1. LUIGI DE MAGISTRIS A RTL 102.5:”IN CAMPANIA ANDIAMO VERSO IL LOCKDOWN”. “DE LUCA? SE MI CHIAMA OGGI CANCELLO I MIEI IMPEGNI E VADO SUBITO”
Il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris è stato intervistato questa mattina in diretta su RTL 102.5 all’interno di NON STOP NEWS, il programma condotto da Pierluigi Diaco, Fulvio Giuliani e Giusi Legrenzi
Qui il link integrale all’intervista:
Luigi De Magistris esordisce parlando del controllo di vie e piazze della città: “Continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto e i risultati ci danno ragione, il numero dei controlli, continueremo a farli con rigore, la gente risponde sempre meglio e le mascherine ce l’hanno davvero tutti e laddove dovremmo riscontrare qualche isolata criticità aumenteremo i controlli o agiremo in altro modo”.
Sulle sue perplessità già espresse sull’app immuni: “Sono un uomo abituato ad approfondire e se questa è l’arma letale contro il virus mantengo le mie perplessità, credo sia legittimo in un paese democratico. Io non l’ho ancora scaricata ma se deve diventare argomento di polemica lo farò, così saranno tutti felici, in attesa di avere una sanità pubblica più rafforzata sul territorio o almeno dalle mie parti più rafforzata. Perché quando guardo i numeri di come hanno potenziato la sanità pubblica mi viene un brivido dietro alla schiena. Io sono molto molto preoccupato per la mia città”.
La Sua posizione dell’eventuali misure restrittive se i numeri diventano importanti commenta: “In Campania credo che si andrà al lockdown, sono rimasti una ventina di posti letto in terapia intensiva e una cinquantina posti in reparto e se il trend continua come quello di questi giorni penso che a fine ottobre ci sarà il lockdown. Io sono terrorizzato dal disastro economico, sociale e lavorativo, di un’epidemia mentale di cui non si parla, la gente comincia ad essere sfiancata e preoccupata.
Io sono arrabbiato perché quello che preoccupa è che non si è alzato il livello di attenzione, di prevenzione e di intervento e allora al primo aumento di contagio già il sistema è andato in tilt, anche se a Napoli i numeri non sono altissimi, 3, 4 morti alla settimana e la maggior parte sono asintomatici. Ma il sistema sanitario, nonostante l’impegno incredibile di medici e infermieri, ha delle difficoltà. Non sono partite le assistenze domiciliari, non c’è un medico o un infermiere che va visitare un malato a casa e se il paziente ha la febbre cerca di andare in ospedale”.
Sui rapporti a volte conflittuali con il Governatore della Campania De Luca, il Sindaco De Magistris risponde così: “Non sono litigi ma opinioni, e poi per quel che riguarda la sanità, nonostante non sia un argomento di mia competenza, io comunque sto cercando in tutti i modi di partecipare all’unità di crisi regionale e di dare un contributo, perché durante un’epidemia dobbiamo metterci insieme nonostante le idee politiche. Ma Le sembra normale che il Sindaco di Napoli che rappresenta il 56% della popolazione campana non partecipi all’unita di crisi? Io voglio partecipare anche con chi non mi riconosce come Istituzione. Se poi non devo neanche parlare, come lui ha impedito ai medici di parlare, e siamo in una dittatura diamoci una ragione, io sono un uomo libero non mi faccio piegare da nessuno. Se non parlo io non parla nessuno. Se De Luca mi chiama stamattina io cancello tutti i miei impegni e vado là”.
Sulla questione della chiusura delle scuole il Sindaco di Napoli si esprime così: “Io ho apprezzato il Governo sulla questione delle scuole perché si è mantenuta una posizione non facile, cercare di trovare un equilibrio tra didattica a distanza e in presenza. Ma chiudere subito la scuola che a Napoli ed in Campania continua ad essere il luogo più sicuro perché controllato”.
2. " DA CONTE TROPPA ANSIA COSÌ NON È UNA PANDEMIA MA UN PANDEMONIO"
Niccolò Carratelli per ''La Stampa''
Quelle parole di Giuseppe Conte in conferenza stampa, mentre illustrava l' ultimo Dpcm, proprio non gli sono piaciute. «Sconcertanti, segno di grande superficialità», dice Luigi de Magistris, accusando il premier di aver provato «ad affibbiare solo a noi il problema della movida». Per il sindaco di Napoli, «nella migliore delle ipotesi c' è stata molta approssimazione dal punto di vista della comunicazione».
Non pensa che quel riferimento ai sindaci, per la chiusura di vie e piazze a rischio assembramento, fosse invece voluto e studiato?
«All' inizio ho pensato a un errore, per stanchezza o mancanza di lucidità. Ma poi il presidente dell' Anci Antonio Decaro ci ha spiegato di non essere stato consultato sul punto, nonostante le tante riunioni fatte con il governo. E questo è grave, perché vuol dire che è stata una mossa ragionata, per lasciare noi sindaci con il cerino in mano, come già successo altre volte durante questa emergenza sanitaria».
Poi è stata levata dal testo la parola "sindaci" e il Viminale ha precisato che la gestione avverrà in collaborazione con i prefetti. Tutto a posto?
«Di fatto nulla di nuovo, si ribadisce quello che già avviene, le riunioni del Comitato per l' ordine pubblico servono anche a questo. A maggior ragione è stato sbagliato quel messaggio, ansiogeno e lacerante, che rischia di acuire le tensioni sociali: i ragazzi additati come untori, le persone che si lamentano degli assembramenti, i commercianti che vedono la loro attività in crisi. E in quel modo inviti a tutti a rivolgersi al sindaco. Qualcuno lo ha fatto oggi (ieri ndr)».
Ha ricevuto segnalazioni?
«Sì, persone che mi hanno chiamato per denunciare zone o locali troppo affollati, dando per scontato che dovessi occuparmene io. Le parole di Conte hanno avuto un effetto devastante, siamo passati dalla pandemia al pandemonio. Senza contare che questi coprifuoco settoriali sono inattuabili».
LA SCRIVANIA DI LUIGI DE MAGISTRIS
Perché? Troppi pochi agenti da dislocare sul territorio?
«Come polizia municipale siamo sempre in difficoltà, non abbiamo risorse per assumere nuovo personale. Ma il punto è che chiudere una piazza non è la soluzione, perché la gente si sposterà in un' altra piazza vicina, come in un grande e inutile gioco dell' oca. Siamo qui a parlare di questo perché alla fine nel Dpcm c' era poco altro».
È tra quelli che l' hanno trovato troppo morbido?
«Sicuramente soft, magari equilibrato per questo momento, ma temo che sia solo l' inizio di una escalation, perché l' aumento dei contagi costringerà a maggiori restrizioni, a prescindere dalla volontà di preservare la ripresa economica, che comprendo. Secondo me non si arriverà a un lockdown generalizzato, come a marzo, ma forse in alcune regioni. Poi avremo una stretta molto decisa a novembre, per provare a salvare il Natale».
In Campania De Luca fa capire che pensa al lockdown
DE MAGISTRIS CON LE BARCHE PRO MIGRANTI
«Lo farà, del resto ha già alzato bandiera bianca chiudendo le scuole, unico in Italia. Fino alle elezioni diceva che la situazione era sotto controllo, ora ha ripreso in mano il lanciafiamme, alimentando la paura su cui ha costruito il suo consenso, come se la Campania fosse l' epicentro dell' epidemia. In realtà il problema è quello che non si è fatto finora: non c' è controllo epidemiologico, siamo in ritardo su tamponi e tracciamento dei contagi, a livello regionale abbiamo un terzo dei posti di terapia intensiva che sarebbero necessari».
A proposito di tracciamento, si parla di rendere obbligatoria Immuni. L' ha scaricata?
«Per ora no, la App non mi sembra efficace, di certo non è un' arma letale contro il virus.
Capisco che dovrei dare il buon esempio, ma dico quello che penso. Non credo la renderanno obbligatoria, ma nel caso, mi adeguerò».