TRINITÀ DELLA PORCHETTA! CARTACCE, MOZZICONI, RESTI DI PANINI: A 40 GIORNI DAL RESTYLING LA SCALINATA DI TRINITA’ DEI MONTI È DI NUOVO UN SUK - IL PATRON DELL’HOTEL HASSLER DENUNCIA L’ABBANDONO - AUGIAS: “AFFIDARSI AL FISCHIETTO DEI VIGILI NON BASTA. SE QUALCUNO HA ANCORA A CUORE CIÒ CHE RESTA DI ROMA”

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TRINITA' DEI MONTI DEGRADO TRINITA' DEI MONTI DEGRADO

Flaminia Savelli e Laura Serloni per la Repubblica

 

«IL Comune vigilerà affinché l’uso non si trasformi in abuso». L’aveva promesso, lo scorso 22 settembre, la sindaca Virginia Raggi durante l’inaugurazione della restaurata scalinata di Trinità dei Monti. L’abuso, a 40 giorni dal taglio del nastro, è diventato la regola. Impossibile per i 4 vigili controllare l’enorme flusso di turisti. Di notte, poi, il monumento non è sorvegliato. In sostanza la situazione è tornata la stessa antecedente al restyling: c’è chi mangia il gelato, chi allatta, chi fuma e spegne la cicca sul travertino, chi beve. Sono 61 le multe elevate fino ad oggi, 15 solo per l’ordinanza antialcol: in pratica una e mezzo al giorno, anche se il record di dodici sanzione è stato raggiunto sabato 30 ottobre.

 

TRINITA' DEI MONTI DEGRADO TRINITA' DEI MONTI DEGRADO

«Ho sperato che dopo il restauro qualcosa cambiasse — si sfoga Roberto E. Wirth, proprietario e fondatore dell’hotel Hassler, uno dei più noti di Roma e meta del jet set internazionale — E invece non è cambiato proprio un bel niente. È sporca, abbandonata, già degradata.

 

Sono tornati i pittori, i venditori di rose e souvenir. Sono agguerriti e ti inseguono pur di venderti i fiori, te li sbattono sotto il naso mentre cerchi di fuggire lungo i gradini della scalinata. È uno spettacolo vergognoso e sì che Trinità dei Monti era considerata la piazza più bella d’Italia». È un fiume in piena Wirth. «I vigili sono pochi — rincara — e in cima alla scalinata neanche ci arrivano mai. In più i turisti fanno il picnic sui gradini, d’altronde i cartelli in varie lingue che spiegano cosa è vietato sono praticamente invisibili. Il Comune parlava di regole rigide, di più controlli. E invece?».

 

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Anche Giovanni Battistoni dell’associazione Via Condotti è deluso: «Non può cambiare nulla, se non cambia la nostra mentalità. La scalinata o viene considerata un’opera d’arte oppure un passaggio, ma allora è inutile tenerci i vigili. Roma, come Firenze e Venezia, è città d’arte molto fragile e deve essere protetta. Perché non mettiamo degli allarmi intorno alla Fontana della Barcaccia e lungo la navata centrale della scalinata? Così diventa impossibile superare l’ostacolo, è un modo per tutelare un bene prezioso.

 

Insoddisfatti anche i vigili, secondo i quali serve un’ordinanza ad hoc solo per la scalinata e i monumenti di pregio. «Controllare scalino per scalino di Trinità dei Monti e il comportamento di migliaia di turisti seduti diventa un compito improbo che impiega dalle tre alle cinque unità a turno, a discapito di altre porzioni di territorio che restano abbandonate a sé stesse anche in considerazione del fatto che siamo sotto organico — denuncia Sergio Fabrizi, del I gruppo e segretario Ugl — Ribadiamo la nostra proposta che è quella di vietare la sosta sugli scalini per evitare qualsiasi “tentazione” di bivacco e di lasciare il solo passaggio di salita e discesa delle scale laterali con isolamento della scalinata centrale con fioriere o altre esposizioni a tema».

venditori di rose a trinita dei monti (2) venditori di rose a trinita dei monti (2)

 

Una proposta che potrebbe partire come sperimentazione da piazza di Spagna per essere poi estesa ad altri monumenti. «Ogni monumento — continua Fabrizi — dovrebbe avere un’area di rispetto che salvaguardi la sua visione prospettica, ma anche che renda più agevole il nostro controllo e più chiara al visitatore le modalità di fruizione del monumento ». Al Campidoglio tocca la sentenza.

 

 

2. TRINITÀ DEI MONTI TORNA A ESSERE UN SUK

Corrado Augias per la Repubblica

 

Che sarebbe successo non era difficile prevederlo, anzi era previsto; infatti è successo. Quaranta giorni dopo la solenne inaugurazione del restauro, con l’orchestra di Santa Cecilia, il maestro Pappano e festosi fuochi d’artificio, la scalinata di piazza di Spagna, monumento unico al mondo, mostra già i primi segni del degrado: gomme americane, resti di cibo incollati al travertino, cartacce, mozziconi a iosa. I vigili urbani che dovrebbero garantire il decoro del manufatto per la verità ci sono e appaiono, per una volta, piuttosto solerti.

 

Fischiano gli atteggiamenti più scomposti, reprimono i gesti oltraggiosi, si muovono, rimediano, ammoniscono. Ma poco possono contro la marea di visitatori che affollano i luoghi, siedono sui gradini, mangiano e fumano (con tutte le conseguenze del caso), si liberano come possono dei rifiuti anche perché cestini e contenitori non abbondano.

 

venditori abusivi a trinita dei monti (2) venditori abusivi a trinita dei monti (2)

Ho chiesto a un paio di loro come vedevano la situazione. Il primo, rude, mi ha risposto «Deve parlare con il nostro ufficio stampa». Il secondo, affabile e sconsolato, mi ha preso da parte e mi ha sussurrato due cose: «Stiamo qui a fare i guardiani mentre potremmo essere impiegati in un lavoro più gratificante e più utile».

 

Poi ha aggiunto: «Comunque è difficile. Io sto qui con lei (eravamo ai piedi della scalinata) e intanto vede lassù?». Ha indicato in alto, verso la prima interruzione della scalea, una bambinetta, ignara, che mangiava contenta il suo gelato indifferente alla nobiltà del luogo, pronta a gettare il bicchierino di plastica dove capitava. Il suo collega intanto fischiava a un gruppo di spensierati giovanotti e signorine che s’erano sdraiati sulla balaustra come in un’amaca.

 

venditore di puntatore laser e aste per selfie a trinita dei monti (1) venditore di puntatore laser e aste per selfie a trinita dei monti (1)

Roberto E. Wirth, proprietario e direttore dell’hotel Hassler, ricorda che nel lontano 2004 (amministrazione Veltroni) erano stati messi quattro cartelli ben visibili, due in alto edue in basso, dove s’elencavano i comportamenti sconsigliati o interdetti. Sono andato a cercarli senza trovarli fino a quando il vigile benevolo di cui ho già detto non mi ha mostrato (in basso a sinistra guardando Trinità dei Monti) un cartello di ridottissime proporzioni che reca alcune notizie storiche sul manufatto e poi in caratteri ancora più piccoli, praticamente illeggibili, l’elenco delle cose che non si possono fare: mangiare, dormire, gridare, gettare rifiuti eccetera.

 

Tutte precauzioni intuibili che però il turismo di massa rende opportuno precisare perché vengano più o meno osservate. Se fosse fisicamente possibile leggerle; giuro che con i caratteri e la grafica concepita dall’assessorato alla Crescita Culturale (sic!) nemmeno il famoso pistolero del west detto “occhio di falco” ci riuscirebbe.

trinita dei monti trinita dei monti

Il signor Wirth si dice certo che se i cartelli fossero ripristinati, leggibili, sintetici, scritti nelle lingue principali (russo e cinese comprese), i turisti si adeguerebbero perché, aggiunge «in genere sono spesso più disciplinati e rispettosi dei romani, basta avvertirli».

 

«Trent’anni fa — dice anche il signor Wirth — Trinità dei Monti, chiusa tra la chiesa e la balaustra con i due sfondi impareggiabili di via Sistina e di villa Medici, era stata dichiarata la piazza più bella d’Italia. La guardi ora». Ho obbedito al cortese invito. Ho incontrato la ressa dei turisti che si contendevano un posto per l’affaccio alla balaustra, e questo era prevedibile; succede anche alla chiesa del Sacro Cuore a Parigi, a Trafalgar Square a Londra.

 

Quello che non era previsto è stato l’assalto dei venditori di fiori e di caldarroste, commerci entrambi illegali notoriamente gestiti da bande organizzate. Qualche mese fa incontrai, insieme al non dimenticato amico Mario Pirani, il colonnello Raffaele Clemente che al tempo comandava i vigili urbani della capitale (gestione Marino). Stiamo monitorando, ci disse, le varie bande che gestiscono con metodi mafiosi il commercio ambulante nel centro di Roma. Uno dei primi provvedimenti della sindaca Raggi (o di chi per lei) è stato di destituire Clemente; suppongo che il monitoraggio giacerà morto in qualche cassetto.

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Se si chiede a Gianni Battistoni, che presiede l’associazione dell’adiacente via Condotti, quali rimedi sono auspicabili per evitare che tra sei mesi tutto torni come prima del restauro, risponde: «La scalinata è un monumento? Bene, trattiamola come tale». In parole povere: lasciare il passaggio libero ai visitatori solo sulle due corsie laterali, proteggere la parte centrale con uno sbarramento elettronico che, come nei musei, emetta un segnale al superamento del confine. È ragionevole? Non lo è? Si potrebbe fare? Materie da urbanisti, non semplici. L’unica cosa certa è che affidarsi al fischietto dei vigili non basta. Se qualcuno ha ancora a cuore ciò che resta di Roma.

 

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