SESSO IN CATTEDRA - IL PROF ACCUSATO DI SCOPARSI GLI STUDENTI LASCIA TUTTI GLI INCARICHI - UNA COLLABORATRICE: “HO SEMPRE PENSATO CHE NON VOLESSE DARE UN DISPIACERE AI GENITORI DICHIARANDOSI GAY”

Sarebbero dieci i ragazzini citati nella denuncia che ha fatto partire le indagini: si parla di rapporti sessuali e scambi di favori con minorenni - Intanto il professore molla scuola e associazione: “Sono un uomo fallito” - Una sua collaboratrice: “Era un uomo di grande cultura ma era anche molto, troppo solo”...

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Vera Schiavazzi per “La Repubblica

 

FABRIZIO PELLEGRINO FABRIZIO PELLEGRINO

Dimissioni dalla presidenza dell’Associazione culturale Marcovaldo («Io sono finito, Marcovaldo no»), la più importante e autorevole della zona, e richiesta di aspettativa dal lavoro di insegnante di italiano nella scuola media di Costigliole Saluzzo. Si difende così Fabrizio Pellegrino, il docente cinquantenne che solo una settimana fa ha saputo di essere indagato per atti sessuali su minori e altri reati dello stesso genere.

 

La sua casa, una bella cascina ristrutturata con un grande porticato in una frazione di Dronero, è stata perquisita giovedì notte, i carabinieri non hanno trascurato neppure il vivaio di rose antiche che erano la passione del prof e della madre Imelda («Non so chi possa volere così male a mio figlio, non chiudo occhio da giorni», dice al telefono).
 

FABRIZIO PELLEGRINO FABRIZIO PELLEGRINO

Sarebbero dieci i ragazzini citati nella denuncia che ha spinto alle indagini i carabinieri di Saluzzo e la procura di Torino, ma solo per tre di loro, fino a oggi, gli inquirenti avrebbero già trovato dei riscontri grazie alle intercettazioni e alla perquisizione della casa e del pc di Pellegrino. E ieri l’indagato ha incaricato della sua difesa due avvocati cuneesi, Michela Rosso Nolasco e Leonardo Roberi, poi ha scritto il suo addio ai più stretti collaboratori di Marcovaldo: «Io sono finito, ma non voglio che siate coinvolti», invitandoli a una riunione per oggi pomeriggio.
 

Le accuse sono pesanti: Pellegrino insegna da oltre dieci anni alle scuole medie di Costigliole, e in precedenza era già stato docente in altri istituti, tra i quali il Collège Val Maira di Stroppo, un piccolo convitto di montagna vicino a Dronero, dove negli anni Novanta i genitori di due allievi lo avrebbero già denunciato, ottenendo un congruo risarcimento. Le notizie che filtrano dalle indagini parlano di rapporti sessuali e scambio di favori con ragazzi ancora minorenni, alcuni dei quali sarebbero stati ex allievi della scuola media, poi diventati liceali e attirati con la promessa di un lavoro o di un semplice stage nelle sue attività culturali: mostre, festival e visite nelle dimore storiche della zona, corsi di formazione per 100 partecipanti.
 

FABRIZIO PELLEGRINO FABRIZIO PELLEGRINO

Cresciuto nella Democrazia Cristiana che dominava lo scenario politico locale,
giovane assessore alla cultura nel suo paese d’origine, Caraglio, Fabrizio Pellegrino ha fondato nel 1990 l’Associazione Marcovaldo, che, negli anni, è cresciuta fino a diventare la più importante realtà di produzione e gestione di eventi culturali nel sud del Piemonte.

 

Dopo il primo, grande recupero, quello del Filatoio di Caraglio, il lavoro di Marcovaldo e del suo braccio operativo Artea si è esteso fino a coinvolgere il Convento dei Cappuccini sempre a Caraglio, il palazzo Sarriod de la Tour a Costigliole, il Castello del Roccolo a Busca, il Forte di Vinadio. Gioielli di provincia, sui quali tuttavia quel prof così colto e dai modi suadenti, vestito con i suoi maglioncini a losanghe, sapeva attrarre fiumi di denaro pubblico, dalla Regione Piemonte alla Provincia di Cuneo a moltissimi Comuni.
 

Travolta dalla crisi e dai tagli alla cultura di due anni fa, Marcovaldo si stava risollevando grazie a buone mostre e a qualche collaboratore in meno. «Tutti tifavamo per loro — dice Fredo Valla, regista e autore del film cult “Il vento fa il suo giro” — e conoscevamo Pellegrino come un ottimo professionista». Il giudizio è sospeso.

 

«Vogliamo un’operazione-verità, ci serve che i fatti emergano al più presto», dice Livio Acchiardi, sindaco di Dronero. E una collaboratrice di Marcovaldo aggiunge: «Era una persona squisita, brillante, di grande cultura. Ma era anche molto, troppo solo, ho sempre pensato che non volesse dare un dispiacere ai genitori dichiarandosi gay».

 

 

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