DAGOREPORT
Al "Corriere della Sera" i paladini dell'Anticasta nemmeno si sono accorti dell'ennesimo fattaccio di malcostume consumatosi a palazzo Chigi da quella che loro chiamano la "cricca". Chissà, forse i due Gabibbo, Stella&Rizzo", tra un libro e l'altro, si sono voluti prendere una licenza (premio).
O, magari, stavolta il cosiddetto "conflitto d'interessi" potrebbe riguardare proprio loro, i moralisti à la carte, e hanno scelto di chiudere un occhio.
Di sicuro c'è che "il Fatto", a firma di Paola Zanca, (articolo subito ripreso da Dagospia), ha dato conto - con un titolo efficace: "Ufficio collocamento Catricalà" -, di una nuova infornata di collaboratori da parte del sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Tutto ciò accadeva mentre, accompagnato dagli applausi della claque dei giornaloni, Rigor Montis annunciava tagli dolorosi proprio tra i dipendenti di palazzo Chigi.
La mitica spending review di cui dovrebbe occuparsi l'ex mungitore di Parma, Enrico Bondi. Il tagliatore di bilanci (e teste) che dopo essersi fatto ciucciare sotto il naso Parmalat dai francesi di Lactalis ora si fa infinocchiare pure dall'astuto tronista di stato, Antonio Catricalà.
GEREMICCA CATRICALA SOMMELLAMa nel denunciare come nell'era post Letta continua a funzionare l'ufficio di collocamento di palazzo Chigi, al "Fatto" di Padellaro e Travaglio sono sfuggiti alcuni gustosi particolari.
Già perché tra gli esperti "indispensabili" chiamati da Catricala, c'è anche Raffaella Rizzo. E chi è Raffaella Rizzo se non la sorella di Sergio. Sì, lui lo sterminatore di Caste e Cricca. Il Gemello in via Solferino di Giannantonio Stella.
A dispetto di quanto avrebbero sospettato in situazioni analoghe i Gabibbo Stella&Rizzo, noi pensiamo invece che sorella Raffaella abbia tutti i titoli per andare a consigliare il governo.
E poi cosa c'è di più sacro in Italia della famiglia.
Per mezzo secolo banche e giornali hanno protetto il disastroso capitalismo familiare all'Agnelli.
E se Raffaella Rizzo oltre ad essere la sorella del censore Sergio e anche moglie del vice direttore di MilanoFinanza, Roberto Sommella, non saremo certo noi a evocare qualche altra oscura lobby in azione per minare la democrazia.
E se, infine, il marito di Raffaella Rizzo, Roberto Sommella, è stato pure direttore delle relazioni esterne ai tempi in cui Catricalà guidava l'Antitrust, non parleremmo mai di "cerchio magico".
Al più di triangolazioni da onesta e sana prima Repubblica.
2- OGGI QUI, DOMANI CATRICALÀ
Paola Zanca per "il Fatto Quotidiano" del 25 maggio 2012
Da Dagospia http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/collocamento-catrical-le-forbici-taglia-spese-del-sottosegretario-di-rigor-monti-arrivano-in-tutti-39448.htm
Galeotto fu palazzo Chigi. Sua moglie Diana, dirigente di prima fascia, Antonio Catricalà l'ha conosciuta proprio qui, nei corridoi della Presidenza del Consiglio. Lei in quelle stanze è Entrata per concorso nel 1984 e oggi, dopo 28 anni di onorata carriera e altri due concorsi interni, è a capo Dipartimento per il Coordinamento amministrativo. Ma per il sottosegretario Catricalà, il civico 370 di piazza Colonna, ormai ha più che il calore di casa . "Qui non c'è sabato e non c'è domenica. Qui maciniamo provvedimenti in continuazione. Qui se mi tolgono anche una sola persona questo ufficio c-h-i-u-d-e".
Per evitare il tracollo si è circondato dall'affetto di storici consiglieri, ha scelto nuove leve su cui investire e mantenuto caselle importanti per le relazioni politiche e istituzionali: così, la squadra di Catricalà tocca quota 21. Tutti in "diretta collaborazione" del sottosegretario. I due pilastri si chiamano Giulia Zanchi e Francesco Saverio Marini. La prima, avvocato, lo segue dall' Antitrust (Catricalà, fino alla nomina nel governo Monti, presiedeva l'Autorità garante per la concorrenza).
Lì la Zanchi dirigeva l'Unità call center, ovvero la struttura relativa al numero verde per la tutela del consumatore, oggi è capo della segreteria particolare. Guida uno staff di cinque persone: tre le hanno trovate qui, lavoravano già alla presidenza del Consiglio. Altre due le hanno portate loro, perchè "brave, affidabili" e in grado di ricerche" e "scrivere pareri" che Consiglio dei ministri e Cipe chiedono quotidianamente agli uffici di Catricalà.
ANTONIO CATRICALAPoi ci sono tre centraliniste, che si occupano solo di smistare le telefonate. Arriva dall'Antitrust anche l'assistente personale di Catricalà: Mauro Nicolai, già capo segreteria di Luigi Merolla, a sua volta capo di gabinetto di Giuliano Amato, presidente dal '94 al '97. Fidato anche l'avvocato Angelo Lalli, con cui Catricalà ha scritto anche un libro: sempre sull'Antitrust, ovvio.
E' vicecapo della segreteria tecnica. Il sottosegretario come suo superiore scelto Francesco Saverio Marini:anche lui già consulente dell'Antitrust (nonché dell'Istituto superiore di Sanità fino al giugno scorso, per 195mila euro a biennio), avvocato pure lui, insegna a Tar Vergata. La cattedra l'ha ottenuta a soli 29 anni, un po' la stessa storia del vice ministro Michel Martone: tanto precoci, quanto figli di cotanto padre. Michel di Antonio, magistrato in Cassazione, Francesco di Annibale, presidente della Consulta oggi al Csm.
DIIANA E ANTONIO CATRICALAScrive di lui lavocecosentina.it: "Un giovane di origini calabresi chiamato ad un compito importante che conferma come a Roma la comunità dei calabresi, anche quelli di seconda generazione, sappia farsi valere". Marini è nato a Catanzaro, come Catricalà.
Non è in "diretta collaborazione" ma lavora negli uffici di palazzo Chigi (è un "comandato" funzionario del Tesoro) Federico Florà: giovanissimo, ha scritto pure lui un libro sulle
"luci e ombre" dell'Antitrust e sta nella fondazione ItaliaCamp presieduta, rieccolo, da Catricalà in persona.
Per chiudere la formazione, vanno aggiunte 4 persone in segreteria, 3 addetti all'archivio e 2 "esperti": una è Raffaella Rizzo, l'altra il magistrato Monica Velletti, capo dell'Ufficio legislativo delle Pari Opportunità all'epoca di Mara Carfagna. "Io mi porto dietro solo gente brava. Non ci sono consulenti né altre collaborazioni - rivendica Catricalà - Noi la spending review l'abbiamo fatta quando siamo arrivati a novembre: noi lavoriamo in 21, Gianni Letta ne aveva 40".