Anticipazione da “Chi”
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«La cultura ha reagito al silenzio del lockdown in maniera rapida e positiva e le istituzioni hanno accolto e rilanciato questa istanza. La crisi ha accentuato una tendenza già in essere, la digitalizzazione dei repertori e delle opere, sviluppando potenzialità finora inespresse e avvicinando tantissime persone, soprattutto giovani, al mondo della cultura. La riapertura permetterà alle persone di tornare a godere dal vivo del patrimonio culturale, esperienza unica e insostituibile. Ma consentirà anche a molti di fruire dei beni culturali in un modo nuovo che unisce reale e virtuale», così il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, commenta sul settimanale Chi, le iniziative digitali con cui il mondo della Cultura ha reagito alla pandemia che ha costretto alla chiusura di Musei, Teatri e istituzioni culturali, creando in rete una serie di “musei virtuali” grazie ai quali si possono visitare anche i luoghi finora poco accessibili dei grandi musei italiani e stranieri.
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Il settimanale diretto da Alfonso Signorini ha condotto un'approfondita inchiesta intervistando celebri critici d'arte e rappresentanti di istituzioni culturali, come Il Teatro Alla Scala (che ha inaugurato un sito, che consente una visita virtuale ai tesori del tempio della Lirica, considerato tra i più innovativi al mondo) e il Salone del Libro di Torino (che quest’anno sarà tutto in modalità virtuale) su questi nuovo modo di “vivere“ la cultura.
Unica nota fuori dal coro è di Vittorio Sgarbi che afferma: «C’è una parte di me che vede positivamente ogni attività promozionale per l’arte anche se documentaria, ma resto convinto che vivere i luoghi sia diverso, sono spazi del pensiero e del sentire che non sono sostituibili. L’idea delle visite virtuali, perciò, vale se puoi imparare qualcosa, trarre benefici, immaginare.
Del resto tutti conosciamo La Gioconda prima ancora di averla vista perché la vediamo da sempre in foto ed è dentro di noi e, quando andiamo al Louvre e la osserviamo dietro a tante persone, compiamo l’atto notarile di vedere la riproduzione della foto che conoscevamo. In sostanza bisogna essere laici, non si può negare l’utilità di vedere l’arte sul computer, ma è la stessa differenza che c’è fra vivere e vedere un film. Facciamo, quindi, questi tour, sperando che tutto riapra perché il mondo è movimento, la gente vive, si sposta, si incontra».
dario franceschini e nicola zingaretti alla finestra dell'abbazia di contigliano 5 warhol gioconda duchamp la gioconda con i baffi il salone del libro di torino vittorio sgarbi alla camera con la mascherina 1 dario franceschini con la mascherina 4