1- FROCIO VS DROGATO, FINALMENTE! ALTRO CHE IBIZA, LE ELEZIONI ALLA MODA IN SICILIA - 2- IL POPOLO SICULO HA DUE CANDIDATI GOVERNATORI NEI QUALI IDENTIFICARSI: GIANFRANCO MICCICHÉ, CHE, ACCUSATO DI SPACCIARE COCAINA, SI DIFESE “NON SONO SPACCIATORE, SONO SOLTANTO ASSUNTORE” E ROSARIO CROCETTA, GAY DICHIARATO, APPOGGIATO DA PD E UDC, CHE L’HA CON LE “CHECCHE NASCOSTE”, DOVE, NELL’UDC? NO, NEL PD - 3- “FROCIO CONTRO DROGATO”, VETTE ALTISSIME DI PASSIONE POLITICA, MENO ALLUSIVE DELLA RIPARTIZIONE SCIASCIANA: “UOMINI, MEZZI UOMINI, OMINICCHI, RUFFIANI, QUAQUARAQUÀ”, FORSE PRELUDIO ALLA “GRANDE RIVOLUZIONE” PER LA SICILIA, VERO LABORATORIO POLITICO (COME SEMPRE) IN CUI, ALLA FACCIA DI ROSY BINDI E DELLA CHIESA -

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1- FROCIO VS DROGATO, FINALMENTE! ALTRO CHE IBIZA, LE ELEZIONI ALLA MODA IN SICILIA
Ottavio Cappellani per Libero

"Frocio contro Drogato" si dice nei bar siciliani - (dovere di cronista riportarlo) - dove, si aggiunge: "Finalmente!", come a dire che "adesso sì che si ragiona", adesso sì che il popolo siciliano ha due candidati governatori nei quali identificarsi dal "basso": Gianfranco Micciché, che, accusato di spacciare cocaina, si difese (orgoglio dei siciliani), "non sono spacciatore, sono soltanto assuntore" ("Allora ci scusi"), perché come si sa, il fatto, o ancora meglio il "fatto", non costituisce reato; e Rosario Crocetta, omosessuale dichiarato, appoggiato dall'Udc, oltre che dal Pd, che, come riporta il maestro Pietrangelo Buttafuoco, ce l'ha con le "checche nascoste", dove, nell'Udc? No, nel pd.

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"Frocio contro Drogato", dunque, anche se in sé, la frase da bar, contiene alcune inesattezze che potremmo catalogare sotto la voce "politically uncorrect": primo, non si dice frocio ma puppo (un siciliano potrebbe offendersi), secondo c'è la questione "ex"; a quanto ci risulta Micciché potrebbe essere "ex-assuntore", come Crocetta potrebbe essere "ex-puppo", del primo non abbiamo la data precisa dell'ultima sniffata come del secondo non abbiamo la data precisa dell'ultima... vabbé...

Precisato questo, ordunque, quello che ci premeva era invece sottolineare con vigore come, in queste elezioni, gli schieramenti abbiano finalmente intercettato, o meglio correttamente interpretato, la politica dalla parte del cittadino, in una maniera che, per dire, Beppe Grillo se la sogna, se è vero, come è vero, che la Sicilia è quell'isola alla moda che galleggia sulla coca, che la mette sulla pasta alla norma al posto della ricotta salata, e dove, a proposito di omosessualità, la frase ricorrente è: "Quanto a puppi, Mykonos ce la può sucare".

E infatti, lungi dall'essere un commento negativo, "Frocio contro Drogato", in Sicilia, è una affermazione di ritrovata passione politica, di cittadinanza movimentista: "Minchia, lo hai mai visto tu un puppo che si suca la cocaina come si muove? Voglio vederlo a Beppe Grillo come fa a pigliarlo!"; questo si dice nei bar, così come si dice: "Minchia, finalmente elezioni alla moda! E che siamo a Ibiza? Minchia troppo bello! Manco a Formentera".

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Sono gli stessi bar dove, alla vista di Roberto Saviano, che si lamenta del traffico della cocaina, partono i cori: "Saviano droooooogati! E droooooogati!", sono gli stessi bar cioè, dove si interpreta il new journalism così come è, realmente, non nei salotti di Fabio Fazio, ma nei veri salotti newyorkesi ("Nascondete la coca, arriva il nuovo libro di quel rompicoglioni"), quei bar dove la modernità non è solo percepita, ma incarnata: "Minchia mi sono scippato la teeeeesta, minchia, mi sento troppo metroseeeexual. Minchia mi sento troppo calciatore. Minchia, andiamo a sucarla negli spogliatoi!".

"Frocio contro drogato", dunque, vero laboratorio politico (come sempre d'altronde) in cui, alla faccia di Rosy Bindi e della Chiesa, il pd, alleato con l'Udc, candidano insieme Rosario Crocetta. Ripetete la frase, assaporatela in bocca: l'Udc, alleato con il Pd, candida Rosario Crocetta, omosessuale dichiarato, che si dichiara cristiano praticante, e quindi, si suppone, omosessuale non praticante, e quindi molto più democristiano che di sinistra, che però dichiara: più a sinistra di me c'è solo Renato Curcio. Vi rendete conto che la "forbice" dell'elettorato è più larga dell'allargamento di gambe di Corrado, detto Wanda, quando si mette le caviglie dietro le orecchie?

"Frocio contro drogato", dunque, vero laboratorio politico dove Silvio Berlusconi in persona lancia la candidatura di Gianfranco Micciché, che, è bene ricordarlo con forza, sottolinearlo una volta per tutte, fissarlo nella storia e nella memoria, quando ha dichiarato "Non sono uno spacciatore, sono soltanto un assuntore" ("Allora ci scusi") non era no, buttato in politica, non era no, sceso in campo, non era no responsabile della cosa pubblica, ma tutt'altro mestiere faceva, tanto da potere, ipoteticamente, dichiarare: Silvio Berlusconi fa bene a lanciare la mia candidatura, all'epoca della cocaina non ero un politico, ero semplicemente un dipendente di Publitalia.

2- IL BELL'ANTONIO NON ABITA PIÙ QUI.
Malcom Pagani per Il Fatto

"Dal Texas vengono solo tori e checche. Tu non mi sembri un toro, soldato. Sei forse una checca?". Lo stesso interrogativo di "Ufficiale e gentiluomo" ossessiona altri battaglioni. La recluta cattolica Rosario Crocetta, ex sindaco di Gela, deputato europeo e presidente della commissione antimafia di Bruxelles, ci sta lavorando.

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In meditato congedo dal contegno verbale, ha elevato la prevalenza del termine a personale Vangelo. Nella variopinta campagna elettorale siciliana, Crocetta, omosessuale "dalla vita irreprensibile" e candidato alla presidenza della regione in allegro, eretico tandem, non smette di professare. Si è dato una missione. In bilico tra paradosso e autocompiacimento. Stanare "le checche spesso annidate a sinistra".

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Codificarle con lo stesso linguaggio degli analisti che studiano Al Qaida, perché mimetiche: "mascherate in qualche frangia integralista". Sfidarle a duello, in un giocoso outing che liberi i deboli di spirito e li convinca a uscire allo scoperto depauperando le fila dell'esercito, sempre di checche "non dichiarate" (ça va sans dire) "che mi odia" giura Crocetta "perché un gay dichiarato come me si candida. Queste checche nascoste penseranno: noi che nascondiamo la nostra omosessualità non riusciamo a fare nulla e lui rischia di vincere?".

Vette altissime, meno allusive della ripartizione sciasciana: "uomini, mezzi uomini, ominicchi, ruffiani, quaquaraquà", forse preludio alla "grande rivoluzione" per la Sicilia che Crocetta, (il Tulliani di Lombardo secondo Pietrangelo Buttafuoco che riferisce su "Il Foglio" voci di appartamenti in "duplex" a Bruxelles) interpreta a suo modo.

Accusa schegge del Pd di omofobìa mentre il partito, gregario, pedala per portargli acqua con l'unica formazione più millenarista della Binetti, l'Udc. Affronta sportivamente le defezioni inattese. Sel e Idv lasciano la barca? "A sinistra trovi sempre qualcuno più ortodosso di te, se non vado bene possono candidare Renato Curcio".

Tra la freddura, la gaffe e la "cassata", non sempre Crocetta trova l'amalgama. Claudio Fava si candida nella sua stessa area di riferimento? È tutto un alternarsi di carezze: "Io non faccio sceneggiature, lui le scrive per la Fininvest beccando soldini da Berlusconi", perfide retromarce: "Al di là di quel che Fava fa, la cultura del sospetto non mi appartiene", colpi bassi mascherati da benedizione: "Gli voglio bene, dico certe cose come manifestazione d'amore, spero non lo turbi visto che viene da un gay" e via così.

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In attesa di capire se tra Lombardo, Micciché, Fli, gli autonomisti, il default, la paura, Grillo e gli iconoclasti comunisti di Loi: "Fuori da banche, poteri forti, mafia e politicanti siciliani, abbiamo un programma in netta contrapposizione a queste strutture parassitarie di centrodestra e di centrosinistra" qualcuno troverà la formula, non si fatica a riconoscere l'ascendenza di tanta improvvisa agitazione dialettica.

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Non il calembour d'oltralpe fotografato da Tognazzi e Serrault ne "Il vizietto" ("certo che voi francesi fate proprio un caffè di merda!", "Mi hanno dato della checca, mi hanno dato del negro ma del francese mai!") ma semiotica romana. Autarchia missina non ancora ubriacata da Fiuggi.

A esplorare per primo il territorio di Crocetta fu Francesco Storace. In aula, ricordando il rigore morale della camicia nera Carlo Tassi, Mauro Paissan, si rivolse alla destra dell'emiciclo: "Il vostro collega chiamava la maggioranza «mangioranza», oggi tangentari e tangentisti siete voi". Storace scattò aggirando il blocco dei commessi e trovò l'impatto: "Quella checca di Paissan mi ha graffiato con le sue unghie laccate di rosso, io non l'ho toccato. Provate a trovare le mie impronte sul suo culo".

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Epurator, cresciuto alla scuola di Tedoro Buontempo (A una giornalista spagnola disse soave: "Signorina, sa, los frocios) trovò invece la solidarietà del camerata e collega Vincenzo Zaccheo: "Ce stava un cazzetto de Rifondazione che me voleva mena' , ma io le mani ce l' ho grandi, l' ho messo al posto suo" e l'adesione convinta del falangista Mammola: "Con chi ve la siete presa, con quella checca isterica?".

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Stessa filiera ideologica con il senatore Nino Strano da Catania, conterraneo di Crocetta, già assessore regionale alla cultura. Amico di Zeffirelli, insuperato maestro salumiere (festeggiò la caduta del centrosinistra in diretta tv con mortadella e champagne) e - rivelò ad Antonello Caporale: "Esteta fottuto, amico di travestiti, troie e gay", Strano frequentava locali "dove ogni desiderio è possibile e praticabile" e nelle pause dalla noia, si sfogava in aula.

All'omologo Cusumano dell'Udeur, colpevole di aver prolungato l'agonia di Prodi, Strano urlò "Squallida checca", superato da Barbato che lo blandì al grido di "pezzo di merda, traditore, cornuto, frocio". Cusumano, vistosi perduto, decise di svenire. I fantasmi evocati da Crocetta, in attesa di un temporale estivo, di tacere. Alle elezioni mancano 2 mesi. Eterogenesi dei fini, letti in piazza, machismi, equivocati, di ritorno. Il bell'Antonio, se c'è, non abita più qui.

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