Estratto dell’articolo di Eleonora Camilli e Francesco Grignetti per “La Stampa”
Il sovraffollamento del carcere è un dramma di cui al ministero sono ben consapevoli. E i numeri aumentano. Ma non ci sono alternative. «Non è all'ordine del giorno uno sfollamento dei detenuti», ha spiegato al Parlamento il direttore generale delle carceri, Giovanni Russo. E intanto c'è una impennata di suicidi. «Una tendenza al rialzo che per noi è inspiegabile».
Dramma nel dramma, all'amministrazione penitenziaria hanno tagliato i fondi per psicologi e criminologi. «Protestavano giustamente per le paghe orarie – ha raccontato Russo – il cui ammontare era di 17 euro l'ora. Il Parlamento è intervenuto e ha portato il compenso orario tra i 30 e i 40 euro». Ma s'è pretesa l'invarianza di spesa, con il disarmante risultato che «avremo il 42% in meno di ore di psicologi». Insomma alle carceri italiane mancheranno proprio quegli specialisti che più servono.
sovraffollamento delle carceri
[…] Un carcere sempre più sull'orlo della crisi di nervi. Anche l'annullamento del dibattito a San Vittore sul libro di Giuliano Amato e Donatella Stasio dà l'idea di un universo molto chiuso. «Il caso – dice il magistrato – mi ha turbato. C'è stato evidentemente un fraintendimento sui tempi. Mi dispiace e mi scuso per l'amministrazione se c'è stata una nostra negligenza. Io personalmente e il Dap riteniamo un privilegio che il presidente emerito della Corte costituzionale venga a parlare negli istituti».
Senza psicologi, con celle sempre più affollate, affidandosi al buon cuore di volontari, cappellani e avvocati, il piano di Giovanni Russo è un puzzle di piccoli provvedimenti. Aspettando che siano pronti nuovi padiglioni entro il 2025, spera che diminuiscano i detenuti in custodia cautelare come ha spiegato il ministro Carlo Nordio: siccome con la sua riforma saranno tre giudici e non più uno solo a decidere degli arresti cautelari, pensa alla fine che saranno meno i ristretti in attesa di giudizio. Non è detto, però.
Si spera poi nel rimpatrio di detenuti stranieri con pene sotto i 2 anni. «Stiamo lavorando col Viminale per spingere sulle espulsioni, che possono essere effettuate senza il consenso del detenuto e senza che si debba valutare le condizioni di umanità detentiva nel proprio Paese, perché non andrebbero a scontare la pena». Peccato che questa normale del 1998 sia sempre stata poco applicata perché occorre comunque l'assenso dello Stato di origine del detenuto. «E c'è il problema dell'identificazione…».
Forse le cose andranno più lisce con l'Albania, che si è mostrata molto collaborativa per la gestione dei migranti e potrebbe riprendersi anche qualche centinaio di connazionali detenuti. «Al costo di 34 euro al giorno a detenuto, l'Albania ha stretto un accordo con il Regno Unito e accolto i detenuti albanesi che stavano scontando la pena su suolo britannico. Ci è venuto in mente di replicare lo stesso accordo. L'idea è di non dare soldi all'Albania, ma fornire servizi di tipo penitenziario: know how, addestramento, materiali».
Russo vorrebbe organizzare corsi di formazione nelle carceri albanesi a cura e spese dell'Italia. Ma se anche si arrivasse a un mero accordo economico, visto che il costo medio per un detenuto in Italia è di oltre 100 euro, «risparmieremmo il 66%». […]
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