1. MADONNA, SUSAN E LE ALTRE ORA IL MONDO È DELLE “PERENNIAL”
Roselina Salemi per “la Stampa”
Potrebbe sembrare una rivincita sulle onnipresenti Millennial, invece è un colpo di genio che cancella l’ansia dell’anagrafe. Le Perennial possono avere quaranta o settant’anni, «sono curiose e sempre in fiore, consapevoli di cosa sta accadendo nel mondo e al passo con la tecnologia».
Per la definizione bisogna ringraziare l’imprenditrice tecnologica Gina Pell che l’ha lanciata su The What List, prendendo atto di una piccola rivoluzione: c’è vita (e che vita!) dopo i 50, i 60, i 70 e oltre.
Il marketing aveva già provato con neologismi meno efficaci come «pro-age» o «elastic generation», ma Gina Pell ha trovato il termine giusto. Le Perennial si sentono libere di concedere interviste, sfilare, recitare, tenere conferenze e lezioni di stile....
Attitudine sexy «Ci sono attrici della mia età che lavorano moltissimo», conferma Susan Sarandon (72), vivace account Instagram e attitudine sexy sul red carped di Cannes (bella scollatura). Vero. Le ha rubato la scena una certa Helen Mirren con la testa regalmente rosa piena di progetti.
E se non vogliamo citare Meryl Streep (70 a giugno), mostro sacro del cinema che si è concessa un acido ruolo di nonna nella serie tv Big little lies, possiamo ricordare Jiulianne Moore e Tilda Swinton (58) . O proclamare regina delle Perennial, Madonna che alla soglia dei 61 esce con un album spiazzante, «Madame X», e si lagna perché il New York Times insiste sulla questione dell’età: «Se fossi stata un uomo, nessuno ne avrebbe parlato».
Donne di carattere Le Perennial hanno carattere. Pensate a Michelle Obama (58), che qualcuno immaginava nel cono d’ombra dopo essere stata first lady. Invece eccola con un’autobiografia («Becoming»), un progetto di contenuti per Netflix, un podcast per Spotify e una nuova pettinatura: niente più piega alla Jackie, ma ricci afro, i suoi, per suggerire «Scoprite chi sono davvero».
Pensate a Vivienne Westwood (78) stilista, icona punk, attivista su temi ambientali: «Mi chiedono se andrò mai in pensione. Non capisco il concetto. Faccio quello che mi piace e continuo a farlo».
E per restare nell’ambito della moda scalando di qualche decennio, che dire della quasi cinquantenne Naomi Campbell? Non hai mai annunciato il ritiro. A gennaio ha chiuso il fashion show di Valentino Haute Couture con un sensuale abito nero a balze (trasparente). Adesso è protagonista della campagna Valentino Vring (una borsa già cult), girata in bianco nero nella metro di New York.
Fisico bestiale Appartiene alla stessa specie di Grace Jones (71) che ha stupito cantando e ballando alla sfilata di Tommy Hilfigher a Parigi. Sulle note del suo Pull up to the bumper, brano piuttosto allusivo, ha infranto il codice non scritto riguardo a quello che le signor di una certa età possono fare oppure no. La sua filosofia: « Non vai avanti nella vita se non rompi qualche regola, anzi, un sacco di regole».
Medesima stoffa per Cher (73), terribile e levigata nonna in Mamma mia! Ci risiamo, dove si scatena, coraggiosissima, sugli alti trampoli Seventy. Supera tutte Jane Fonda che è stata Barbarella, profetessa dell’aerobica, sostenitrice della chirurgia estetica e oggi, filiforme ottantenne ancora sul set, (Young Pope, Le nostre anime di notte, Book Club), si veste di pizzo nero e si posta struccata su Instagram.
L’attivista americana Ma forse le Perennial non esisterebbero senza Ashton Applewhite (67) scrittrice e attivista americana, collaboratrice del New York Times e autrice di un manifesto contro l’ageismo, la discriminazione basata sull’età: «Serve coraggio e sicurezza per rimanere visibili nel mercato del desiderio», spiega.
Alcune stanno facendo la loro parte per mettere gilf («Granny I’d like to fuck») accanto a milf. American Apparel ha usato l’ultrasessantenne Jackie O’Shaughessy per pubblicizzare lingerie con lo slogan: «Essere sexy non ha data di scadenza». Il primo passo per essere ammesse tra le Perennial (oltre che avere stile, ovvio)? Dichiarare gli anni.
Lo fa, tra le italiane, l’attrice Stefania Casini (70) che sta lavorando a un documentario su Guido Crepax. E lo fa, tanto per uscire dallo showbiz, la scrittrice Isabel Allende (77 il 2 agosto), che nel 2017 ha trovato un nuovo amore e in maggio ha pubblicato un nuovo romanzo che in Italia arriverà a novembre con il titolo Lungo petalo di mare. Ma la vera domanda è: riusciranno le Millennial di oggi a diventare Perennial?
2. L’ADOLESCENTE PIÙ ATTEMPATA DEL MONDO
Roselina Salemi per “la Stampa”
La sua parola preferita? Amore. Il suo sogno? Visitare l’India, ma non sa se riuscirà a farlo. Il piacere più peccaminoso? Andare per mercatini delle pulci. Che cosa ha ereditato dai genitori? Curiosità, senso dell’avventura, humor e un’ottima genetica. ll suo successo maggiore? Vivere così a lungo.
Iris Apfel, 98 anni il 28 agosto, si definisce l’«adolescente più attempata del mondo», ma le piace anche, ironicamente, anche essere chiamata geriatric starlet . Rossetto rosso, enormi occhiali («per guardarvi meglio») ormai definiti «alla Iris», look stravagante e anti-minimalista, lo scorso febbraio ha firmato un contratto con Img, l’agenzia di top model come Gigi Hadid e Kaia Gerber.
Dice di lei il fotografo Bruce Weber: «Iris è uno dei miei soggetti preferiti. Ha quattro occhi davanti e due dietro, per questo riesce ad avere uno sguardo trasversale sulle cose. Sa sempre come allargare i tuoi orizzonti». Giornalista (all’inizio), arredatrice (ha messo mano nella Casa Bianca dal 1950 al 1992 con nove presidenti, da Truman a Clinton), fondatrice con il marito Carl della Old World Weavers, azienda specializzata nella riproduzione di stoffe antiche, designer di gioielli, ispiratrice di una linea beauty per Mac Cosmetics.
Questo imprevisto successo che l’ha portata a essere l’unica testimonial novantenne di auto (Citroën) e moda (& Other Stories), protagonista della mostra Rara Avis dedicata ai suoi look, di un documentario, e, da pochissimo, della campagna del gelato Magnum #NeverStopPlaying, trova qualche spiegazione nell’autobiografia Iris Apfel. Icona per caso. Riflessioni di una star della terza età (HarperCollins). E se potessimo rubarle qualche segreto?
«Esagerate senza problemi» «Mia madre diceva sempre che, con un abitino nero e gli accessori giusti, potevi creare un centinaio di look diversi. Compiva autentici miracoli con un semplice foulard. E aveva ragione. Puoi andare in ufficio e poi uscire a cena e persino andare a una serata di gala con gli stessi abiti, cambiando semplicemente gli accessori.
I gioielli possiedono uno straordinario potere di trasformazione». Iris Apfel si sente nuda senza bracciali, ne porta anche sei per polso, mescola pezzi di valore e chincaglieria, ha trasformato la casula di un sacerdote in un mantello prezioso, mette qualsiasi cosa sui jeans. Il suo invito: «Provate! Lanciatevi! More is more. Che cosa potrebbe succedervi, alla fine, di tanto terribile?
Non esiste una polizia della moda pronta ad arrestarvi». «Mai voler apparire giovane» «Non si mette la minigonna a 75 anni. Si evitano i vestiti sbracciati, i capelli lunghi, il trucco eccessivo. Non c’è nulla che invecchi una donna quanto il tentativo di sembrare giovane, ma si può essere irresistibili a qualsiasi età, come diceva Coco Chanel. Basta scegliere l’abito in base all’occasione.
Non si va al ristorante con le infradito, non sono adeguate. Ho l’impressione che oggi il concetto di “adeguato” sia stato un po’ dimenticato: la gente non vuole più fare fatica. Male». «Basta nero totale» «D’ inverno tutte le ragazze – proprio tutte – portano stivali neri, collant neri, un cappello nero e un giubbotto di pelle nera. È rarissimo vedere anche solo qualcosa di marrone.
Lo fanno perché vogliono sentirsi accettate? Fare parte di un gruppo? O forse hanno paura di commettere un errore, visto che tutto costa caro?». Iris Apfel con suoi completi verdi, le mantella arancio , le piume fucsia, i colli di pelliccia arcobaleno, è un invito al colore: «Serve: oggi il mondo è così grigio! Tanto vale sbizzarrirsi. Perché non indossare qualcosa che urli al mondo: “ eccomi qui”? ». «Lo stile non si compra» Iris frequenta le svendite, i mercatini vintage, i negozietti dove una fashion victim non entrerebbe mai. Le piace trattare.
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E spiega: «Le persone più eleganti che ho conosciuto nella mia vita non avevano soldi. Puoi comprare la moda, non lo stile. Dopo la Seconda Guerra Mondiale ho viaggiato molto e ricordo ancora oggi donne napoletane che non avevano assolutamente niente, ma risultavano straordinariamente eleganti».
«Un tocco di rosso» «Un tocco di rosso fa più effetto di un’intera secchiata d’acqua». Iris Apfel cita Matisse, che adora. Ma anche Man Ray, che paragonava «l’uso del rosso all’impeto e alla dignità di un cuore intrepido».
Racconta: «A Mac dissi che i loro rossetti erano troppo nude, dovevano essere più coprenti e contenere più pigmenti. Andarono esauriti in un batter d’occhio. La gente rubava i tester nei negozi!» Very Red Apfel, prodotto da Edward Bess per Bergdorf Goodman è inconfondibile.
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«Lavorate sino alla fine» «Mi piace lavorare, fare cose nuove. Se la gente si interessa al mio stile o rimane sbalordita perché sgambetto ancora va benissimo. Sono convinta che siamo al mondo per realizzare qualcosa. Se smettiamo di usare il cervello , si atrofizzerà e improvvisamente smetterà di funzionare. Credo che la pensione sia un destino peggiore della morte»
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