L’AUTODAFEZ DI ‘GNAZIO LA RISSA: “FINI POTEVA ESSERE UN GRANDE LEADER MA POI SI È AUTODISTRUTTO ABBANDONANDO LA DESTRA CON QUELLA TRAGICA DERIVA CENTRISTA”

“Avrei potuto seguire Gianfranco se avesse rotto con Berlusconi su posizioni di destra e non con quella tragica deriva centrista. Quando portammo An nel Pdl, dovevamo farci dare le giuste garanzie. Forse avremmo dovuto batterci per chiedere che Fini guidasse il Pdl dalla segreteria”…

Condividi questo articolo


Fabrizio Roncone per "Il Corriere della Sera"

«Sì, certo, ho letto l'intervista che Gianfranco Fini ha rilasciato ad Aldo Cazzullo sul Corriere ... Diciamo che ha messo in piazza un dolore che non fu estremo solo per lui, ma anche e soprattutto per me».

LaRussa IgnazioLaRussa Ignazio

Fini, parlando del libro che ha appena scritto, «Il ventennio», in uscita da Rizzoli, dice di ricordare bene la delusione, il dispiacere che provò quando si accorse che anche lei, onorevole Ignazio La Russa, si era piegato al diktat sulla sua espulsione dal Pdl.
«Quando mi mandò a chiamare, e io andai, subito, perché era comunque ancora il mio capo, gli sconsigliai con forza di andarsene: gli dissi che, al contrario, avrebbe potuto e dovuto mettersi alla guida di un correntone interno. Lui però era determinato: "Sai, Ignazio, è già difficile stare in un partito con Berlusconi, figurati in una posizione di minoranza". Insistere, sarebbe stato superfluo. Aveva già deciso».

Da Maurizio Gasparri, racconta Fini, non si aspettava nulla. Altero Matteoli era «filogovernativo». Gianni Alemanno non batté ciglio. Il silenzio di Giorgia Meloni gli ricordò Matusalemme. Ma da lei, La Russa, Fini si aspettava molto di più.
«Io avevo due possibili elementi di valutazione, per decidere se seguirlo, o meno: l'amicizia e la politica. Ora, detto che a Gianfranco ero certamente molto legato, lasciando il Pdl avrei però perso altri amici tra cui uno, Maurizio Gasparri, che mi era caro tanto quanto e forse più di Fini... Pensai perciò che la mia scelta dovesse essere di natura strettamente politica».

LaRussa IgnazioLaRussa Ignazio

Continui.
«La verità è che io avrei potuto seguire Gianfranco se avesse rotto con Berlusconi su posizioni di destra, da destra, e non con quella tragica deriva centrista, che la sinistra addirittura salutava con tutti gli onori, in visibilio... Del resto, scusi: chi fu poi il primo capogruppo alla Camera di Futuro e libertà? Benedetto Della Vedova, un radicale, che adesso sta addirittura con Scelta civica. L'ideologo di Fli, ad un certo punto, divenne poi Fabio Granata, uno che a noi, dentro An, sembrava spesso essere uscito da una sezione di Rifondazione...».

(Conoscete Ignazio La Russa: sempre risoluto, mai un tentennamento, sempre con quella sua maschera caratteristica, da militante anche quando era ministro. Stavolta, però, la voce è pacata; l'irruenza cede il passo all'amarezza).

«Comunque, sì, certo: un rimpianto rimane. Fini poteva essere il leader di un grande centrodestra e, invece, ha deciso di autodistruggersi. Un tempo pensavo che i libri li avrebbero scritti su di lui, mai avrei immaginato che sarebbe finita così, e che a scrivere un libro su Fini fosse proprio Fini. Naturalmente non gli serbo rancore: a Natale ci facciamo gli auguri e lui stesso mi chiamò, quando seppe che stavamo partendo con la bella avventura di Fratelli d'Italia. Però è chiaro: c'è la cordialità di due ex grandi amici...».

fini gasparri larussafini gasparri larussa Fini sul palco Larussa osserva perplessoFini sul palco Larussa osserva perplesso

La dissoluzione della destra italiana, che voi di Fratelli d'Italia state faticosamente cercando di rimettere insieme, lei davvero crede sia tutta imputabile a Fini?
«Lui era il capo... ma anche noi, e dico noi tutti che gli stavamo accanto, quando portammo An dentro il Pdl, certo commettemmo due errori: non fummo abbastanza scaltri da farci dare sufficienti garanzie e fummo miopi nel prevedere le possibili conseguenze che ciò avrebbe comportato. Con il senno del poi, forse avremmo dovuto batterci per chiedere che Fini guidasse il Pdl dalla segreteria, e che a Berlusconi, con il suo consenso, fosse destinata solo la poltrona di premier».

fini larussa gasparrifini larussa gasparri

Fini, nel libro, racconta pure di non averle mai riferito la richiesta di Berlusconi: tagliarsi il pizzetto.
«Poi, però, fu Berlusconi a chiedermelo, personalmente, almeno una decina di volte. E sempre ottenne un mio secco rifiuto. Ma le pare? Io mi taglio il pizzetto perché non piace a Berlusconi? Ah ah ah!... Ma le pare?» .

ANGELINO ALFANO E GIORGIA MELONI AD ATREJU FOTO LAPRESSEANGELINO ALFANO E GIORGIA MELONI AD ATREJU FOTO LAPRESSE

 

Maurizio Gasparri e Manuela RepettiMaurizio Gasparri e Manuela Repetti

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - COME SI PUO’ CONTROLLARE UN PARTITO CHE HA QUASI IL 30% DEI VOTI CON UN POLITBURO DI 4-5 PERSONE? E INFATTI NON SI PUO’! - LE SORELLE MELONI, FAZZOLARI E SCURTI NON TENGONO LE BRIGLIA DI FRATELLI D’ITALIA: SILENZIATA LA CORRENTE DEI “GABBIANI” DI RAMPELLI, AZZERATO IL DISSENSO, ELIMINATA OGNI DIALETTICA INTERNA (CHE SI CHIAMA “POLITICA”), TRATTATI I PARLAMENTARI COME CAMERIERI A CUI SI DANNO ORDINI VIA CHAT, COSA SUCCEDE? CHE POI QUALCUNO SI INCAZZA E FA “L’INFAME”, SPUTTANANDO ALL’ESTERNO IL PIANO DI GIORGIA MELONI PER IL BLITZ PER ELEGGERE FRANCESCO SAVERIO MARINI ALLA CONSULTA…

DAGOREPORT – GIORGETTI E' GIA' PRONTO PER LA TOMBOLA: DÀ I NUMERI - IL MINISTRO DELL’ECONOMIA ALLE PRESE CON LA TERRIBILE LEGGE DI BILANCIO PRIMA ANNUNCIA “SACRIFICI PER TUTTI” E NUOVE TASSE TRA ACCISE E CATASTO, PER POI RINCULARE QUANDO SI INCAZZA LA MELONA, COSI' TIMOROSA DI PERDERE IL VOLUBILE CONSENSO POPOLARE DA CONFEZIONARE UN VIDEO CONTRO IL SUO MINISTRO: "NOI LE TASSE LE ABBASSIAMO" - E QUANDO NON SBUCA LA MELONI, ARRIVA PANETTA: SULLA CRESCITA DEL PIL GIORGETTI SI APPOGGIA AI NUMERI “ADDOMESTICATI” DELLA RAGIONERIA GENERALE FORNITI DALLA SUA FEDELE DARIA PERROTTA, PER VENIRE SUBITO SMENTITO SECCAMENTE DALL'UFFICIO STUDI DI BANKITALIA... 

DAGOREPORT – IL BALLO DELLA KETAMINA DI ELON MUSK NON PORTA VOTI: LA PERFORMANCE “OCCUPIAMO MARTE” DEL PICCHIATELLO DI TESLA SUL PALCO CON TRUMP IN PENNSYLVANIA NON HA MOSSO L’OPINIONE PUBBLICA – KAMALA HARRIS SAREBBE IN VANTAGGIO DI 4-5 PUNTI, MA IL SISTEMA ELETTORALE USA E' FOLLE: NEL 2016 HILLARY CLINTON FU SCONFITTA DA TRUMP PUR AVENDO AVUTO 3 MILIONI DI VOTI IN PIU' – IL PRESSING DEI REPUBBLICANI PERCHE' TRUMP ABBASSI I TONI (È IL MOMENTO DI PARLARE AGLI ELETTORI MODERATI, NON AL POPOLO MAGA, CHE LO VOTA COMUNQUE) - I DILEMMI DI KAMALA: MI CONVIENE FARE GLI ULTIMI COMIZI CON OBAMA? COME RICONQUISTARE IL VOTO DEI TANTI GIOVANI PRO-PALESTINA?