONE CORREVA FRENETICAMENTE PER TROVARGLI UN ALLOGGIO HOLLYWOODIANO IN UNA CASA PRIVATA – INTANTO SUL SET CADONO COME MOSCHE: SU 300 PERSONE UN CENTINAIO SONO RISULTATE POSITIVE…

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Roberta Brunetti per “il Gazzettino”

 

john malkovich john malkovich

Al Danieli gli avevano riservato la suite più bella, con vista unica sul Bacino di San Marco. Scelta scontata per un ospite come John Malkovich, l’attore e regista di passaggio a Venezia per una due giorni di riprese di “Ripley”, la nuova serie tv americana ispirata ai romanzi di Patricia Highsmith. Ma quando l’artista è arrivato in laguna e si è scoperto che non aveva il green pass, le porte dell’hotel di lusso si sono chiuse.

 

Una sorpresa per la stessa produzione, che aveva prenotato l’albergo, all’oscuro della mancanza di lasciapassare verde di uno dei suoi attori di prestigio. Lui, Malkovich, l’ha presa senza scomporsi: aria flemmatica, sguardo magnetico, pare abbia ingannato l’attesa facendo spese in un vicino supermercato. Intanto, in tutta fretta, la produzione gli ha trovato una sistemazione alternativa, in una casa privata, immaginiamo all’altezza delle aspettative hollywoodiane.

 

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Imprevisti che capitano, anche sui set, in questi tempi segnati dal Covid. Tra malattie, rinvii, no vax più o meno illustri coinvolti, le riprese veneziane di “Ripley”, iniziate subito dopo l’Epifania, stanno continuando come in uno slalom. Una settimana fa gli assenti da Covid hanno sfiorato il centinaio. Non pochi per una macchina che coinvolge in tutto circa trecento persone. Ma con qualche isolamento, un po’ di sostituzioni in corsa, una miriade di tamponi, anche questo intoppo pare ormai superato. E i soldi - che in questo settore, si sa, scorrono copiosi - aiutano.

 

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Per i tamponi, ad esempio, si sono organizzati in proprio, con una convenzione con un laboratorio privato e una sorta di ambulatorio allestito nel complesso della Pietà, a due passi da Piazza San Marco. Qui, ogni due giorni, tutti quelli che lavorano alla serie - dagli attori, ai tecnici, passando per le comparse - vengono sottoposti a un molecolare. Processato immediatamente, sul posto, per avere il risultato nel giro pochissime ore.

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LE RIPRESE Cercano così di correre meno rischi possibili gli organizzatori di questa serie che riproporrà sugli schermi televisivi il personaggio di Tom Ripley, truffatore, assassino, anima nera senza morale, che inizia la sua scalata al bel mondo con una insolita missione nell’Italia degli anni ‘50. A renderlo famoso al grande pubblico, nel 1999, fu il film di Anthony Minghella, “Il talento di Mr. Ripley”, con protagonista Matt Damon.

 

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Stavolta a interpretare il ruolo di Tom c’è Andrew Scott. Coprotagonista Dakota Fanning. Mentre alla regia c’è un altro big di Hollywwod, come Steven Zaillian, sceneggiatore di “Mission Impossible” e “Schlinder’s List”. Già rinviate di un anno, causa pandemia, le riprese sono iniziate in autunno, con un fitto programma tutto italiano.

Primo ciak ad Anzio, poi a Napoli, quindi in costiera amalfitana... Ora l’approdo a Venezia, dove le riprese dureranno un mese intero, sullo sfondo di tanti luoghi più o meno celebri della città lagunare.

 

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Già girate le immancabili riprese in Piazza San Marco, mentre una chiatta ha stazionato per giorni sul Canal Grande. Coinvolti anche tanti rii minori, campi come San Polo, San Maurizio, San Vio. E diversi palazzi privati, come lo stesso Hotel Danieli, dove si girerà nel celebre “campiello” d’ingresso. Riportata all’ambientazione d’epoca, per l’occasione, sarà anche la Stazione ferroviaria di Santa Lucia.

 

L’IMPENNATA Una lunga tappa veneziana, insomma, che ha coinciso anche con l’impennata dei contagi. Primo effetto il mancato arrivo sul set di Dakota Fanning, positiva. Solo qualche giorno di ritardo, in realtà - ora l’attrice è a Venezia, a girare - ma che ha costretto ad una riorganizzazione dei calendari. Si è detto, poi, dell’“imprevisto” Malkovich, risolto in poche ore, una settimana fa, nei giorni in cui si sono anche moltiplicati i positivi: una sessantina scovati in un colpo, poi gli ulteriori contagi. Intoppi che ormai le produzioni mettono nel conto.

 

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Era toccato anche alle riprese del film con Tom Cruise, “Mission impossible 7”, che nell’autunno del 2020 aveva segnato il ritorno dei set in laguna dopo il lockdown. Riprese segnate da continui stop, per le assenze da Covid. Il sistema dei tamponi in proprio e ogni due giorni, per le grandi produzioni americane, fu provato allora. Oggi si continua.

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