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Tutti contro l'Enit. Da Federalberghi a Federturismo ad Assoturismo, i rappresentanti degli operatori si scagliano contro l'Agenzia, rea a loro avviso di mostrare una visione alterata di una realtà di profondo rosso.
Nel mirino, in particolare, l'ultimo dei bollettini bisettimanali dell'agenzia, che parla di un Ferragosto da quasi tutto esaurito nel Belpaese, soprattutto in alcune località delle riviere campana, salentina, veneta e romagnola oltreché in montagna.
Le interviste ai manager, raccolte dall'Ansa
Federalberghi: "Non travisare la realtà"
"Siamo molto contenti per i colleghi di Cavallino Treporti e per quelli di Ravello, che a quanto pare registrano il sold out, ma i dati dell'Enit dell'altro giorno sono un film... Va bene dare segnali di ottimismo ma fino a un certo punto.
Gli operatori del turismo del resto d'Italia stanno vedendo un film molto diverso, non bisogna travisare la realtà, non fa bene al settore" - Sono queste le parole del presidente di Federalberghi Bernabò Bocca, parlando della "crisi nera" del turismo, davanti ai dati di qualche giorno fa dell'Agenzia nazionale del turismo che parlavano di un Italia "quasi sold out a Ferragosto".
"Hanno registrato note positive in qualche città di mare ma tutto il resto d'Italia è ginocchio. - Nelle città d'arte - continua Bocca - c'è una crisi senza precedenti, abbiamo occupazioni al 15%. E la crisi continuerà perché gli americani a settembre-ottobre non torneranno e le grosse aziende sono in smart working sino a fine anno e anche nel turismo legato al business è tutto fermo.
L'anno è finito, è perso. Bisogna mettere una croce purtroppo sul 2020 e cercare di fare provvedimenti che permettano alle imprese di sopravvivere (è il termine giusto sopravvivere) e sperare di lavorare bene nel 2021".
E spiega ancora: "Faccio un esempio: Firenze con solo il 40% di hotel aperti ha fatto l'occupazione del 20%. A settembre quando riapriranno anche gli altri la percentuale di occupazione calerà ancora e quindi le percentuali "ridicole" di luglio saranno ancora più gravi. Non si può fare confusione tra il traffico sulle autostrade e il turismo" spiega Bocca che ribadisce che di solito preferisce dare messaggi tranquillizzanti ma che in questo caso non è proprio possibile.
"Io - ammette - ero il re degli ottimisti, pensavo e speravo che nel 2021 saremmo tornati a una qualche normalità e ai livelli quasi ante Covid ma purtroppo mi devo smentire visto che dagli Usa arrivano notizie assai contrastanti. Alcuni operatori ci hanno detto ci vediamo nel 2022. Alla crisi di quest'anno, per lo meno per le città d'arte che sono le più colpite, ci devi attaccare almeno altri 6 mesi di passione dell'anno prossimo".
Federturismo: "Stop a narrazioni fasulle"
La presidente di Federturismo Confindustria, Marina Lalli, lamenta a sua volta descrizioni "probabilmente travisate dai dati di qualche ente pubblico", che parlano di un turismo italiano "in piena salute, con località sold out e incassi da capogiro".
marina lalli federturismo confindustria
La situazione reale, spiega Lalli, "è tuttavia ben diversa e i dati parlano chiaro, perdite per più di 50 miliardi di euro, occupazione dimezzata, incassi falcidiati dalle spese enormi sostenute per sanificazione e pulizie straordinarie (più volte al giorno), perdita totale del turismo straniero, scarsa propensione alla programmazione del turista italiano che prenota soprattutto sotto data, interi settori fermi da mesi e non ancora ripartiti (tour operator, agenzie di viaggio, eventi, congressi, fiere, intrattenimento, etc) e stagione limitata alle settimane centrali di agosto".
"Se qualcuno pensa - continua la presidente Lalli - che le immagini di 4 spiagge affollate o i pochi alberghi pieni (quelli che erano nelle condizioni di riaprire) siano la prova che l'industria del turismo è fuori pericolo si sbaglia enormemente. Il grosso della crisi deve ancora arrivare, i conti li faremo a settembre e se non arriveranno aiuti veri, tangibili, estesi a tutte le filiere del turismo e di media/lunga durata rischiamo di perdere dal 30 al 50% della nostra offerta turistica nazionale".
Assoturismo: "La peggior crisi di sempre"
vittorio messina assoturismo confesercenti
"Ma quale sold out, ci sono oltre 23 mila imprese ricettive che quest'estate non hanno proprio aperto -, dice Vittorio Messina, presidente nazionale Assoturismo Confesercenti. "I dati di Enit" secondo Messina interpretati con un eccessivo tasso di ottimismo, si riferiscono "solo al tasso di occupazione delle stanze disponibili online, e quindi è una fotografia incompleta: dal calcolo mancano completamente le oltre 23 mila imprese ricettive - 3 mila alberghi - che hanno scelto di rimanere chiuse per la stagione, e che quindi non sono presenti sui motori di ricerca. Inoltre, molte delle attività rimaste aperte hanno ridotto l'offerta di camere, per contenere i costi".
"La realtà dei fatti è molto più amara. E' vero che le località balneari, vedranno un pò più di turisti, in particolare nei weekend e nella settimana di Ferragosto, che del resto è sempre stato fisiologicamente il picco della domanda italiana per le mete balneari. Ma il 15 agosto, quest'anno, sarà lontanissimo dai picchi raggiunti nel 2018 e nel 2017, e certamente non basterà a rimediare la perdita prevista per il 2020 di 56 milioni di pernottamenti".
"Ci troviamo ad attraversare la peggiore crisi del turismo degli ultimi 20 anni. Forse la peggiore di sempre, ed i dati sul traffico aereo parlano chiaro: i flussi di turisti stranieri, che valgono la metà dei nostri visitatori, sono ridotti ai minimi termini".
Confalberghi: "50 per cento hotel strutture chiuse, quelle aperte al 20%"
Maria Carmela Colaiacovo confindustria alberghi
"La situazione in cui versa il nostro settore è drammatica. Dalla fine del lock down stiamo monitorando settimanalmente aperture e andamento occupazionale, ma ancora oggi più del 50% delle strutture è chiusa e quelle aperte resistono con difficoltà con un tasso di occupazione delle camere che difficilmente raggiunge il 20% - dice all'Ansa Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi. - "Le realtà che hanno potuto riaprire - aggiunge - sono per lo più nella destinazione di mare, dove la stagione è limitata alle poche settimane di luglio ed agosto, ma comunque neppure il Ferragosto riesce a riempire gli alberghi.
La permanenza media degli ospiti, malgrado le tariffe siano più basse rispetto allo scorso anno, si è ulteriormente ridotta. Al massimo due/tre giorni a fronte di soggiorni che negli anni passati per queste località arrivavano anche a dieci".
ambulantin in spiaggia e coronavirus meme by eman rus
"Per le città d'arte - continua Colaiacovo - la situazione è anche più drammatica. La maggior parte degli operatori, è ancora costretta a tenere i portoni chiusi benché, è importante sottolineare, i costi di una struttura ferma siano comunque altissimi. Le città d'arte, così come molte delle destinazioni turistiche tradizionalmente meta della domanda internazionale, soffrono a causa della quasi totale assenza dei turisti stranieri. Mancano - conclude - i turisti stranieri, ma mancano anche gli italiani".
"Le speranze di un'estate che permettesse di contenere le perdite - conclude Colaiacovo . purtroppo sono andate disattese e l'esigenza di un sostegno forte e determinato al settore è ormai indifferibile. È a rischio la sopravvivenza stessa del settore".
La replica Enit: "Incomprensibili polemiche, rispondiamo con i dati"
La replica dell'Agenzia è affidata a una nota. “Non comprendiamo la polemica e le reazioni innescate da alcune associazioni di categoria sui dati emersi dall'ultimo bollettino Enit - si legge nella nota Enit-Agenzia nazionale del turismo . - In effetti i dati forniti una settimana fa da Federalberghi (46 per cento di italiani in vacanza nell'estate 2020) coincidono quasi perfettamente con quelli dell'Ufficio Studi di Enit (47,5 per cento di italiani).
tre ragazze in spiaggia con la mascherina
L'Agenzia nazionale del turismo produce un bollettino di monitoraggio della situazione del turismo e ormai da 7 settimane fotografa il mercato nazionale e internazionale rilevando nello specifico il - 82 per cento degli arrivi aeroportuali internazionali (fonte Fordward Data), il - 90, 3 per cento delle prenotazioni aeroportuali internazionali fino a settembre, proiettando per tutto il 2020 un calo degli arrivi stranieri del - 55 per cento (fonte Oxford Economics) e una diminuzione del 31 per cento degli italiani".
"Dal primo bollettino - prosegue la nota dell'Agenzia - sono evidenziate le criticità relative alle città d'arte italiane e di molte destinazioni anche balneari che soffrono per l assenza di turisti d'oltreoceano . Il dato sulle prenotazioni online per la settimana di Ferragosto (dove e’ citata la fonte Booking.com) si inserisce in un contesto fortemente influenzato dalle compensazioni delle partenze da parte degli italiani per le tradizionali vacanze estive ed è comunque un segnale positivo da evidenziare e che continueremo a monitorare.
Ciò nonostante, come ampiamente indicato anche nell’ultimo bollettino, le imprese in attività non raggiungono la completa occupazione delle camere come negli anni passati nemmeno nelle settimane di altissima stagione”.
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