Estratto dell'articolo di Camilla Mozzetti per “Il Messaggero – Cronaca di Roma”
Nei capi di imputazione a carico di un 19enne, romano senza precedenti alle spalle, arrestato in flagranza per aver tentato di strangolare con il cavo del telefonino la sua fidanzata e convivente, si legge non solo l'aberrante consuetudine di abusare della donna ma una serie intollerabile di aggressioni, schiaffi, calci, offese e da ultimo almeno un precedente tentativo di soffocamento, avvenuto a maggio scorso, e attuato con dei cuscini e delle coperte.
Accuse mosse dalla vittima che trovano riscontro in parte sui segni lasciati sulla pelle e su molti altri che non si vedono. Mesi interi durante i quali la vittima ha subito e tollerato, come lei stessa ha poi denunciato, perfino le violenze sessuali. Fino all'ultimo episodio che l'ha portata a rivolgersi ai carabinieri della stazione Prenestina con i segni del laccio ben visibili sul collo. Mentre la vittima denunciava l'ultima aggressione, mettendo a verbale tutti i precedenti, il 19enne l'aveva contattata per dire che la stava aspettando sotto casa per ammazzarla.
[...] Un neo diplomato, senza occupazione, che passa i suoi giorni a molestare la compagna per gelosia ma che poi viene messo ai domiciliari. Dalla ricostruzione della vittima, si è potuto annotare come le violenze, fisiche e verbali, scattassero a seguito di litigi innescati dal 19enne proprio per la volontà di controllare ogni abitudine della ragazza.
La costringeva a non frequentare amici maschi, le imponeva le compagne con cui poteva vedersi, le gestiva il telefono obbligandola a cancellare contatti a lui non graditi. E ancora ne limitava la libertà impedendole di iscriversi all'università. Ancora, come se non bastasse, le chiedeva di ingoiare farmaci affinché dimostrasse così il suo "amore" e la obbligava a tagliarsi con un coltello, lo stesso che avrebbe dovuto usare per uccidersi, sull'avambraccio.
Oltre alle offese e alle violenze carnali a marzo del 2024 la obbliga a dormire a casa dei genitori per poter controllare così tutti i suoi movimenti. Le ha puntato anche un coltellino il faccia lo scorso 7 e 8 giugno impedendole di uscire di casa per andare a lavorare nei seggi elettorali.
Lui una volta arrestato ha ammesso di aver compiuto «atti aggressivi» come scrive il gip e di averlo fatto perché «perseguitato dalla compagna», mentre in merito ai tentativi di strangolamento «negava di aver mai voluto ucciderla, precisando di aver voluto soltanto spaventarla». [...]