Allan Hall per http://www.dailymail.co.uk/
Trent’anni di scandali, tangenti e festini a luci rosse. Lo scandalo delle emissioni truccate è solo l’ultimo di una lunga serie che in passato ha colpito la Volkswagen. Il primo nel 1987, quando la casa di Wolfsburg dovette sborsare l’equivalente di 160 milioni di sterline per coprire le perdite derivate da una truffa sui prezzi a cui le auto venivano rivendute all’estero. La truffa portò alla cattura di un broker di Francoforte, ma intanto il governo tedesco fu costretto a vendere il 16% della Volkswagen e a rivedere il deficit del paese.
Nel 2005 fu la volta del cosiddetto “Scandalo della prostituzione”. La Volkswagen stava passando un periodo di grosse perdite e bassa produttività così Peter Hartz, l’allora direttore del personale della casa automobilistica, mise in piedi un giro di corruzione per ricreare le condizioni favorevoli alla crescita in cui furono coinvolti sia alcuni parlamentari tedeschi sia i rappresentati delle unioni sindacali. La merce di scambio? Festini a luci rosse con escort selezionate in tutto il mondo e una pioggia di viagra per assicurarsi che nessuno rimanesse in bianco. Per rendere meno monotone le giornate al consiglio di fabbrica, e soprattutto le notti dell'ex capo del sindacato in Volkswagen, Klaus Volkert, furono spesi nell’arco di 9 anni 1,9 milioni di euro.
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Nel 2006 la casa tedesca ci è cascata di nuovo, accusata di aver ricevuto delle tangenti da parte di fornitori tedeschi e francesi che portarono quasi alle dimissioni dell’allora amministratore delegato Bernd Pischetsrieder. Molti ricorderanno poi la fallita scalata di Porsche a Volkswagen nel 2009, che si concluse con il quasi fallimento della casa di auto sportive di Stoccarda, che alla fine fu inglobata da Volkswagen.
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