ANDREOTTI FOREVER: IL POTERE TORNA A LOGORARE CHI NON CE L’HA - CRESCONO PD E PDL, I GRILLINI AFFONDANO

L’onda dell’antipolitica è già finita? Nei sondaggi, i democrat al 29% (dal 25% elettorale) nonostante il governino con Silvio, mentre il Pdl prima tocca il 30% poi scende al 27%, 6 punti in più di febbraio - Il M5S affonda con le amministrative e il tiro al piccione-dissidente - Montiani dimezzati…

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Fabio Martini per "la Stampa"

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Sembrava proprio che fosse passato di moda uno dei più celebri motti di Giulio Andreotti, il potere logora chi non ce l'ha. Semmai, ora che una diffidenza istintiva circonda chiunque sia chiamato a governare, sembrerebbe esser vero il contrario, che il potere logora chi ce l'ha. Ma non è così.

O almeno qualche sintomo suggerisce una controtendenza: le intenzioni di voto, rilevate da tutti gli istituti di sondaggio ed elaborate da "La Stampa", lungo i quattro mesi trascorsi dalle elezioni politiche ad oggi, segnalano due dati: Pd e Pdl, i partiti che sostengono il governo, tengono botta, si attestano su percentuali (seppur virtuali) in ascesa rispetto al 25-26 febbraio, mentre il movimento più decisamente antigovernativo e contro-potere, il 5 Stelle, è in caduta libera.

ENRICO LETTA E SILVIO BERLUSCONIENRICO LETTA E SILVIO BERLUSCONI

Dunque, il potere è tornato a logorare chi non ce l'ha? E ancora: la tenuta dei vecchi partiti è traducibile come un premo alla loro responsabilità, oppure li gratifica l'assenza, una volta ancora, di alternative? Presto per dirlo e per lasciarlo accreditare ai sondaggi, che però un requisito lo garantiscono: nel medio e lungo periodo sono sempre stati capaci di individuare i principali trend dell'opinione pubblica. Tanto più se le rilevazioni dei principali istituti (Ipsos, Swg, Istituto Piepoli, Euromedia e diversi altri) finiscono per essere convergenti sulle tendenze di fondo.

abbraccio ALFANO E BERSANIabbraccio ALFANO E BERSANI

Altrettanto interessanti sono le oscillazioni fatte registrare delle diverse forze politiche subito dopo alcuni eventi dirimenti accaduti in questi quattro mesi. Esemplare da questo punto di vista il trend del Pd. Subito dopo le elezioni la proposta di governo aperta al Cinque Stelle e la chiusura netta al Pdl erano piaciute agli elettori, tanto è vero che, ai primi di aprile, quando era trascorso un mese dal voto, il partito di Bersani era attestato al 25,5% per la Swg, dunque senza aver perso neanche un decimale e al 28,5% per la Ipsos (+3% rispetto al dato elettorale).

GRILLO A ROMAGRILLO A ROMA

Ma la conclamata impraticabilità del governo con Grillo, lo stallo attribuibile in gran parte al Pd, la sequenza di messaggi in contraddizione (Marini candidato al Quirinale in alleanza con Berlusconi, Prodi "contro" Berlusconi, il governo Letta di nuovo con Berlusconi) provocano un infarto di consensi: il 23 aprile il Pd per la Ipsos precipita al 24,7%, con una signficativa ripresa subito dopo il varo del nuovo esecutivo (26,5%).

E poi con la segreteria di Epifani, schierato decisamente in sostegno del governo, il Pd sale progressivamente fino al 29,3%, ultimo dato rilevato dalla Ipsos, dunque un 3,9% in più rispetto al risultato reale delle elezioni. Una tenuta, quella del Pd, di cui non è semplice valutare le ragioni, se è vero che la Swg, pochi giorni fa, ha scoperto che il 60% degli elettori democratici preferirebbero il superamento dell'attuale governo.

MARIO MONTI CON LE MANI ALZATE jpegMARIO MONTI CON LE MANI ALZATE jpeg

Altrettanto interessante il trend del Pdl. Subito dopo le elezioni, il partito di Berlusconi, ai primi di aprile, sale dal 21,5% delle Politiche al 24,8% per la Ipsos. La posizione molto chiara del Pdl (la grande coalizione è l'unica soluzione per il governo, al Quirinale serve un presidente di garanzia) si dimostra talmente realistica da risultare vincente e infatti, subito dopo l'elezione di Napolitano e la fiducia a Letta, il Pdl "vola": nella rilevazione del 7 maggio, la Ipsos quota il partito del Cavaliere al 30%, una percentuale straordinaria, da "anni d'oro", condivisa dalla Euromedia Research della signora Ghisleri, che il 17 maggio assegna al Pdl il 29%.

maroni sul palco con bossi a pontidamaroni sul palco con bossi a pontida

Ma da quel momento inizia una progressiva disaffezione dell'elettorato potenziale verso il partito di Berlusconi e le ultime rilevazioni, attestano il Pdl attorno al 27%, a seconda degli istituti. Una percentuale, comunque, nettamente superiore (di circa sei punti) rispetto a quella ottenuta alle elezioni Politiche che pure, qualche osservatore aveva considerato un risultato miracoloso, date le premesse.

Interessante e anche più lineare la parabola del Cinque Stelle: nei primi tre mesi tiene senza smagliature le percentuali elettorali, ma probabilmente il combinato disposto dei risultati delle amministrative e l'intolleranza verso il dissenso interno, dai primi di giugno finiscono per produrre un collasso secco dei consensi che non sembra ancora essersi arrestato.

Tra gli altri partiti, dalle elezioni ad oggi la Scelta civica di Monti (consensi dimezzati secondo Ipsos) sembra scontare la scomparsa dalla scena del suo leader, tengono Udc, Lega e Fratelli d'Italia, mentre Sel conquista mediamente due punti, intercettando in parte quelli persi dal Cinque Stelle.

 

 

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