E ADESSO CHE FA, SI DIMETTE? INGROIA PERDE ANCHE AL TAR MA INSISTE: “MAI AD AOSTA”

Il magistrato non si arrende neanche di fronte al Tar del Lazio, che ieri sera ha rigettato il ricorso contro l’assegnazione ad Aosta decisa dal Csm - Su twitter: “Ad Aosta non andrò (come ho sempre detto...) e Azione Civile continua...” - Ipotesi di un imminente addio alla toga…

Condividi questo articolo


1-INGROIA: SU TWITTER RIBADISCE, AD AOSTA NON ANDRO'
(Ansa) - 'Ad Aosta non andro' (come ho sempre detto...) e Azione Civile continua...'. Lo scrive Antonio Ingroia, in una tweet di risposta ad un suo follower che gli chiedeva cosa intendesse fare dopo il trasferimento alla procura di Aosta disposto dal Csm e dopo che il Tar ha respinto il suo ricorso contro l'assegnazione di tale incarico.

Antonio IngroiaAntonio Ingroia ANTONIO INGROIA CON IL SIMBOLO DELLA SUA LISTAANTONIO INGROIA CON IL SIMBOLO DELLA SUA LISTA

2-INGROIA PERDE AL TAR: DOVRÀ ANDARE AD AOSTA
Sara Menafra per Il Messaggero

Dovrà accettare l'incarico ad Aosta, dove ha già preso servizio lo scorso 15 maggio, l'ex procuratore aggiunto di Palermo ed ex leader del movimento Rivoluzione civile, Antonio Ingroia. Ieri sera, il Tar del Lazio ha rigettato il ricorso presentato dal magistrato contro la decisione del Csm che stabiliva la sua assegnazione alla procura di Aosta dopo il periodo di aspettativa elettorale.

Rientrando in magistratura, il procuratore aggiunto aveva chiesto di essere assegnato con un incarico esterno alla presidenza della Riscossione Spa, l'agenzia di riscossione tributi della Regione Sicilia. Il Csm, però, aveva respinto la richiesta di incarico esterno . E' possibile che a questo punto il pm presenti ricorso al Consiglio di stato, ma i tempi della decisione si allungheranno ulteriormente.

Antonio IngroiaAntonio Ingroia Antonio IngroiaAntonio Ingroia

Mettendo in pericolo l'esistenza del suo nuovo soggetto politico, Azione civile. A meno che il magistrato non decida di abbandonare la toga: la decisione definitiva potrebbe arrivare in occasione dell'assemblea del movimento, il prossimo 22 giugno.

 

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY

ultimi Dagoreport

MAMMA! MORMORA LEONARDINO… - L’AFFETTUOSO INCONTRO TRA LA VEDOVA DEL VECCHIO, NICOLETTA ZAMPILLO, CON IL VIVACISSIMO FIGLIO LEONARDO MARIA, IN DECOLLO PER LA “FEBBRE DEL SABATO SERA” MILANESE: "CHIODO" AL POSTO DEL DOPPIOPETTO MANAGERIALE - DAL 27 GIUGNO 2022, SONO TRASCORSI OLTRE DUE ANNI DALLA SCOMPARSA DI DEL VECCHIO E LA GUERRA SULL’EREDITÀ TRA GLI 8 EREDI SI E’ INGARBUGLIATA DEFINITIVAMENTE QUANDO È ESPLOSO IL CASO DEGLI SPIONI MILANESI DI EQUALIZE SRL, DOVE TRA I CLIENTI PIU’ DOVIZIOSI SBUCA LEONARDINO CHE ‘’VORREBBE MONITORARE IL FRATELLO MAGGIORE CLAUDIO DEL VECCHIO E UN CONSULENTE CHE STA VICINO A UNA DELLE SUE SORELLE, PAOLA DEL VECCHIO…”

AL QUIRINALE HANNO LE PALLE PIENE DI MALUMORE PER LE SPARATE ANTI-GIUDICI DEL GOVERNO DUCIONI: "NEANCHE AI TEMPI DI BERLUSCONI..." - SERGIO MATTARELLA, CHE È IL CAPO DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, È IRRITATO PER IL CLIMA DI DELEGITTIMAZIONE COSTANTE DELLE TOGHE DA PARTE DELLA MELONI E DEI SALVINI – L’AMMISSIONE PRESIDENZIALE (“PIÙ VOLTE HO PROMULGATO LEGGI CHE RITENEVO SBAGLIATE E INOPPORTUNE”) SPIEGA BENE IL CLIMA DI INSOFFERENZA VISSUTO AL COLLE - DI SCAZZO IN SCAZZO, MATTARELLA, DEPOSTA LA MASCHERA DA "MUMMIA SICULA", POTREBBE RISPONDERE IL 31 DICEMBRE, SCODELLANDO UN DURISSIMO DISCORSO DI FINE ANNO IN MODALITA' COSSIGA: UNA PICCONATA DOPO L'ALTRA…

DAGOREPORT – LA MEGALOMANIA DI LETIZIA MORATTI NON HA LIMITE: NON PAGA DEI FLOPPONI ALLE REGIONALI E ALLE EUROPEE, SI AUTO-CANDIDA A SINDACO DI MILANO. E HA FATTO UNA “PROPOSTA INDECENTE” A MARINA E PIER SILVIO: LA SIGNORA BRICHETTO VORREBBE RILEVARE UNA QUOTA DELLA FIDEIUSSIONE BANCARIA DA PIÙ DI 90 MILIONI CON CUI I FRATELLI BERLUSCONI SONO DIVENTATI “PROPRIETARI” DI FORZA ITALIA. RISPOSTA? NO, GRAZIE – I RAPPORTI TRA LA FAMIGLIA DEL CAV E TAJANI NON SI RASSERENANO…

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...