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Andrea Siravo e Monica Serra per “la Stampa”
Circondati in gruppi. Accerchiati da polizia e carabinieri in tenuta antisommossa che hanno blindato piazza Duomo e spento ogni tentativo di protesta. Complice la pioggia, tra i fischi e le urla, la prova di forza annunciata dalla Questura per il primo sabato dal 24 luglio ha impedito il corteo contro il Green Pass a Milano. Uno per uno, i più violenti sono stati bloccati.
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Il bilancio della serata è stato di due fermati, due denunciati e una trentina di attivisti identificati, mentre un agente della Digos è rimasto lievemente contuso. Molto più numerosi, in almeno cinquemila, i militanti si erano radunati alle 15 davanti all'Arco della Pace, per la manifestazione promossa da Children's Health Defense, in cui ha preso la parola il leader negazionista Robert F.Kennedy Jr., terzogenito di Bob e nipote di JFK, che per le sue posizioni è stato disconosciuto dalla famiglia.
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No Vax, Boh Vax (cioè gli scettici) e no Green Pass, con figli e passeggini al seguito, hanno accolto con un lungo applauso l'arrivo dell'avvocato 67enne promotore di battaglie ambientaliste. Sotto al palco c'erano anche l'ex dirigente Rai Carlo Freccero e Gian Marco Capitani, leader del movimento «Primum non nocere» che il mese scorso a Bologna aveva insultato la senatrice a vita Liliana Segre, per poi scusarsi il giorno dopo.
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«Il Green Pass è un colpo di stato ed è lo strumento che usano per negare i vostri diritti», ha tuonato Kennedy Jr. davanti alla folla. «Non è una misura sanitaria ma uno strumento di controllo dei vostri movimenti e dei vostri conti correnti». E ancora: «Se il Green Pass è una misura sanitaria perché non viene emesso dal ministero della Salute, ma dal ministero delle Finanze. Credono che siamo stupidi?», ha incitato la folla che intanto scandiva i soliti cori: «Libertà, libertà» e «La gente come noi non molla mai».
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Poi Kennedy Jr. ha virato sui vaccini: «Non sono contrario a tutti, solo a quelli cattivi» come quelli anti-Covid. «Dicono che evitano la trasmissione e fermano la pandemia, ma non è vero. Quindi a cosa serve essere tutti vaccinati?». Ha concluso e si è allontanato a bordo di un van nero, mentre la piazza era ancora gremita di sostenitori.
Quando il presidio stava per terminare, blindati e cordoni della polizia avevano già circondato l'intera area, lasciando l'unica via d'uscita verso parco Sempione. Così oltre un migliaio di No Vax, in gruppi più o meno grandi, ha provato a raggiungere piazza Fontana, come nei precedenti sedici sabati di mobilitazione.
All'ingresso però, c'erano già decine gli agenti in tenuta antisommossa che l'avevano chiusa e che, per tutta la serata, hanno continuato a isolare i nuclei di militanti al loro arrivo. Di fatto la protesta è stata così spezzettata in piccoli tronconi, a partire da via Dante.
E ogni tentativo di alzare i toni o unirsi in corteo, mescolandosi tra i passanti e i turisti che passeggiavano in centro, è stato sedato sul nascere da poliziotti e carabinieri che hanno «limitato i danni» a negozi e commercianti della sola piazza Duomo, «facendo rispettare - sottolineano da via Fatebenefratelli - le linee guida del Viminale».
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Anche nelle altre piazze d'Italia, dopo la stretta del ministro Luciana Lamorgese, la mobilitazione è stata un flop. A Roma, al Circo Massimo, sono arrivati in poche centinaia, molti meno di quelli previsti. Accompagnata dal coro «giù le mani dai bambini», una «bambina simbolo» è stata fatta salire sul palco.
Circa tremila si sono incontrati a Torino, in Piazza Castello, l'unico luogo del centro non interdetto alle manifestazioni perché «connotato da una maggiore valenza simbolica per la comunità». Tra loro anche una delegazione di alcune decine di No Tav. A Novara ha preso di nuovo la parola Giusy Pace, l'infermiera finita nella bufera per la trovata dei manifestanti di travestirsi da deportati nei lager, quindici giorni fa.
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Dopo una settimana di polemiche, degli oltre mille No Vax previsti, a Gorizia se ne sono presentati 250. L'unico corteo si è tenuto a Genova, dove circa 500 manifestanti sotto la pioggia battente si sono incontrati davanti al palazzo della Regione e sono riusciti a spaccare il centro città, per poi sciogliersi in piazza della Vittoria.
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