BOSCHI ABBATTUTI: SALTA LA PRESENTAZIONE DI MARIA ETRURIA NEL COLLEGIO A BOLZANO. ORLANDIANI CONTRO - TRAVAGLIO INFIOCINA RENZI E LA SUA COCCA: ‘DICEVANO ‘NON CI SONO PARACADUTATI. SI GUARDANO IN FACCIA GLI ELETTORI’. MA NON QUELLI DI AREZZO, BENSÌ GLI ALTOATESINI CHE DA RENZI HANNO AVUTO 6 MILIARDI DI EURO DI INCENTIVI PER VOTARE BOSCHI. CHE VOLEVA CANCELLARE LE AUTONOMIE…’ - L’UNICO CHE RINUNCIA AL PARACADUTE? GIACHETTI

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1. ELEZIONI: SALTA PRESENTAZIONE BOSCHI A BOLZANO

 (ANSA) - Le trattative ancora in corso tra Matteo Renzi e la minoranza Pd ha fatto saltare la presentazione della candidatura di Elena Maria Boschi a Bolzano. L'arrivo della sottosegretaria nel capoluogo altoatesino in un primo momento era atteso per questo pomeriggio, ma all'ultimo la seduta della direzione nazionale è stata spostata alle ore 16 per consentire al segretario di trovare un accordo soprattutto con gli orlandiani. Come si apprende, la Boschi a questo punto potrebbe venire a Bolzano solo lunedì prossimo.

MARIA ELENA BOSCHI CON LA NIPOTE BIANCA MARIA MARIA ELENA BOSCHI CON LA NIPOTE BIANCA MARIA

 

 

2. BOLZANO, PROVINCIA DI LATERINA

Estratto dall’articolo di Marco Travaglio per il Fatto Quotidiano

 

"Non ci sono paracadutati. Si va sul territorio e si guardano in faccia gli elettori" diceva Matteo Renzi il 6 settembre 2015, per segnare il nuovo corso del suo Pd che "cambiava verso" dai malvezzi del passato. Quelli dei "soliti noti" (li chiamava così) che pur di non farsi "rottamare" (parlava così) si candiderebbero in capo al mondo per impedire al loro "territorio" di "guardarli in faccia". Roba da "vecchia politica" (diceva così), tipo quel D' Alema che - gli rammentò Renzi l' 11 giugno 2016 - "ci mandò Di Pietro al Mugello!".

MARIA ELENA BOSCHI CON LA NIPOTE BIANCA MARIA MARIA ELENA BOSCHI CON LA NIPOTE BIANCA MARIA

 

Eh già: nel 1997 i poveri mugellesi dovettero votare quel putribondo figuro che aveva fatto l' inchiesta Mani Pulite e peraltro, essendo più popolare di padre Pio, sarebbe stato eletto anche nei collegi di Arcore e di Hammamet (i Ds lo candidarono nel Mugello non per garantirgli l' elezione lontano da casa, ma perché lì si tenevano le elezioni suppletive per sostituire il senatore Arlacchi e in quelle generali del 1996 l' ex pm non aveva voluto candidarsi perché era sotto indagine e voleva attendere di essere prosciolto). Ora naturalmente, siccome non se ne può più di questi paracadutati, Renzi paracaduta Maria Elena Boschi a 340 chilometri dalla natia Laterina (Arezzo), in quel di Bolzano.

 

Eppure il 21 dicembre scorso aveva giurato a Tgcom24 che "un politico si fa giudicare dai cittadini, saranno gli elettori a giudicare non solo Maria Elena Boschi, ma tutti noi. Questa discussione per noi non esiste. Saranno gli elettori a decidere se Boschi debba essere riportata in Parlamento o no".

 

Si era scordato di aggiungere che parlava non degli elettori aretini, ma di quelli che parlano tedesco, noti (almeno finora) per eleggere sempre e solo chi vuole la Südtiroler Volkspartei, di cui Renzi&C. si sono riassicurati i servigi con un' infornata di marchette alla modica cifra di 6 miliardi e rotti: dalle indennità ai consiglieri di Stato residenti a Bolzano alle norme fiscali agevolate per l' Alto Adige, dai fondi per l' apicoltura montana all' autonomia plenaria delle province autonome di Trento e Bolzano sulle concessioni autostradali, dalla proroga di 30 anni per l' Autostrada del Brennero A22 ai favori anti-mercato alle banche cooperative locali.

MARIA ELENA BOSCHI DA' IL CINQUE A MATTEO RENZI MARIA ELENA BOSCHI DA' IL CINQUE A MATTEO RENZI

 

Ora gli elettori alto-atesini hanno almeno 6 miliardi di buoni motivi per votare Boschi. E pazienza per il segretario della Svp, Philipp Achammer, che otto giorni fa diceva di "attendere dal Pd una proposta di candidatura di elevata credibilità autonomista" e s' è ritrovato un bel pacchettino già confezionato e infiocchettato. E dentro c' è la Boschi, la nota autonomista che nel 2014 alla Leopolda si disse "favorevole alla soppressione delle autonomie speciali".

 

(…)

 

 

3. PD: GIACHETTI,RINUNCIO A PARACADUTE,CORRO SOLO A UNINOMINALE

 (ANSA) - "Rinuncio al plurinominale. Rinuncio al paracadute". Lo scrive il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti al segretario del Pd Matteo Renzi, in un lungo post pubblicato stamani sulla sua pagina Facebook. "Ti chiedo di lasciarmi libero di giocarmela senza paracadute, senza reti di protezione, senza garanzie. Io e la mia città, io ed il territorio dove vivo da 50 anni, io ed il mio amore per la mia città e per la politica".

 

GIACHETTI GIACHETTI

"In tutti i prospetti che girano sulle candidature c'è una casella sul proporzionale con un nome certo: Giachetti. Sarei ipocrita se ti dicessi che la cosa non mi faccia piacere: penso che, in qualche modo, sia il riconoscimento di un impegno nel partito, e più in generale in politica, che mai mi era stato riconosciuto in passato. Di questo non posso che ringraziare, di cuore e con il cuore, sia te che hai creduto in me fin dall' inizio quando davvero ci conoscevamo assai poco, che Paolo" Gentiloni "che invece mi conosce da una vita e che per una vita mi ha sostenuto anche nelle mie battaglie a lui più estranee", scrive Giachetti.

 

"Bene: sento dentro di me che quella casella (il paracadute) mi sta troppo stretta. Non corrisponde alla mia storia, alla mia cultura, al mio sentire. Il Pd sta vivendo un momento difficile, e nella nostra difficoltà si riflettono tutti i pericoli per il Paese. E Marco mi ha sempre detto che è nei momenti difficili che bisogna crederci, anche rischiando. E allora no. Quel paracadute sarebbe per me un vestito sgualcito e stretto, un trapianto di pelle, un cibo avariato.

 

giachetti dopo la sconfitta giachetti dopo la sconfitta

Non lo voglio. Conosco bene i tantissimi problemi che abbiamo nel cercare di trovare una quadra per garantire la presentazione di liste competitive in grado di tenere insieme la conferma di chi tanto si è impegnato in questi anni per dare impulso alla ripresa che si sta manifestando e la necessità di linfa nuova. So bene che la quadra sarà comunque dolorosa. Allora penso che sia mio dovere fare l'unica cosa che potrebbe rappresentare un valore aggiunto per il centro sinistra e non la penalizzazione di un vero rinnovamento. Non voglio essere un tappo. Non sarò un tappo. Rinuncio al plurinominale. Rinuncio al paracadute".

 

 

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