E' STATA LA MANO DI TA-ROCCO CASALINO – DIETRO ALLO STRAPPO E ALLE PAGLIACCIATE PORTATE AVANTI DA CONTE C’È UNO STRANO TRIO: IL REDIVIVO ROCCO CASALINO, LA BARRICADERA PAOLA TAVERNA E L’EX ATTORE TEATRALE RICCARDO RICCIARDI – E NEI GRUPPI PARLAMENTARI È DI NUOVO TUTTO UN "ROCCO DICE CHE", "QUI C'È LA MANO DI ROCCO". NEL MOVIMENTO RACCONTANO CHE CI FOSSE LA MANO DI CASALINO ANCHE DIETRO L'INDISCREZIONE SUL M5S PRONTO A RITIRARE I MINISTRI...

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Stefano Cappellini per “la Repubblica”

 

PAOLA TAVERNA GIUSEPPE CONTE PAOLA TAVERNA GIUSEPPE CONTE

"Ma ti rendi conto? L’incidente di Sarajevo! C'è la guerra e Letta parla di pistole, è anche irrispettoso...". Rocco Casalino era furioso mentre esprimeva a un parlamentare 5S tutto il disappunto sull'esempio usato dal segretario del Pd per rappresentare le conseguenze dello strappo di Conte.

 

Dipendesse da Casalino, non ci sarebbe da esitare un secondo: via dal governo, via dal campo largo. Dopo mesi di basso profilo, sembra tornato il Casalino dei vecchi tempi, quello che teneva i dem e Draghi sul gozzo più di quelli che storcevano il naso sui suoi esordi al Grande fratello.

 

Tutte le cronache interne al Movimento concordano sul fatto che l'ex portavoce di Conte a Palazzo Chigi non perda occasione per consigliare al leader di tenere una linea inflessibile. Casalino insieme a due vice di Conte, la senatrice Paola Taverna e il deputato Riccardo Ricciardi. Il triumvirato dello strappo, la trimurti dell'antidraghismo e del ritorno all'opposizione.

 

paola taverna giuseppe conte paola taverna giuseppe conte

Uno strano trio anche per estrazione politica. Taverna è una che ha sempre detestato la sinistra, era più a suo agio nel governo con la Lega, al contrario Ricciardi è un Fratoianni del Movimento, uno che contesta Draghi per convinzione ideologica ma, a differenza di Di Battista, il Movimento lo vede senz'altro nel campo opposto alla destra.

 

Questa vocazione non ha scoraggiato Casalino, maestro di pragmatismo, dal puntare su di lui. Ricciardi, un passato da giovane attore teatrale, è tra i grillini più spigliati e telegenici. "In tv ci deve andare lui", suggerì Rocco che, dopo la caduta del Conte bis, nei mesi della sua personale traversata nel deserto, ha lavorato per aumentare la visibilità del vicepresidente.

 

Irritando non poco Luigi Di Maio, bersaglio frequente delle polemiche di Ricciardi, che non a caso è stato il più lesto a chiederne l'espulsione, proprio su Repubblica, pochi giorni prima che il ministro degli Esteri se ne andasse dal M5S.

rocco casalino e giuseppe conte rocco casalino e giuseppe conte

 

Nei gruppi parlamentari è di nuovo tutto un "Rocco dice che", "qui c'è la mano di Rocco", "ora Rocco fa uscire lo spin" (lo spin, per i non addetti ai lavori, è il tentativo di orientare il dibattito e l'informazione con una velina dettata alle agenzie di stampa).

 

Ieri mattina, per esempio, erano tutti convinti che ci fosse la mano di Casalino dietro l'indiscrezione secondo la quale il M5S era pronto a ritirare i propri ministri ancora prima di mercoledì, quando Mario Draghi parlerà alle Camere.

 

Raccontano nel Movimento che i triumviri abbiano cercato di forzare la mano, presentando come già presa una decisione che era stata solo discussa nel corso della riunione notturna del Consiglio nazionale e di una più ristretta seduta mattutina di Conte con i ministri e i sottosegretari (contrari a rompere).

 

rocco casalino con giuseppe conte rocco casalino con giuseppe conte

Certo è che l'ex premier ha chiesto di smentire la notizia del ritiro dei ministri un paio d'ore dopo. "Allo stesso Casalino che l'aveva diffusa", giurano quei 5S che a uscire dal governo non ci pensano proprio. Ma per Casalino sono solo malignità, tanto che nel pomeriggio si è attaccato al telefono con parlamentari e giornalisti per capire chi avesse fatto uscire la notizia.

 

Un'indagine interna come quelle dei tempi del Sacro Blog e del magistero casaleggiano, quando l'identificazione del colpevole di una soffiata si chiudeva con la condanna all'oscuramento mediatico.

 

riccardo ricciardi riccardo ricciardi

Ora non c'è tempo di pensare a purghe e rese dei conti, dà già abbastanza da fare lo scontro tra barricaderi e governisti, questi ultimi - maggioranza nel gruppo alla Camera - consapevoli di quanto alto sia il rischio di non tornare in autunno sul proprio scranno in caso di voto anticipato. Un problema estraneo a Casalino che, cascasse il mondo, è sicuro della candidatura alle politiche e realisticamente pure dell'elezione.

 

Un po' meno sicura della candidatura è Taverna, che deve sempre fare i conti con la rogna del limite dei due mandati, ultimo dogma grillino ancora intonso. Taverna non vuol sentir parlare di fine corsa.

 

Quando, qualche settimana fa, Conte annunciò che in estate si sarebbe tenuto il referendum tra gli iscritti per decidere sulla conferma della regola si presentò nell'ufficio di Conte alla sede nazionale del Movimento, a due passi da Montecitorio, e le sue urla in romanesco si sentirono su tutto il piano: "Me dovevi almeno avvertì!".

 

riccardo ricciardi 1 riccardo ricciardi 1

Taverna, del resto, voleva strigliare pure Beppe Grillo, reo di aver detto che il limite dei due mandati non si tocca, poi il post pubblicato su Internet contro il fondatore ("Non è tuo il Movimento") fu cancellato e attribuito a una inverosimile svista dello staff.

 

La vita della vicepresidente del Senato nel M5S è intessuta di una fitta rete di alleanze e inimicizie assolute, come quella con la sua capogruppo in Senato Maria Domenica Castellone, memorabili alcune loro litigate in pubblico, ora è molto vicina a Roberta Lombardi, l'anti-Raggi, che pure molti grillini continuano a considerare - a dispetto dei risultati da sindaca di Roma - la principale aspirante al posto di Conte.

 

Ma almeno sul no al termovalorizzatore di Roma sono tutti d'accordo e, in fondo, è grazie al pretesto romano che il triumvirato è riuscito a portare il M5S sulla soglia dell'agognata opposizione.

 

riccardo ricciardi 6 riccardo ricciardi 6

Lo spin, per intenderci, è preso pari pari dalle indimenticabili campagne mediatiche della Forza Italia d'annata: arrivava la velina e tutti gli azzurri da bravi soldatini dovevano ripetere la parola d'ordine settimanale. Ora basta un sms, ma i 5stelle si confermano una versione estrema della creatura di Berlusconi che, anche lui, assommava personaggi delle provenienze più variegate.

 

Il populismo mediatico è questo: ripetere una sciocchezza plausibile fino a farla diventare dogma. Poi ovviamente succede che, nell'assoluta assenza di logica e idee, gli slogan prendano la mano. E a quel punto, per l'allegra banda rossobruna, diventino realtà.

un selfie con rocco casalino foto di bacco (3) un selfie con rocco casalino foto di bacco (3) una foto con rocco casalino foto di bacco una foto con rocco casalino foto di bacco rocco casalino e jose carlos alvarez rocco casalino e jose carlos alvarez ROCCO CASALINO E JOSE CARLOS ALVAREZ ROCCO CASALINO E JOSE CARLOS ALVAREZ paola taverna foto di bacco (1) paola taverna foto di bacco (1) paola taverna 1 paola taverna 1 paola taverna contro i vaccini nel 2015 paola taverna contro i vaccini nel 2015 paola taverna urla nun so politico paola taverna urla nun so politico ROCCO CASALINO E JOSE CARLOS ALVAREZ ROCCO CASALINO E JOSE CARLOS ALVAREZ

 

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