Dino Martirano per il “Corriere della Sera”
È il calendario parlamentare a scandire la scaletta delle nomine (rimpasto di governo e presidenti di commissioni) che il premier Matteo Renzi tiene nel cassetto da 10 mesi. Sarà infatti il voto di domani pomeriggio al Senato (sulla riforma costituzionale serve la maggioranza assoluta di 161 voti) a stabilire pesi e contrappesi per l' assegnazione di seggiole e poltrone.
Nella lista dei richiedenti, oltre ai dem cui il premier ha promesso un posto in prima fila, ci sono i centristi di Alfano e in, maniera più defilata, i verdiniani che sostengono il percorso delle riforme e non solo. Lo scenario più sereno per il governo - visto che per le commissioni si vota giovedì - è quello di un risultato netto sul ddl Renzi-Boschi: magari con 178 voti, giusto per far capire che i 17 voti dei verdiniani sono molto graditi ma non indispensabili. In questo caso il percorso è segnato.
Le due commissioni fin qui presiedute da Forza Italia vanno, rispettivamente, al Ncd e al Pd: il centrista Nico D' Ascola, stimato avvocato di Reggio Calabria cui era stato offerto anche un posto al governo, diventa presidente dalla commissione Giustizia.
Mentre ai Lavori pubblici se la vedono i dem Stefano Esposito e Raffaele Ranucci. Se invece la maggioranza domani va sotto quota 170, e i voti dei verdiniani iniziano a pesare, la faccenda si complica perché non si gioca più in due ma in tre (Pd, Ncd e Ala). E forse in quattro perché anche il gruppo delle Autonomie (20 senatori di maggioranza) ha fatto le sue richieste.
Chiusa la partita del Senato (14 presidenti e 28 vice presidenti), forse Renzi aprirà (ma non subito perché c' è ancora il giro di boa insidioso delle unioni civili) il rimpasto di governo. Il posto più ambito è il ministero degli Affari regionali lasciato libero, molti mesi fa, da Maria Carmela Lanzetta: i candidati sono i centristi Dorina Bianchi ed Enrico Costa che verrebbe sostituito, come viceministro alla Giustizia, da Gabriele Albertini. Antonio Gentile (Ncd) tornerebbe nel governo mentre tra i dem la candidatura confermata è quella di Enzo Amendola, viceministro degli Esteri al posto di Lapo Pistelli.
ENZO AMENDOLA DEL PD CAMPANO lapo pistelli