Gianluca Veneziani per "Libero quotidiano"
Certo, che cattiveria. Provi un fastidio fisico, come se avessero offeso te, quando leggi lo stuolo di insulti e improperi destinati a Riccardo Scamarcio, ospite l' altro giorno del programma Che tempo che fa.
L' attore pugliese, già sex symbol idolatrato dalle ragazzine e oggi 41enne, si è presentato in studio in tenuta informale, con qualche chilo in più e i normali segni del tempo che passa, oltre a una zazzera riccioluta un po' disordinatamente raccolta all' indietro.
Scamarcio era lì per promuovere il suo nuovo film, di cui è attore, co-sceneggiatore e produttore, ossia L' ultimo paradiso, dal 5 febbraio su Netflix, storia di un contadino nella Puglia degli anni '50 che si trova a lottare per amore e per guadagnarsi il riscatto sociale.
Raffica di commenti Ma gli occhi di tutti, o meglio di tutte, si sono concentrati sul suo volto, la sua forma atletica e la sua acconciatura.
Sul profilo social di Che tempo che fa, dove veniva postata una foto dell' attore, fioccavano a raffica commenti spregiativi, sfottò per nulla benevoli o vere e proprie frasi ingiuriose.
Scamarcio veniva bersagliato per le rughe («È proprio brutto», «è orrendo», «è invecchiato malissimo»), per il peso («È grasso», «è ingrassato e sformato», «pare lievitato» «ma che s' è magnato?», «un po' di dieta, no?») e per i capelli apparentemente troppo unti («Lavarsi ogni tanto?», «Riccardo, uno shampoo lo devi fare»).
Si trattava a tutti gli effetti di body shaming, ossia di denigrazione basata sull' aspetto fisico, per di più nutrita di un certo compiacimento sadico da parte degli odiatori della rete, in quanto a essersi (a loro giudizio) imbruttito era un ex bello del cinema. Eccoti tornato tra noi comuni mortali - era la morale - il passare del tempo si è fatto sentire pure per te, il successo ti ha ridotto cosi... Disprezzo estetico abbinato a godimento per le disgrazie (se tale può definirsi l' invecchiamento) altrui.
Ce ne sarebbe di che sollevare una campagna di opinione a difesa di Scamarcio e di tutti gli uomini, più o meno ingrassati e più o meno trasandati, ingiustamente resi oggetto di ludibrio; una sorta di movimento Men Too, rovescio al maschile del Me Too. Siccome tuttavia questi attacchi colpiscono un maschio, allora passano sotto silenzio, non generano un' ondata pubblica di indignazione, anzi vengono quasi ritenuti ammissibili, manco fossero il prezzo necessario da pagare per la fama.
E nessuno parla certo di sessismo, come invece sarebbe corretto, dal momento che buona parte degli insulti provengono appunto da donne. L' unico a uscirne alla grande è Scamarcio che, signorilmente, ieri sul Corriere della Sera, a proposito della sua perduta allure di idolo braccato da nugoli di sostenitrici, commentava serafico: «Ormai sono âgé, sono certo che le ragazzine di oggi troveranno altri idoli».
Altri interessi Del resto, i suoi interessi ora vertono su altre questioni, più alte, anche se meno sensibili all' apprezzamento di folle femminili adoranti: nel privato Scamarcio è da poco diventato papà, sul set si dedica a progetti impegnati, come questo di raccontare la vita agra degli "zappatori" del Sud, le loro esistenze segnate dal sacrificio, dallo sporco e dalle rughe nobili della fatica.
A chi bada solo alla superficie tutto ciò non interessa: anzi costoro quasi godono nel cercare di sprofondare l' attore da tre metri sopra il cielo a tre metri sotto terra. Ma, da conterranei e quasi coetanei di Scamarcio, ci permettiamo di dargli un consiglio: Riccardo, non avere paura di invecchiare perché, come sanno bene i contadini, le radici profonde non gelano.
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