1. NEW HORIZON 'HA TELEFONATO A CASA', ARRIVATO IL SEGNALE
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Enrica Battifoglia - ANSA - Continua ad accumulare successi, la prima missione su Plutone. Dopo aver salutato il pianeta nano ai confini del Sistema solare, la sonda New Horizons della Nasa ha 'telefonato a casa' dalla distanza di oltre 5 miliardi di chilometri, confermando di essere in ottima forma.
E' stata una notte di attesa, al massimo della tensione e piena di incognite, quella per il segnale di New Horizons, perché era in agguato il rischio che, nonostante la protezione della sua antenna-scudo, la sonda avesse potuto riportare dei danni attraversando ad altissima velocità una zona ricca di piccoli corpi rocciosi.
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Alla fine il 'bip' di New Horizons è arrivato puntualmente, confermando il pieno successo di una delle missioni più ambiziose della storia dell'esplorazione spaziale. Il segnale è stato ricevuto alle 2:53 di oggi (ora italiana) dall'antenna del Deep Space Network della Nasa che si trova vicino Madrid, dopo circa 22 ore di silenzio radio da parte della sonda, impegnata a catturare immagini e dati di Plutone e delle sue cinque lune. Un silenzio obbligato, visto che l'antenna fissa della sonda permette di svolgere soltanto un compito alla volta ed i progettisti della missione hanno dovuto scegliere fra il collegamento con la Terra e la raccolta di dati scientifici.
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I primi dati giunti a Terra riguardano lo 'stato di salute' della sonda, mentre i dati scientifici e le prime immagini ravvicinate di questi mondi primitivi ai confini del Sistema solare sono attese nella giornata di oggi.
New Horizons potrebbe inviare immagini ad alta risoluzione dell'atmosfera di Plutone e dell'ambiente che circonda il pianeta nano. Attese anche immagini ravvicinate della più grande e vicina delle cinque lune, Caronte, e quelle delle lune minori Idra e Notte.
2. ECCO DOVE BATTE IL CUORE DI PLUTONE
Andrea Chatrian per “La Stampa”
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«Quanto è stato difficile? Più o meno come colpire una pallina da golf a Washington e fare hole-in-one (buca in un colpo solo, ndr) a Pebble Beach, in California», dice Charlie Bolden, ex astronauta e ora capo della Nasa. Alle 13,49 di ieri ora italiana la sonda «New Horizons» ha accarezzato Plutone, l’ultimo grande corpo celeste del Sistema Solare ancora inesplorato, e chiuso un’era. «È un grande giorno per l’esplorazione e per l’America - ha aggiunto Bolden -. Siamo l’unico Paese ad aver visitato tutti i pianeti». E pazienza se Plutone sia stato declassato a pianeta nano nel 2006.
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PUNTUALITÀ
«New Horizons» - partita il 19 gennaio 2006 - ha rispettato la tabella di marcia fiorando Plutone a una quota di 12.500 km e a una velocità di 14 km al secondo dopo un viaggio di 5 miliardi di km. Tutto perfetto, missione compiuta. O quasi. La sonda ha interrotto - come previsto - le comunicazioni con il centro di controllo a Laurel (Maryland) alle 5,15 di ieri per concentrarsi nella raccolta dati durante il passaggio ravvicinato. I sette strumenti di cui è dotata hanno dovuto lavorare sodo per mappare la superficie di Plutone, analizzarne la composizione, «annusare» l’atmosfera più esterna e scattare tante foto. Una montagna di foto.
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LA TELEFONATA A CASA
Se tutto sarà filato liscio, la sonda americana avrà telefonato a casa nella notte intorno alle 3. Un beep per dire «sono viva, sto bene». Le probabilità di insuccesso, secondo il responsabile del progetto Alan Stern, sono minime: «Due su 10 mila di perdere la sonda a causa dell’impatto con detriti spaziali». Certo, se per disgrazia avvenisse, svanirebbe il 99,9% del lavoro. Dopo aver comunicato la sua posizione, la sonda comincerà a distillare immagini e dati del suo «bacio» a Plutone.
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I primi scatti arriveranno sulla Terra alle 16 - e saranno centinaia di volte più belli rispetto al migliore visto finora - ma per scaricare tutto il raccolto di «New Horizons» serviranno due anni: per comunicare con la sonda ci vogliono quattro ore e mezza e la connessione è migliaia di volte più lenta di un’Adsl (111’ per scaricare un megabyte).
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Finora la missione - costata 720 milioni di dollari, 20 cent all’anno per ogni americano - ha mostrato un corpo celeste poco più grande del previsto (no, non abbastanza per «promuoverlo» di nuovo), di un rosso più chiaro di Marte e marchiato con un grande cuore: una regione ghiacciata che, secondo l’astronomo Mike Brown, si sta consumando. «Non dobbiamo focalizzarci solo sulle immagini - dice Bolden - ma sulla grande quantità di dati che arriveranno». E «New Horizons» non ha ancora finito il suo lavoro: continuerà a correre verso la Fascia di Kuiper, la porta ghiacciata sullo spazio profondo.
plutone fotografato dalla sonda new horizons 1 plutone e il suo satellite caronte paragonati alla terra plutone fotografato dalla sonda new horizons 10