Giuseppe Salvaggiulo Monica Serra per “la Stampa”
Da giorni Francesco Greco, procuratore di Milano, se ne sta chiuso in ufficio. Non esce nemmeno per pranzo. «Non si può disturbare», dicono. Sta ricostruendo lo scontro con il pm Paolo Storari sui verbali dell' avvocato Piero Amara sulla presunta loggia segreta Ungheria. La sua versione dei fatti sarà nella relazione con numerosi allegati da inviare a Roma (Csm e procura generale della Cassazione, per trasferimenti e azioni disciplinari) e al piano di sotto, alla procuratrice generale Francesca Nanni.
Storari, che lo accusa di inerzia investigativa, sarà interrogato domani a Roma come indagato per rivelazione di segreto d' ufficio, per aver consegnato i verbali all' allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo, in funzione di «autotutela». Greco proverà a ribaltare la tesi, confortato dai più fidati procuratori aggiunti. A partire da Laura Pedio (con Storari interrogava Amara), che ieri gli ha consegnato una sua relazione.
La tesi dei vertici della Procura è che Storari, facendo circolare i verbali fuori dalla Procura, ha commesso un grave reato che poteva provocare solo due conseguenze: sabotaggio dell' indagine o gigantesca diffamazione delle persone citate da Amara.
Un elemento valorizzato contro Storari è la tempistica della consegna dei verbali a Davigo tra marzo e aprile. Amara aveva finito di parlare a gennaio, l' attività investigativa era stata fin da subito «incessante».
I capi della Procura non negano «divergenze»: Storari intendeva fare subito iscrizioni nel registro degli indagati, invece si svolsero solo «attività preliminari» (scelta che Davigo definisce «incomprensibile»). Ma Pedio le derubrica a «dialettica fisiologica» in una Procura. Che non sfociò in una formale dissociazione di Storari. Nemmeno con un esposto al Csm, a cui «non si sarebbe potuto opporre alcun segreto».
Sul punto saranno decisivi gli scambi di mail che Storari intende depositare fin da domani ai pm romani, per accreditare la versione di un dissenso manifesto e reiterato.
Dunque Greco accusa Storari di non aver rispettato le regole, e così indirettamente instrada non solo un' azione disciplinare, ma anche un trasferimento immediato.
Il Csm si prepara a costituirsi parte civile nei processi che scaturiranno. Scivolosa la questione della competenza. Finora nessun contatto tra le Procure di Roma e Brescia. Roma colloca la consumazione del reato nel momento in cui i verbali escono dal Csm. Brescia nel momento in cui Storari li passa a Davigo, a Milano, e pertanto si aspetta una divisione dell' inchiesta in due parti. Possibile un coordinamento la prossima settimana, per evitare altri spargimenti di sangue.
«Per guadagnarsi la fiducia dei cittadini», il vicepresidente del Csm David Ermini invita le toghe a ispirarsi al «giudice ragazzino» Rosario Livatino, ucciso dalla mafia e ieri onorato anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Vasto programma.