TRIPOLI, BEL SUOL D’ORRORE - RENZI: “L' ITALIA È PRONTA ALLA GUERRA IN LIBIA CONTRO L’ISIS” - L' OFFENSIVA NASCERÀ SOTTO FORMA DI RAID AEREI - PREOCCUPATO DAI SONDAGGI E DAL RISCHIO ATTENTATI, IL PREMIER VUOLE EVITARE UN COINVOLGIMENTO DEI NOSTRI SOLDATI NEGLI SCONTRI DI TERRA -

Il governo ha già stanziato i soldi: 600 milioni per finanziare l’intervento - Il New York Times fa sapere che secondo i funzionari di Washington "la campagna in Libia potrebbe iniziare nel giro di settimane”-Il silenzio davanti al Parlamento di Renzi e del ministro della Difesa Pinotti, anziché tranquillizzare inquieta... -

Condividi questo articolo


Fausto Carioti per “Libero Quotidiano”

OBAMA RENZI OBAMA RENZI

 

L' Italia sta per andare in guerra in Libia contro l' Isis. Il giorno dopo le rivelazioni pubblicate dal New York Times e riprese da Libero ed altri quotidiani, a Roma si raccolgono solo conferme: l' accordo politico con gli Stati Uniti è stato raggiunto (ovviamente all' insaputa del Parlamento), i dettagli operativi sono pronti da tempo e i soldi per finanziare l' intervento, almeno nella fase iniziale, sono già stati accantonati.

 

 

Lo stesso premier, Matteo Renzi, intervistato dal quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, avverte che ormai manca poco: «L' Italia è pronta, perché non possiamo permettere il terrore in un Paese che è a poche miglia nautiche dall' Europa».
 

LIBIA LIBIA

Imbeccato dall' amministrazione statunitense, due giorni fa il New York Times ha riportato che secondo i funzionari di Washington «la campagna in Libia potrebbe iniziare nel giro di settimane. Prevedono che sia condotta con l' aiuto di un manipolo di alleati europei, tra cui Gran Bretagna, Francia e Italia».

 

L' offensiva militare nascerà sotto forma di intervento aereo, per creare una barriera che divida i combattenti dell' Isis in Libia dai loro colleghi mujaheddin in nord Africa e nell' Africa subsahariana.

KERRY GENTILONI KERRY GENTILONI

 

Ma, avverte lo stesso quotidiano, «anche se il Pentagono e i suoi alleati dovessero riuscire a colpire gli obiettivi dello stato islamico con successo, non vi è certezza sulla presenza di una forza di terra affidabile in grado di controllare il terreno».
Così la condotta della guerra passerebbe dai piloti ai soldati e la curva delle vittime s' impennerebbe.
 

Ieri avrebbe dovuto essere il giorno delle smentite. E invece non ce n' è stata manco una. Ci sono stati invece imbarazzi e qualche ammissione. Tra gli imbarazzati il ministro dell' Interno, Angelino Alfano, che pesa le parole ma non esclude nulla: «Non c' è alcuna decisione presa e tenuta nascosta.
 

Qualora dovesse esserci avverrebbe nel massimo della trasparenza, di fronte al Parlamento e al paese». A rompere gli indugi, in serata, provvede Renzi dicendo alla Faz che il sostegno militare potrà essere dato a «un governo libico riconosciuto a livello internazionale» e che l' Italia non sarà sola, ma farà «la sua parte nell' ambito di una operazione internazionale».
 

renzi obama renzi obama

I soldi che potrebbero servire a finanziare l' intervento militare sono già stati messi da parte, senza clamori e saltando a piè pari la Commissione Difesa. Il Pd Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio, spiega infatti che «i margini sulla flessibilità concessi nella legge di stabilità 2016 sono stati in parte dirottati, per oltre 600 milioni, su un apposito fondo della presidenza del Consiglio che può essere utilizzato per ogni evenienza, tra cui le missioni internazionali ed eventuali nuovi impegni militari». E si tratta di risorse aggiuntive rispetto ai 930 milioni già stanziati nel fondo missioni internazionali.

 

C' è di più. Secondo quanto risulta a Libero, la campagna di Libia coordinata dagli americani con Italia, Francia e pochi altri Paesi è in gestazione da tempo. Non solo sotto l' aspetto politico, ma anche dal punto di vista operativo: si può partire in qualunque momento.
 

Benché all' inizio fosse riluttante all' idea di un coinvolgimento diretto, il governo italiano si è deciso a intervenire innanzitutto perché la presenza stabile dello stato islamico in Libia rappresenta un pericolo elevatissimo per la sicurezza del nostro Paese. Se c' erano dubbi residui, l' estendersi del contagio islamista alla Tunisia li ha spazzati via.

 

RENZI INSTAGRAM renzi al telefono con obama RENZI INSTAGRAM renzi al telefono con obama

Il resto delle motivazioni le fornisce la competizione con la Francia: Roma, per i rapporti politici e commerciali che ha con Egitto, Algeria e Tunisia, non può permettersi di lasciare campo libero a Parigi. Fonti vicine alle trattative confermano che ormai è tutto pronto e si attendono solo le condizioni politiche minime per avviare l' operazione: l' insediamento di un governo di unità nazionale libico bisognoso di aiuto militare sarebbe la giustificazione perfetta.
 

Anche se sarà presentata all' opinione pubblica in tutt' altro modo, la sfida militare si annuncia lunga e difficile e la strategia che dovrà guidarla non è ancora chiara. Preoccupato com' è per i sondaggi e il rischio di attentati, l' ultima cosa che si augura Renzi è un coinvolgimento dei soldati italiani negli scontri di terra. Eventualità che per ora non è prevista.
 

OBAMA RENZI KERRY GENTILONI OBAMA RENZI KERRY GENTILONI LIBIA IN FIAMME LIBIA IN FIAMME

Ma alla prova dei fatti tutto dipenderà dall' andamento del conflitto: se gli altri saranno costretti a scendere dall' aereo per mettere gli scarponi sul terreno e affiancare l' esercito libico contro l' Isis, sarà difficile per noi tirarci indietro.
 

Intanto il silenzio davanti al Parlamento di Renzi e del ministro della Difesa, Roberta Pinotti, anziché tranquillizzare inquieta.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – AVVISATE LA MELONA CHE URSULA LE HA RIFILATO UNA SOLA: DA’ A FITTO LA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA MA GLI CONCEDE UN PORTAFOGLIO DI SERIE B (E SULLA GESTIONE DEL PNRR LO HA “COMMISSARIATO” METTENDOGLI VICINO IL MASTINO LETTONE DOMBROVSKIS) - LE FORCHE CAUDINE PER IL PENNELLONE SALENTINO SARA' L’AUDIZIONE CON LA COMMISSIONE PARLAMENTARE CHE DOVRA’ VALUTARLO: IL COLLOQUIO E' IN INGLESE, LINGUA CHE FITTO PARLA A SPIZZICHI E BOCCONI - PER PASSARE L'ESAME, SERVIRA’ L’OK DEL PD (GRUPPO PIU' NUMEROSO TRA I SOCIALISTI DEL PSE) - MA I DEM SONO SPACCATI: ALCUNI SPINGONO PER IL NO, DECARO-ZINGARETTI PER IL SÌ, ELLY SCHLEIN TRACCHEGGIA MA SPERA CHE FITTO SI SCHIANTI IN AUDIZIONE PER FARLO SILURARE - IL CONTENTINO AI VERDI CON LE DELEGHE ALLA SPAGNOLA RIBERA E LA CACCIATA DEL “MAESTRINO” BRETON CHE STAVA SULLE PALLE A TUTTI, DA MACRON A URSULA...

CHI FERMERÀ ORCEL NELLA SCALATA A COMMERZBANK? UNICREDIT VUOLE CHIEDERE ALLA BCE IL VIA LIBERA PER PORTARE IL SUO CAPITALE DELL'ISTITUTO TEDESCO AL 30%, SOGLIA LIMITE PER LANCIARE L'OPA – DEUTSCHE BANK POTREBBE RILANCIARE MA HA I CAPITALI PER UNA FAIDA BANCARIA? – IL VERO OSTACOLO PER ORCEL SONO I SINDACATI TEDESCHI, CHE TEMONO UNA PESANTE SFORBICIATA AI POSTI DI LAVORO. ANCHE PERCHÉ LA GERMANIA VIVE UNA CRISI ECONOMICA PESANTE, COME DIMOSTRA IL CASO VOLKSWAGEN, CHE MINACCIA DI FARE FUORI 15 MILA DIPENDENTI…

DAGOREPORT - TUTTI A BACIARE LA PANTOFOLA DEL PRIMO PORTANTINO D'ITALIA, OGGI “RE DELLE CLINICHE” ED EDITORE DEL MELONISMO MEDIATICO, ANTONIO ANGELUCCI: CENA PLACÉE CON OLTRE 200 INVITATI NELLA SUA VILLONA SULL’APPIA ANTICA - LA PRIMA A FESTEGGIARE I PRIMI 80 ANNI È STATA GIORGIA MELONI - SALVINI COCCOLATO DA TUTTI DOPO LA RICHIESTA DI CONDANNA PER IL CASO "OPEN ARMS" - PRESENTI I MINISTRI CROSETTO, SCHILLACI, TAJANI E PIANTEDOSI, ASSENTI INVECE SANTANCHE’ E LOLLOBRIGIDA - PIU' GARRULO CHE MAI MATTEO RENZI. NESSUNO HA AVVISTATO BELPIETRO, CLAUDIO LOTITO E ANDREA GIAMBRUNO - CARFAGNA, SALLUSTI, CERNO, CHIOCCI, RONZULLI, BISIGNANI, LUPI, MALAGO', LUZI ETC.: ECCO CHI C'ERA - FUOCHI D’ARTIFICIO, SIGARI FATTI A MANO E SHOW DELL’ELVIS AL TORTELLO, ALESSANDRO RISTORI, STAR DEL TWIGA

DAGOREPORT - SE LA MELONA NON L'HA PRESO BENE, TAJANI L'HA PRESO MALISSIMO L’INCONTRO TRA MARIO DRAGHI E MARINA BERLUSCONI, ORGANIZZATO DA GIANNI LETTA: NON SOLO NON ERA STATO INVITATO MA ERA STATO TENUTO COMPLETAMENTE ALL'OSCURO - L’EX MONARCHICO DELLA CIOCIARIA TREMA PER I SUOI ORTICELLI, PRESENTI E FUTURI: SE PIER SILVIO ALLE PROSSIME POLITICHE DECIDERA' DI SCENDERE IN CAMPO E PRENDERSI FORZA ITALIA, A LUI NON RESTERA' CHE ANDARE AI GIARDINETTI - E NEL 2029 PIO DESIDERIO DI ESSERE IL PRIMO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI CENTRODESTRA (ALMENO QUESTA E’ LA PROMESSA CHE GLI HA FATTO LA DUCETTA, IN CAMBIO DI NON ROMPERE TROPPO I COJONI A PALAZZO CHIGI)

FLASH! - COME MAI TOTI HA PREFERITO IL PATTEGGIAMENTO, QUINDI AMMETTENDO LA FONDATEZZA DELLE ACCUSE, AL MONUMENTO DI MARTIRE DELLA MAGISTRATURA CRUDELE, CHE ERA L'ASSO NELLA MANICA DEL CENTRODESTRA PER SPERARE DI MANTENERE IL POTERE IN LIGURIA? SEMPLICE: QUANDO, ANZICHE' CANDIDARE LA SUA FEDELISSIMA ILARIA CAVO, MELONI HA SCELTO IL SINDACO DI GENOVA, ANDREA BUCCI, LI HA SFANCULATI - E PER FAR VEDERE CHE TOTI CONTA ANCORA, PRESENTERA' LA PROPRIA LISTA CIVICA PER FAR ELEGGERE L'ADORATA CAVO...