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Paolo Manzo l’ANSA
La polizia federale brasiliana ha arrestato un generale dell'esercito, tre militari e un agente federale, accusati di aver preparato un piano, tra il novembre e il dicembre del 2022, per uccidere avvelenandoli il presidente Luiz Inacio Lula da Silva e il suo vice Geraldo Alckmin, prima del loro insediamento, avvenuto nel gennaio del 2023.
Due di questi sono stati catturati a Rio de Janeiro, dove secondo gli inquirenti avrebbero addirittura fatto parte del servizio di sicurezza del G20. Notizia però smentita dall'esercito. Il generale arrestato è Mário Fernandes, ex segretario esecutivo della presidenza della Repubblica del governo dell'ultraconservatore Jair Bolsonaro. Gli altri militari appartenevano al corpo dei cosiddetti 'kids pretos', le forze speciali, che contano solo 2500 membri, addestrate per fare attività di guerriglia e antiterrorismo.
Il gruppo - secondo le indagini - avrebbe anche pianificato di uccidere il giudice della Corte suprema brasiliana, Alexandre de Moraes, il magistrato che più di ogni altro ha messo sulla graticola Bolsonaro e i suoi sostenitori. Un documento sequestrato durante l'operazione e intitolato "pugnale verde-giallo" rivela che per gli attentati, che sarebbero dovuti avvenire durante un evento pubblico, si sarebbero dovute usare armi, bombe e veleno.
Inoltre, secondo il piano, con la morte di Lula e degli altri due obiettivi, i militari avrebbero creato un gabinetto di crisi guidato dai generali Augusto Heleno, allora a capo del gabinetto di sicurezza Istituzionale e Walter Braga Netto, ex ministro della Difesa. Secondo le ricostruzioni, il piano dell'attentato sarebbe stato anche fotocopiato dal generale Fernandes all'interno di un ufficio del palazzo presidenziale di Planalto, ma Bolsonaro - almeno per il momento - non è coinvolto.
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