GLI AMERICANI CHIAMANO, ZELENSKY RISPONDE – IL PRESIDENTE UCRAINO INIZIA AD ABBASSARE LA CRESTA E APRE ALLA POSSIBILITÀ DI NEGOZIATI CON PUTIN: LA NOTIZIA È IMPORTANTE PERCHÉ PER LA PRIMA VOLTA L’EX COMICO ABBANDONA L’OPPOSIZIONE DI PRINCIPIO A TRATTARE CON “MAD VLAD”, COME DEL RESTO GLI AVEVANO CHIESTO DI FARE GLI AMERICANI – LA PREOCCUPAZIONE PER L’ESITO DELLE MIDTERM E IL POSSIBILE INCONTRO PUTIN-BIDEN AL G20, CHE POTREBBE PORTARE A UN CESSATE IL FUOCO ENTRO NATALE…

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Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

volodymyr zelensky volodymyr zelensky

C'è una relazione diretta tra il voto americano di midterm e l'Ucraina in guerra. Preoccupato dalla prospettata buona riuscita elettorale repubblicana e dalle pressioni che comunque stanno crescendo da Washington per cercare di dare spazio al negoziato con Mosca, Volodymyr Zelensky abbandona l'opposizione di principio a trattare con Vladimir Putin e lancia un appello alla comunità internazionale affinché «costringa la Russia a veri colloqui di pace».

 

La cautela è d'obbligo. Il presidente ucraino reitera comunque le consuete precondizioni al dialogo maturate negli ultimi mesi: ritiro russo da tutti i territori occupati (senza specificare se soltanto quelli dal 24 febbraio scorso o anche Crimea e zone autonome del Donbass prese nel 2014); riparazioni per i danni causati dall'invasione e processi per i crimini di guerra.

 

Eppure, il dato rilevante resta che il cambiamento non è puramente cosmetico.

Dimostrando una buona dose di pragmatico realismo, Zelensky torna a considerare Putin un interlocutore legittimo, non lo esclude più a priori. «Putin è un terrorista e con i terroristi non si tratta.

 

VOLODYMYR ZELENSKY INTERVISTATO DA LORENZO CREMONESI VOLODYMYR ZELENSKY INTERVISTATO DA LORENZO CREMONESI

Lo abbiamo capito dopo i massacri di Bucha e gli orrori contro i nostri civili», aveva dichiarato nell'intervista concessa al Corriere il 24 ottobre. Non va però dimenticato che, proprio nelle prime settimane di guerra, il presidente aveva personalmente invocato un «incontro a quattr' occhi con Putin».

 

jake sullivan jake sullivan

E sino almeno ai primi di maggio aveva persino lasciato intendere la possibilità di un compromesso territoriale, che «congelasse» per quindici anni lo status della Crimea e delle aree contese del Donbass. Ma, con la ripresa militare ucraina dell'estate e l'arrivo delle armi americane e dal fronte alleato, il rifiuto di Kiev nei confronti della Russia si era fatto sempre più netto.

 

PUTIN ZELENSKY PUTIN ZELENSKY

L'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata nella seconda metà di settembre, quando Putin, nonostante gli avvertimenti ucraini, ha indetto i referendum farsa nelle quattro province parzialmente occupate del sudest per poi dichiararne l'annessione alla «madre Russia». Da allora Kiev esige un radicale cambio di regime a Mosca quale premessa al negoziato.

 

controffensiva ucraina nella regione di kherson 3 controffensiva ucraina nella regione di kherson 3

Si comprende così l'importanza delle dichiarazioni di Zelensky. Dagli Stati Uniti lasciano capire che l'invio di armi non può essere illimitato nella quantità e nel tempo. I Repubblicani sembrano meno propensi ad aiutare l'Ucraina rispetto ai Democratici. E l'eventualità del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca tra due anni preoccupa. Anche dall'Europa cresce la pressione per l'avvio di negoziati. Nel frattempo, i comandi russi sono più che mai determinati a non abbandonare la provincia di Kherson, i loro soldati indossano abiti civili e si trincerano nelle abitazioni. La vittoria, che gli ucraini davano per scontata solo tre settimane fa, adesso pare più dubbia.

MEME ZELENSKY PUTIN MEME ZELENSKY PUTIN LA VIGNETTA DI VAURO SU ZELENSKY E PUTIN LA VIGNETTA DI VAURO SU ZELENSKY E PUTIN controffensiva ucraina nella regione di kherson 2 controffensiva ucraina nella regione di kherson 2 bandiera bianca sul carro armato russo bandiera bianca sul carro armato russo

 

 

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