SHARON VERZENI CONOSCEVA IL SUO ASSASSINO? – L’ULTIMA INDISCREZIONE EMERSA DAGLI AMBIENTI INVESTIGATIVI INDICA CHE NELLA NOTTE IN CUI LA BARISTA 33ENNE È STATA UCCISA, LE TELECAMERE HANNO IMMORTALATO NELLA ZONA DECINE DI PERSONE, TRA CUI UN UOMO IN BICICLETTA – IL PRELIEVO DEL DNA RIGUARDA ANCHE LE DONNE – LA CRIMINOLOGA ROBERTA BRUZZONE: “NON SI TRATTA DI UN’AGGRESSIONE IMPROVVISA, MA DI UN INCONTRO PROLUNGATO, DURANTE IL QUALE LA RAGAZZA HA INTERAGITO CON IL SUO CARNEFICE…”

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1. SHARON VERZENI, DIVERSE PERSONE FILMATE ALL'ORA E NELLA VIA DELL'OMICIDIO. «PRELIEVI DEL DNA ANCHE ALLE DONNE»

Estratto dell’articolo di Giuliana Ubbiali per www.corriere.it

 

sharon verzeni sharon verzeni

A piedi, in bicicletta, in automobile. Più persone si trovavano in via Castegnate, a Terno d’Isola, in un orario compatibile con quello dell’omicidio di Sharon Verzeni, alle 00.50 del 30 luglio.

 

Quante, viene mantenuto nel riserbo, ma sono «diverse» e di evidente interesse investigativo. In quella cerchia può nascondersi l’assassino e trovarsi più di un testimone, se non dell’aggressione almeno del passaggio di qualcuno da segnalare. «Chi sa parli», è stato fin da subito l’appello degli inquirenti che, a distanza di 18 giorni, ribadiscono come sia «necessaria la collaborazione» di chi possa aver visto qualcosa.

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Terno d’Isola non era deserta la sera dopo la mezzanotte, quando Sharon Verzeni è uscita a camminare su consiglio della dietologa. C’era qualche movimento anche in alcune strade laterali  […]

 

[...] diverse persone sono state convocate per spiegare perché si trovassero lì. Ma è chiaro che l’attenzione sale più ci si avvicina alla via dell’aggressione. Per ora, chi circolava lì ed è stato identificato (cosa non facile e non terminata) dice di non aver visto nulla di sospetto.

 

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Che la via non fosse deserta lo dimostra il passaggio della ragazza che per prima si è imbattuta in Sharon, appena ferita e ancora in piedi. Saranno stati venti secondi dopo la chiamata della vittima al 112 per chiedere aiuto. La ragazza si è spaventata e ha tirato dritto, per poi tornare indietro, trovando i due fidanzati che nel frattempo si erano fermati per soccorrere la 33enne, a quel punto già a terra. Loro tre dicono di non aver visto nessuno scappare.

 

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[…] Acquisisci i filmati, estrapoli targhe e volti, dai un nome. Non è così immediato. Ai carabinieri, coordinati dal pm Emanuele Marchisio, serviranno mesi per visionarli tutti (più di 60 telecamere). Soprattutto, per completare i passaggi successivi.

 

Vanno identificate le decine di persone che circolavano tra mezzanotte e le 00.50 di martedì 30 luglio, tenendo conto dei diversi sistemi di sorveglianza, che più filmati sono di bassa qualità, che era notte e i lampioni possono sfalsare le ombre.

 

Agli intestatari delle vetture si può risalire dalla targa, sempre che si veda. Ai ciclisti e ai pedoni è più difficile. Si guarda l’abbigliamento, si zoomma sul volto e, se si riesce a tracciare i lineamenti, non è comunque finita. A chi è registrato all’Anagrafe, si arriva dalla foto dei documenti. Su chi non lo è, si indaga tramite le sue frequentazioni, non sempre collaborative.

 

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Perché ore di video

Pochi istanti in 200 metri. L’omicidio è stato fulmineo, con tre coltellate alla schiena e una allo sterno, ma non per questo motivo l’arrivo e la fuga dell’assassino sono stati altrettanto veloci.

 

Il killer potrebbe essere stato in via Castegnate già tempo prima del passaggio di Sharon (c’è un piccolo parcheggio pubblico). E dopo averla aggredita potrebbe essersi nascosto (il palazzo al civico 29 ha un ampio giardino con grandi alberi), per allontanarsi in un secondo momento. Per questo motivo, la mole di filmati si estende alle ore precedenti e a quelle successive all’aggressione.

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Dna anche alle donne

Le indagini dei carabinieri non restano appese ai risultati del Ris, ma è innegabile che un Dna significativo (che al momento non risulta ancora) sui vestiti o sul corpo della vittima potrebbe dare un’accelerata alle indagini. […] i prelievi di saliva non sono concentrati sui residenti di via Castegnate.

 

Il Dna viene prelevato a categorie di persone diverse, decine per il momento, anche per escludere chi fosse legittimamente lì (come i soccorritori). Senza trascurare le donne. Anche ad alcune di loro è stato prelevato un campione genetico. In un’indagine al momento senza sospettati precisi e indicazioni medico legali in senso contrario, non si può escludere una mano femminile.

 

2. SHARON VERZENI, I TEST DEL DNA MIRATI, I SOSPETTI SU UN UOMO IN BICI. BRUZZONE: «CONOSCEVA IL SUO ASSASSINO: POCHI PASSI IN 50 MINUTI»

Estratto dell’articolo di Giovanni Ruggiero per www.open.online.it

 

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È sulle passeggiate serali di Sharon Verzeni che si sta concentrano il lavoro degli inquirenti a caccia dell’assassino della 33enne uccisa a Terno d’Isola poco prima dell’1 di notte del 30 luglio scorso. Nella zona ci sono circa 50 telecamere […] non si esclude che Verzeni potesse conoscere il suo assassino e magari già altre volte lo aveva incrociato nelle sue passeggiate serali.

 

L’uomo in bici la notte del delitto

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L’ultima indiscrezione emersa dagli ambienti investigativi indica che nella notte in cui Verzeni è stata uccisa, le telecamere hanno immortalato nella zona di via Castegnate, la via in cui è avvenuto il delitto, un uomo in bicicletta. Ci sono frame che individuano l’uomo proprio nell’ora dell’omicidio, mentre percorre la strada in contromano. Potrebbe trattarsi di un testimone cruciale per risalire all’assassino, ma potrebbe anche essere la stessa persona che ha accoltellato a morte con quattro fendenti la 33enne. Come spiega il Giorno, i carabinieri confermano che dalle immagini della videosorveglianza «sono ripresi molti soggetti a piedi, in bicicletta e in moto. E finché ognuno di loro non sarà identificato son odi interesse investigativo».

 

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[…] Un dettaglio su cui si concentra la criminologa Roberta Bruzzone sentita dall’AdnKronos: «La dinamica del delitto indica chiaramente che Sharon ha avuto un’interazione prolungata con il suo carnefice prima di essere uccisa». Secondo Bruzzone, Verzeni aveva «percorso 630 metri in 50 minuti». E proprio in quel lasso di tempo, il cellulare della 33enne aveva generato traffico. Non è ancora chiaro se si sia trattato di messaggi o chiamate. Se Verzeni fosse in contatto con la persona che l’ha uccisa, sarà l’analisi dello smartphone a chiarirlo. «Non si tratta di un’aggressione improvvisa – dice Bruzzone – ma di un incontro prolungato, durante il quale la ragazza ha interagito con il suo carnefice».

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[...]

 

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