Giovanni Sallusti per “Libero quotidiano”
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Ma fanno sul serio le teste d'uovo dell'Oms? Un'associazione di idee così infelice, e così plasticamente razzista se letta alla luce di logica e grammatica, probabilmente non la si riuscirebbe a rintracciare nemmeno nelle riunioni clandestine dei neonazisti tedeschi. Ma facciamo parlare la cronaca, che come sempre è la cosa migliore quando l'assurdo e la realtà combaciano.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha solennemente annunciato che il "vaiolo delle scimmie" d'ora in poi si chiamerà diversamente, accogliendo il fondamentale appello lanciato la settimana scorsa da una trentina di scienziati, che sottolineavano «il bisogno di dargli un nuovo nome in modo che non sia discriminatorio nei confronti dell'Africa».
Il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus ha dichiarato che il 23 giugno sarà convocato il Comitato di emergenza dell'Oms per dirimere la questione, non dando segno di accorgersi, da etiope, del sillogismo ubriaco che l'Organizzazione sta avallando. Collegare un morbo alle scimmie è "discriminatorio" nei confronti dell'Africa e degli africani. Dunque, gli africani sono in qualche modo collegati alle scimmie.
Il documento degli scienziati (ma chiediamo scusa ad Albert Einstein) spronava infatti a coniare denominazioni «neutre, non discriminatorie e non stigmatizzanti» (la rifondazione edulcorata del linguaggio è il primo obiettivo di ogni autoritarismo, compreso quello protocollare del politically correct) che la piantino con il «riferimento impreciso all'Africa».
Evoluzione pustole vaiolo delle scimmie
Il problema, secondo il ragionamento allucinato della burocrazia sanitaria mondiale, non sono quindi le scimmie in sé, che peraltro non vivono solo nel Continente Nero (forse dovremmo dire Diversamente Pigmentato), ma le scimmie in noi, anzi in loro: il rimando alla popolazione africana. Immediato, autoevidente, peggio che lombrosiano, etnicista, se non francamente suprematista.
Se a questa conclusione arrivasse un esponente nostrano della destra becera e sovranista, sarebbe tradotto in ceppi davanti al Soviet dei Buoni ed espulso dal consesso civile, o perlomeno condannato ad imparare a memoria l'opera omnia di Walter Veltroni. Col timbro dell'Oms, questa boiata da positivismo d'osteria tardo-ottocentesca viene seriamente rilanciata nel rullo delle agenzie di stampa internazionali.
Sintomi del vaiolo delle scimmie
«Stiamo lavorando a una soluzione con partner ed esperti di tutto il mondo», e la nuova definizione del morbo verrà resa pubblica «il prima possibile», ha rassicurato tutti il risoluto Ghebreyesus, non nuovo a prodezze di neolingua orwelliana in tema di epidemie.
Resta infatti agli annali la sua funambolica crociata contro chi si permetteva di definire un patogeno deflagrato in tutto il mondo a partire da Wuhan, anche per comprovate opacità e omissioni del regime comunista, «virus cinese».
Del resto, il direttore era un militante del Fronte di Liberazione del Popolo del Tigri, organizzazione marxista-leninista appoggiata da Pechino, e come tutti i marxisti si muove perfettamente a suo agio nella nuova ideologia del progressismo globale, il Politicamente Corretto. Paranoico come ogni ideologia, questo marchingegno pseudobuonista vede razzismo ovunque, perché è intimamente razzista esso stesso.
È il Politicamente Corretto che divide l'umanità per colore, per epidermide, per genere, per geografia, per inclinazione, costringendo quella che il filosofo Paul Feyerabend chiamava «l'abbondanza del mondo» dentro i propri schemi classificatori. Nei quali crede così ciecamente, che finisce per replicarli in modo irriflesso, fino al cortocircuito finale: "vaiolo delle scimmie" non va bene, insulta gli africani.
Servirebbe un nuovo Tom Wolfe, l'immortale diagnosta dei contorcimenti dell'ipocrisia radical-chic, per raccontare un tale suicidio logico, morale, culturale. Noi non possiamo che provare a immaginare i nomi alternativi che circoleranno al Tavolo della Psicopolizia... pardon, dell'Oms. «Vaiolo dei primati!». «No, chi arriva secondo può offendersi». «Vaiolo non europeo». «Bieco reazionario, l'Europa non esiste, e se esiste è fascista». «Aspetta, ce l'ho, vaiolo delle scimmie, ma quelle non capaci di accendere il fuoco». Compiacimento generale, sipario.
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