NEL 2020 SARANNO DISTRUTTI 1600 MILIARDI DI REDDITO NELLA ZONA EURO E LA GERMANIA SI ACCONTENTA DI USARE ''GLI STRUMENTI ESISTENTI'': TUTTO QUELLO CHE È ANDATO STORTO NELL'EUROGRUPPO IN CUI NON SI È DECISO UN BEL CIUFOLO IN BARBA ALL'EMERGENZA, CON ITALIA E OLANDA AGLI ESTREMI, E TUTTI GLI ALTRI IN MEZZO - L'UNICA BUONA NOTIZIA? LA BCE INIZIA A SMANTELLARE L'ERRORE DEL 2005, CHE AFFIDÒ L'ACCESSO ALLA LIQUIDITÀ DEI PAESI DELL'EURO AI GIUDIZI DELLE AGENZIE DI RATING. DA IERI QUEL VINCOLO NON VALE PIÙ

-

Condividi questo articolo


Federico Fubini per il “Corriere della Sera

 

OLAF SCHOLZ BRUNO LE MAIRE OLAF SCHOLZ BRUNO LE MAIRE

La giornata che doveva gettare le basi per il salvataggio dell' economia europea non è iniziata al meglio. Solo lunedì sera, indirettamente, il governo ha scoperto che la Commissione europea si preparava a una decisione che riguarda in pieno l' Italia: Ursula von der Leyen, la presidente, voleva far approvare delle "linee guida" generali per l' uscita dei vari Paesi dal lockdown imposto per fermare Covid-19.

 

Nessuno aveva avvertito le autorità del Paese più colpito d' Europa, con 135 mila contagiati e 17 mila morti. Le istruzioni di Bruxelles non sarebbero state vincolanti ma potevano interferire con le exit strategy dell' Italia o di altri Paesi. Ieri pomeriggio Giuseppe Conte ha telefonato a von der Leyen chiedendole di soprassedere e nel giro di poche ore i governi di Parigi e di Madrid si sono schierati con il premier italiano. Alla fine la presidente tedesca della Commissione ha accettato di rinviare, ma ormai si era rivista la stessa linea di faglia che poche ore dopo avrebbe fratturato l' Eurogruppo.

 

Del resto la stessa Commissione al proprio interno vive le stesse divisioni andate in scena ieri fra i ministri delle Finanze: i commissari di Italia, Francia, Spagna e Portogallo - a partire da Paolo Gentiloni - a favore di un "Recovery Plan", un piano europeo per la ripresa finanziato da risorse comuni; quelli di Austria, Paesi baltici e la stessa von der Leyen molto più freddi. Alla fine l' Eurogruppo ieri è iniziato (in ritardo) dopo che nella bozza di conclusioni era comparsa l' opzione preferita dalla presidente tedesca della Commissione: il "Recovery Plan" era legato al bilancio Ue, ossia ai fondi europei che avrebbero potuto aumentare marginalmente nei prossimi sette anni.

Merkel Olaf Scholz Merkel Olaf Scholz

 

Se questa è l' idea, avrebbe ridotto a ben poco l' intero pacchetto europeo di risposta dalla recessione da Covid-19.

Gli altri elementi infatti sono fuori proporzione rispetto a un crollo del prodotto lordo nel 2020 che UniCredit prevede del 13% per l' area euro (circa 1.600 miliardi di euro di distruzione di reddito). Sure, il piano di sostegno del lavoro che von der Leyen definisce "solidarietà in azione", per l' Italia per esempio equivale a un prestito capace di coprire poco più di quattro settimane di cassa integrazione: in base all' articolo 9 del regolamento di Sure il governo può infatti ritirare al massimo venti dei cento miliardi del fondo, ma deve offrire garanzie per cinque miliardi.

 

Quanto al progetto di nuove garanzie per 200 miliardi della Banca europea degli investimenti - Berlino preferirebbe di meno - copre a stento il 4% del credito alle imprese europee. Resta poi il pezzo del puzzle sul quale Germania e Olanda puntano di più: prestiti del fondo salvataggi Mes per un ammontare fino al 2% del prodotto (Pil) del Paese in crisi, con poche condizioni almeno all' inizio. Nei negoziati dell' Eurogruppo, anche questa è parsa subito un' arma spuntata e non solo perché nessun grande Paese dell' euro quest' anno avrà un deficit pubblico di meno dell' 11% del Pil (sempre secondo UniCredit).

mark rutte giuseppe conte mark rutte giuseppe conte

 

Soprattutto restano dei dubbi, emersi in queste settimane, che quei nuovi programmi del Mes disegnati per Covid-19 possano legalmente aprire la strada alle Outright Monetary Transactions, gli interventi in teoria senza limiti della Banca centrale europea voluti da Mario Draghi nel 2012. Un governo che accetta il primo prestito leggero del Mes potrebbe dunque poi doverne richiederne altri e trovarsi soggetto a una vigilanza sempre più stretta.

 

Proprio l' insufficienza del pacchetto rende importante, per Italia e Francia, che Germania e Olanda accettino il principio di un "Recovery Plan" con risorse comuni. Ma anche ieri Berlino ha puntato a concedere impegni vaghi e a ottenere un rinvio (come quando nel 2012 la Germania accettò un' assicurazione sui depositi bancari, che da allora resta sulla carta).

christine lagarde jens weidmann christine lagarde jens weidmann

 

Ancora più duro è stato Wopke Hoekstra, il ministro dell' Aia, ieri da subito sulle posizioni opposte rispetto Roberto Gualtieri. Proprio Italia e Olanda sono le estreme in un clima di scontro condizionato dalle pressioni interne in entrambi i Paesi.

Se non altro, la Bce inizia a smantellare l' errore del 2005, che affidò l' accesso alla liquidità dei Paesi dell' euro ai giudizi delle agenzie di rating.

Wopke Hoekstra Wopke Hoekstra

Per gli interventi in questa crisi, da ieri, quel vincolo non vale più.

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY


ultimi Dagoreport

COME MAI L’OPA OSTILE DI UNICREDIT SU BANCO BPM HA TERREMOTATO I NEURONI LEGHISTI? IL MINISTRO DEL MEF GIORGETTI HA SUBITO ALZATO LE BARRICATE: L'OPA È STATA "COMUNICATA, MA NON CONCORDATA COL GOVERNO", MINACCIANDO ADDIRITTURA LA GOLDEN POWER, COME SE UNICREDIT FOSSE DI PROPRIETÀ CINESE - ANCOR PIÙ IMBUFALITO È SALVINI: “UNICREDIT ORMAI DI ITALIANO HA POCO E NIENTE: È UNA BANCA STRANIERA, A ME STA A CUORE CHE REALTÀ COME BPM E MPS CHE STANNO COLLABORANDO, SOGGETTI ITALIANI CHE POTREBBERO CREARE IL TERZO POLO ITALIANO, NON VENGANO MESSE IN DIFFICOLTÀ" – ECCO IL PUNTO DOLENTE: L’OPERAZIONE DI ORCEL AVVIENE DOPO L'ACCORDO BPM-MILLERI-CALTAGIRONE PER PRENDERSI MPS. COSI’ IL CARROCCIO CORRE IL RISCHIO DI PERDERE NON SOLO BPM, STORICAMENTE DI AREA LEGHISTA, MA ANCHE MPS, IL CUI PRESIDENTE NICOLA MAIONE È IN QUOTA LEGA…

FLASH! - AVVISATE IL VICE PRESIDENTE DEL CSM, FABIO PINELLI, CHE DOPO IL SUO INCONTRO CON MELONI SÌ È PUBBLICAMENTE ALLINEATO AL GOVERNO NELLA SCONTRO CON I MAGISTRATI SUGLI IMMIGRATI, IL CONTRARIO DI CIÒ CHE PREVEDEREBBE IL SUO RUOLO DI GARANTE DELL’AUTONOMIA E DELL’INDIPENDENZA DELL’ORDINE GIUDIZIARIO, L’IRRITAZIONE DI MATTARELLA, PRESIDENTE DEL CSM, È COMPLETA. E AL PROSSIMO CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, IL CAPO DELLO STATO AVREBBE IN MENTE DI PARTECIPARE DI PERSONA…