Luca Bertevello per www.ilgazzettino.it
Non solo il coronavirus. L'Est asiatico sembra dispensare minacce a piene mani, stavolta sotto forma di polveri sottili. Ciò che è accaduto negli ultimi giorni ha pochi precedenti: le correnti gelide di inizio settimana hanno pescato aria continentale dalla zona del Mar Caspio e dei deserti del Karakorum che poi le correnti di Bora hanno riversato sui Balcani e sulla pianura padano-veneta.
Normalmente si tratta di correnti secche, che hanno il pregio di ripulire l'aria come è accaduto molte volte in passato dopo forti stagnazioni. Non è stato così. Intrappolate nel cuore del continente asiatico, le polveri inquinate si sono messe in marcia, catturate da queste correnti che, come un nastro trasportatore, le hanno depositate sulle nostre regioni. Ieri notte i valori di pm10 sono schizzati alle stelle in tutto il Nordest e rimarranno su concentrazioni straordinariamente elevate almeno fino alle prime ore di lunedì.
LE STAZIONI DI RILEVAMENTO
Non una bella notizia nel periodo di massima emergenza che sta vivendo il paese, dato che la correlazione fra elevate concentrazioni di smog e maggior incidenza di malattie respiratorie è scientificamente dimostrata. L'esposizione prolungata al pm10 porta ad avere una minor capacità di contrastare le infezioni alle vie respiratorie e può rendere perfino critica la condizione di quei pazienti che hanno problemi cronici. I dati delle centraline di rilevamento dell'Arpav fanno capire bene la portata del fenomeno: in un periodo, ultima decade di marzo, in cui la concentrazione media di polveri sottili si attesta storicamente fra i 20 e i 30 microgrammi per metro cubo, ieri c'è stato un picco di 164 nel parco dei Colli Euganei, di 237 in via Beccaria, 239 alla Bissuola, 226 in via Tagliamento e 235 a Rio Novo, tutte stazioni di rilevamento dislocate fra Mestre e Venezia; nella Marca Trevigiana punte di 225 in via Lancieri di Novara, a Treviso città, di 195 a Mansuè e di 167 a Conegliano. Non si sono salvate neppure Adria (171) e Legnago, 142. Si tratta di valori massimi, certo. Ma in molti casi il livello delle polveri sottili non è mai sceso sotto i 120 mg-m3 nell'intero arco delle 24 ore.
RECORD STORICI
Se possibile la situazione in alcuni zone attraversate dal flusso continentale sono state ancor peggiori: la vicina Lubiana ha raggiunto un picco di 400 microgrammi per metro cubo, record assoluto per la capitale slovena che mai da quando esistono le rilevazioni, aveva sperimentato un inquinamento di questa portata. D'altronde l'aria fredda, più pesante dell'aria calda, ha permesso al particolato di depositarsi negli strati più prossimi al suolo e lì rimarranno fino a quando non cambierà drasticamente la circolazione atmosferica.
CAMBIO DI SCENARIO
Questo dovrebbe accadere da lunedì quando torneranno scenari pienamente invernali su tutto il nord Italia con possibilità di rovesci nevosi innescati da aria fredda ma di contributo artico. A quel punto anche lo smog verrà spazzato via restituendoci un contesto più salubre. Ma fino ad allora c'è una buona ragione in più per restare dentro casa.