Estratto dell’articolo di Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”
GIULIANO AMATO ALLA STAMPA ESTERA
Che fosse un equivoco chiarito e senza conseguenze, il sottosegretario Alberto Barachini l’ha annunciato ieri nella prima riunione della Commissione algoritmi. Presente Giuliano Amato, oggetto dell’equivoco. Il quale aveva già spiegato al sottosegretario — e ripetuto ai presenti — di essere pronto a togliere il disturbo, se il suo nome lo fosse stato. Ma non lo era, ha ribadito Barachini, e la riunione è potuta cominciare. Con successivo comunicato del sottosegretario con delega all’Editoria: «Oggi la commissione, grazie al chiarimento con il premier Giorgia Meloni con cui mi sono scusato personalmente per il disguido di comunicazione, ha iniziato i propri lavori».
alberto barachini giorgia meloni
Giallo risolto in poche ore, dunque, fra la sera di lunedì e la mattina di ieri; lo spazio di tempo in cui Giorgia Meloni ha tenuto a pubblicizzare via agenzie di stampa — puntualmente riprese dall’edizione delle 20 del Tg1, la più seguita — la propria «irritazione» per essere stata tenuta all’oscuro della nomina del suo antico predecessore a Palazzo Chigi, nonché presidente emerito della Corte costituzionale, alla testa del comitato che dovrà studiare l’impatto dell’intelligenza artificiale sull’informazione e l’editoria; […]
MEME SU GIORGIA MELONI E ANDREA GIAMBRUNO
Un disappunto, quello della premier, che fatto trapelare in maniera così plateale ha inevitabilmente innescato ricostruzioni dietrologiche collegate all’attualità: all’indomani della brusca separazione tra la presidente e il suo ormai ex compagno Andrea Giambruno dopo i «fuori onda» di Striscia la notizia trasmessi su Canale 5, la scelta (a sua insaputa) di Amato da parte di Barachini, che è deputato di Forza Italia ma soprattutto ex giornalista del gruppo Mediaset, si prestava a essere letta come un ulteriore affondo del «gruppo Berlusconi» e del suo partito di riferimento nei confronti di Meloni.
Una lettura talmente accreditata che ieri mattina il vicepremier Antonio Tajani, attuale leader di Forza Italia, ha dovuto precisare in tv che «il governo può dormire sonni tranquilli, Forza Italia è leale, seria, credibile e affidabile».
Una mini tempesta politica, insomma, nella quale Giuliano Amato s’è trovato coinvolto senza saperne niente, e dalla quale ha subito avvertito Barachini di volersi sfilare: se era lui il motivo dell’irritazione, non avrebbe esitato a rinunciare all’incarico.
GIULIANO AMATO ALLA STAMPA ESTERA
Ma il sottosegretario gli ha assicurato che il problema non riguardava la sua persona, bensì il metodo seguito per la scelta: lui l’aveva condivisa con Alfredo Mantovano, il sottosegretario plenipotenziario di Palazzo Chigi, pensando con ciò di aver chiuso la pratica; ma Mantovano — preso da altre urgenze, dalla Finanziaria alla riforma del Fisco e tutti gli altri temi sul tappeto — s’era dimenticato di informare la presidente. Che quando ha saputo della nomina di Amato solo a cose fatte s’è risentita.
Resta l’interrogativo sul perché, l’altra sera, abbia voluto rendere pubblico questo risentimento, senza aspettare di chiarire il disguido con Mantovano e Barachini. Ma a questo punto il quesito non riguarda più la Commissione algoritmi e i suoi lavori sotto la guida di Amato, che come ha ribadito quando ha ipotizzato il passo indietro, a 85 anni compiuti non è alla ricerca di nuove poltrone.
Anzi, recentemente era stato lui a definire «comica» l’ipotesi di affidare a un ultraottuagenario altri incarichi istituzionali. Questo però è un caso diverso: si tratta di un lavoro a tempo, destinato a durare meno di un anno e con un primo rapporto da consegnare fra tre mesi, su un tema a cui l’ex presidente della Consulta s’è appassionato e dedicato da molto tempo. […]
alberto barachini giorgia meloni al villaggio della coldiretti 1