(ANSA) - Quattro misure restrittive della libertà personale, a carico di 4 cittadini italiani, sono state eseguite dagli agenti della Digos della Questura di Milano, a Milano e Trieste a seguito di una inchiesta che ha permesso di individuare e disarticolare un'organizzazione clandestina - A.R. Avanguardia Rivoluzionaria - composta da giovanissimi che, ispirandosi ai gruppi suprematisti americani, perseguiva l'instaurazione di un nuovo ordine mondiale di matrice nazi-fascista, incitando alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici e nazionali.
L'inchiesta condotta dagli agenti della Digos di Milano, coordinati dal capo della Sezione Distrettuale Antiterrorismo della Procura di Milano Alberto Nobili e dal pm Enrico Pavone, ha portato a quattro misure restrittive della libertà personale nei confronti di giovanissimi di circa 20 anni, dell'obbligo di dimora con contestuale obbligo di presentazione giornaliera presso un Ufficio di Polizia.
NAZI-FASCISTI:PRONTI A PESTAGGI PER 'CREARE CAOS ASSOLUTO'
(ANSA) - Stavano pianificando un violento pestaggio ai danni di un uomo di origine straniera e religione musulmana, frequentatore di centri sociali, i 4 componenti dell'organizzazione neonazista colpiti da misure cautelari nell'inchiesta della Digos, coordinata dal capo del pool antiterrorismo milanese Alberto Nobili e dal pm Enrico Pavone. Il loro piano era quello di creare con questa (da non rivendicare nei loro intenti) e altre azioni il "caos assoluto" per favorire l'arrivo di un "dittatore". Accusati di associazione a delinquere, e tutti ventenni di buona famiglia, sono il primo gruppo di 'suprematisti' scoperti sul territorio milanese.
Stando a quanto ricostruito dalle indagini, i quattro giovani (tutti uomini, due nati nel 2000 e due nel 2001) stavano anche pianificando di ampliare i componenti del gruppo facendo "proselitismo" tra gli ambienti dell'estrema destra. Il loro piano, a quanto si è saputo, era di 'lunga portata', nel senso che progettavano una serie di azioni, come il pestaggio per il quale con mazze e bastoni si stavano preparando negli ultimi giorni (avevano individuato 'l'obiettivo' ma sono stati fermati prima), per "creare caos" e arrivare alla "rigenerazione di una dittatura".
Il gruppo clandestino, mentre preparava il pestaggio, si era dato anche alcune regole: la persona non doveva essere uccisa ma picchiata con violenza, l'uomo non andava insultato per il colore della sue pelle e l'azione non andava rivendicata, perché non si doveva capire chi stesse agendo in quel modo, appunto per creare confusione con questa e altre violenze simili. I quattro, stando a quanto riferito, sono tutti giovani, anche studenti universitari, con 'buone famiglie' alle spalle.