LO SMART WORKING NON SARA’ IL NUOVO MODO DI LAVORARE - JP MORGAN RIPORTA I BANCHIERI IN UFFICIO: DA LUGLIO TUTTI I DIPENDENTI DELLA BANCA DI WALL STREET (A ROTAZIONE) DOVRANNO TORNARE A LAVORARE IN PRESENZA. LA MOSSA RAPPRESENTA UN’INVERSIONE DI TENDENZA RISPETTO AD ALTRI GRUPPI AMERICANI, COME TWITTER, CHE HANNO LASCIATO LIBERTÀ DI SCELTA AI PROPRI DIPENDENTI. IL SISTEMA IBRIDO DI MICROSOFT

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Giuliana Ferraino per corriere.it

 

 

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Jp Morgan riporta i banchieri in ufficio. Dal primo luglio, a rotazione, tutti i dipendenti della banca di Wall Street dovranno tornare a lavorare in presenza. E’ il primo grande istituto di credito a segnalare che lo smart working non sarà il nuovo modo di lavorare o , almeno non quello prevalente, e ad annunciare un calendario preciso. La mossa rappresenta un’inversione di tendenza rispetto ad altri gruppi americani, soprattutto nella tecnologia dove invece alcune aziende, come Twitter ad esempio, hanno lasciato libertà ai propri dipendenti di scegliere se lavorare in ufficio o in smart working per sempre. Oppure hanno rinviato la scelta al prossimo anno.

 

«Sappiamo che molti di voi sono entusiasti di tornare, ma sappiamo anche che per alcuni, l’idea di tornare su base regolare è un cambiamento che dovrete gestire», ha scritto al personale in un memo interno il Ceo, Jamie Dimon.

 

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Gli uffici americani della banca saranno aperti per tutti i dipendenti dal 17 maggio, per riprendere l’abitudine di recarsi fisicamente al lavoro, prima che inizi la rotazione ufficiale. Anche se le presenze, per il momento, non dovranno superare il 50%, in linea con le linee guida federali. «Avendo gli Stati Uniti superato l’obiettivo di più di 200 milioni di vaccini anti Covid-19 e con più città e Stati che eliminano le restrizioni, apriremo i nostri uffici statunitensi a tutti i dipendenti lunedì 17 maggio, con un limite di occupazione del 50%», si legge nella nota inviata a tutti i dipendenti a livello nazionale.

 

JAMIE DIMON JAMIE DIMON

«Crediamo davvero che lavorare insieme e di persona sia importante per la nostra cultura, i nostri clienti, il nostro business e i nostri team», sottolinea Dimon nel memo interno. Ma già all’inizio di aprile, nella lettera agli azionisti, il banchiere aveva criticato lo smart working, scrivendo che i meeting su Zoom rallentano le decisioni e inoltre il lavoro da remoto penalizza i banchieri junior, che non possono imparare «il mestiere» dall’esempio e dal rapporto quotidiano con i più banchieri più esperti, secondo il tradizionale modello applicato dalla banca d’affari. E aveva anticipato che alla fine della pandemia meno del 10% dei dipendenti della banca avrebbero lavorato in smart working a tempo pieno. Le filiali estere di JPMorgan continueranno invece a seguire le regole in vigore in ogni Paese.

 

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Con i progressi della campagna di vaccinazione negli Stati Uniti, molte aziende stanno iniziando a considerare la «vita dopo la pandemia» in ufficio. E seguendo l’esempio di Microsoft, diversi grandi gruppi hanno già pianificato di adottare un sistema «ibrido», permettendo ai dipendenti di mescolare telelavoro e lavoro in presenza.

 

Eppure Jp Morgan non chiude del tutto la porta alla flessibilità, che interpreta a modo suo. Se è vero che i banchieri d’affari sono spesso fuori sede, in viaggio o dai clienti, Dimon immagina che si possa riorganizzare gli uffici, tagliando molte scrivanie non necessarie. «Per ogni 100 dipendenti, potremmo aver bisogno di posti solo per 60 in media», ha scritto il banchiere. Con un bel risparmio immobiliare.

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